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Infermieri Professionali non devo manipolare o infondere sacche di sangue!

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Infermieri Professionali non devo manipolare o infondere sacche di sangue!

Gentilissimo Direttore di AssoCareNews.it, 

sono una Infermiera cosiddetta in “quiescenza” e non sono iscritta a nessun Ordine professionale perché non posso farlo. E’ dal 1990 che sostengo che gli Infermieri Professionali non possono e non devono assolutamente infondere ai Pazienti sacche di sangue o emoderivati.

La manovra è esclusivamente di competenza medica. Infatti l’applicazione di una trasfusione è considerata come un trapianto d’organo. Per cortesia diffondete la notizia perché a tutt’oggi in tutti gli ospedali, case di cura e RSA, gli Infermieri applicano o cambiano sacche di sangue, inconsapevoli, forse, del pericolo e del rischio che corrono sia i Pazienti che loro stessi.

Buongiorno.

Raffaella Sala, Infermiera Professionale in “quiescenza”

* * *

Carissima Raffaella,

non so francamente da dove partire. Inizierei con dirLe che da tempo gli Infermieri non vengono più chiamati “Professionali”. Il Decreto Ministeriale 739/1994 ha individuato il campo di attività e le responsabilità dell’Infermiere. Cinque anni dopo, con l’avvento della Legge 42 del 1999, è stato definitivamente abrogato il “mansionario” e con lui la definitivamente il termine da lei adottato in questa missiva.

Riguardo all’infusione di sangue e/o emoderivati va precisato che essa è effettivamente paragonata ad un trapianto di tessuto. E’ un atto medico, ma può essere tranquillamente eseguito da un Infermiere, previo consenso favorevole del paziente (o, in caso di stato di incoscienza o di grave deterioramento cognitivo, di un familiare diretto o del tutore legale). Il consenso è necessario perché l’atto può dar vita a rischi molto pericolosi, tra cui reazioni avverse che possono dare gravi inabilità o portare persino al decesso dell’Assistito.

Nei luoghi di cura, pubblici o privati che siano, vi sono specifiche procedure che fanno riferimento alle Linee Guida internazionali in materia e che nello specifico riguardano la corretta gestione e la somministrazione di sangue ed emoderivati.

Il Paziente deve essere trasfuso con sangue del suo stesso gruppo sanguineo o in casi eccezionali con globuli rossi (e non sangue intero) di tipo 0 negativo (va fatta anche la dovuta distinzione tra Rh negativo, che può ricevere solo fa Rh negativo, e Rh positivo, che può ricevere entrambe le tipologie).

In più prima della trasfusione si devono necessariamente verificare alcuni item:

  • la trasfusione deve essere prescritta da un Medico;
  • il medico deve identificare il paziente e verificare che la sacca di sangue o di emoderivato è quella richiesta ed è compatibile con il Paziente in attesa;
  • a monte ci deve essere un prelievo ematico che identifichi perfettamente il tipo di sangue da richiedere (determinazione di gruppo, ricerca di anticorpi irregolari, prova di compatibilità);
  • la richiesta degli emocomponenti, l’accettazione, la registrazione, l’esecuzione dei test e l’erogazione devono essere concordati con la struttura trasfusionale (chi compie il prelievo, indipendentemente se è un medico o un Infermierie, inoltre, deve specificare tutte le informazioni sulle provette e apporre la propria firma);
  • indipendentemente da dove viene eseguita la trasfusione (in reparto, in sala operatoria, in terapia intensiva o al domicilio), l’operatore sanitario che la esegue deve registrare l’avvenuta trasfusione con eventuali reazioni avverse, apponendo la propria firma sugli appositi moduli e registri.

La vedo un po’ confusa sulla materia, vada a rileggersi i protocolli della struttura dove lavora o ha lavorato.

L’Infermiere è titolato a gestire e ad infondere sangue ed emoderivati. Grazie.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it

PS = Per ulteriori approfondimenti può leggere anche qui: LINK.

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