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Infermieri contro OSS: per SHC c’è troppa confusione, ma non demansionamento.

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Infermieri contro OSS: per Migep c'è troppa confusione, ma non demansionamento.

Il sodalizio scrive a Nursing Up e all’OPI di Sassari.

Il sindacato Humag Caring (SHC), che si occupa tra l’altro di Operatori Socio Sanitari e di altre figure presenti nel Comparto Sanità, torna a parlare della “guerra” tra Infermieri e OSS in corso a Sassari in Sardegna in alcune Unità Operative. Lo fa indirizzando una dettagliata risposta al Sindacato degli Infermieri Nursing Up e all’OPI sassarese. Nella mail il sodalizio chiarisce che non si può parlare di demansionamento per la Professioni Infermieristica, ma di principi ispiratori che si rifanno direttamente a Florence Nightingale.

Ecco la missiva dell’associazione.

Al Sindacato Nursing – Up di Sassari

All’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Sassari 

Oggetto: Nota in risposta all’articolo del 19/ 24 febbraio 19

La complessiva revisione del sistema è uno dei nostri obiettivi ma necessita di essere rivista in modo congruo e attento; da tempo ormai, imperversa una guerra parricida tra Infermieri ed Oss; la guerra è figlia di una sanità sempre più alla deriva, dove nella gravosa situazione di carenza organica, pur di far quadrare i conti, le due figure sanitarie, vengono confuse ed interscambiate, come se l’una equivalesse all’altra, creando così una mescolanza di ruoli, mansioni e competenze, che genera battaglie lungo le corsie, tra i due attori della sanità, e se per qualche motivo organizzativo della struttura mancano le unità in determinati momenti si deve almeno per spirito umanitario adempiere alle necessità del paziente e non nascondersi dietro a delle sentenze fatte ad personam, facendo mancare quell’assistenza primaria e collaborazione di un lavoro in èquipe.  Se andiamo ad analizzare la verità espressa dai pazienti e famigliari non vi è un’errata analisi su quanto denunciato. 

La figura dell’Oss, suona ancora come un ibrido, come il tutto fare, come figura di supporto, la sua formazione, anche se è regionale, non lo limita solo all’igiene, all’acquisizione di tecniche pratiche, ma anche all’apprendimento di studi teorici. L’Oss agisce d’istinto, non improvvisa, ma svolge il suo ruolo con professionalità mettendosi al servizio dei valori umani con dignità e rispetto senza nascondersi dietro a leggi o sentenze.

Come l’infermiere ha combattuto affinché la propria professione raggiungesse un livello professionale alto, anche l’oss oggi combatte contro l’abuso di professione, il demansionamento, la dignità professionale, e una formazione equa perché tutti fanno parte di un sistema assistenziale dove bisogna dare il meglio per l’utenza paziente.

Inoltre l’oss vuole precisare che in campo di attività’ “nessuno è di supporto a nessuno”. La parola di supporto bisogna eliminarla dal linguaggio normale com’è stato eliminato il termine paramedico, stabilendo il campo di attività specifico con la propria dignità, tutti siamo un’èquipe. Le attività non devono essere imposte a nessun altro, ognuno nell’équipe ha il proprio ruolo, si è tutti integrati in un lavoro, qui si parla di èquipe.

Occorre cambiare regole di lavoro, riguardo essenzialmente le competenze e i ruoli e il superamento delle competenze oggi imposti all’oss, bisogna dare uno sviluppo sulle competenze, avanzamenti di carriera ed economica e nuove prospettive anche attraverso la certificazione delle competenze non per effettuare lavori extra ma in collaborazione con l’infermiere, altrimenti non si capisce quali siano i confini.

La centralità del paziente nell’organizzazione sanitaria è fondamentale, urge però, una riflessione su quanto sta accadendo rispetto ai ruoli professionali e al bisogno di cura dei cittadini. 

Viene a mancare in tutti questi articoli una discussione attenta, una programmazione seria, che sia coerente tra tutti gli attori di un sistema assistenziale che sempre più sta peggiorando, in una situazione in cui si stanno riducendo posti letto, si chiudono ospedali, accorpamenti, attese sempre più lunghe per esami e ricoveri, ospedali al collasso, blocco del turn-over, pochi concorsi, regioni che non ritengono realizzare il reale fabbisogno dell’oss poiché non lo ritengono prioritario.

Si nota sempre, con rammarico, che si parla di orgoglio e di demansionamento dell’infermiere, ma mai di quello che effettivamente l’infermiere sta perdendo di vista e cioè, un principio che nasce da molto lontano, e che deriva da un’etica professionale che non può essere ignorata, ciò è un’esagerazione che va oltre i principi ispiratori di Florence Nightingale.

Data 4 marzo 19

La Segreteria Regionale SHC OSS

Cristiana Pisano

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