Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,
la seguo da tempo e l’ammiro per tutto ciò che fa per la nostra professione, le scrivo per chiederle un parere se possibile, perché potrebbe saperne più di me.
Da alcuni soffro di lombosciatalgia e dolori muscolari a gambe e tronco per due ernie; ho tenuto la cosa celata al medico competente (unica visita 3 anni fa al momento dell’assunzione, ma la cosa non era ancora invalidante), nel frattempo la mia situazione è peggiorata; poi un anno fa ho ottenuto l’invalidità civile al 55%, ma al lavoro non l’ho comunicata.
Ho tenuto nascosto il tutto per evitare di avere una limitazione perché con essa io non potrò tornare più nell’Asl della mia provincia. Infatti, nelle mobilità respingono soggetti con limitazioni o prescrizioni.
Vorrei chiederle: perché viene praticata questa discriminazione? Perché una persona con problemi di salute non potrà tornare nella provincia di origine? Se un giorno dovessi avere una limitazione, esiste un modo per aggirare l’ostacolo della negata mobilità, anche cambiando mansione? Tra l’altro ho una sorella con handicap grave e vorrei un giorno potermi avvicinare alla mia famiglia anche per assisterla.
La ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti.
Andrea C., Infermiere
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Ciao Andrea,
per quanto ne possa sapere non è possibile essere esclusi da una mobilità perché limitati fisicamente come nel tuo caso. Anche perché non sei stato dispensato dal lavoro e può tranquillamente ricoprire un ruolo che è adatto alla tua attuale situazione fisica. Io mi rivolgerei ad un legale e ad un sindacato infermieristico. Magari si tratta solo di paura da parte tua. Fammi sapere.
Angelo Riky Del Vecchio, Infermiere e Giornalista