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Infermiere di sala operatoria trattato come Oss si ribella e rischia provvedimento disciplinare.

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Ci scrive un Infermiere di sala operatoria: “io trattato come un Oss”. Si ribella al Medico e rischia provvedimento disciplinare.

Caro Direttore,

ho bisogno di un suo aiuto. Lei come direttore di AssoCareNews conosce a fondo le dinamiche assistenziali nel pubblico e nel privato.

Ero di turno il giorno 3 agosto con una collega ed un Oss nel reparto di chirurgia generale ed oncologica. Finché l’Oss è rimasto in servizio tutto è avvenuto con i tempi dovuti, ma alle 20 il turno suo finiva per cui restavamo in servizio solo io ed una collega, con in corso una sala operatoria senologica.

Prima delle ore 20 scende come al consueto in sala l’Oss, ma il collega infermiere si rifiuta di affidargli la persona operata, ma mi chiama in reparto pretendendo che io abbandoni il mio reparto per poter riportare in reparto la persona operata.

Faccio presente al collega che in reparto siamo solo in due infermieri, per cui non è possibile che io lasci sola la collega con tante malate operate ed altri pazienti.

Il collega non si scompone, prima dice di passarmi l’anestesista, poi mi intima di scendere altrimenti avrebbe bloccato la sala operatoria, adducendone la colpa a me infermiere di reparto che non libera la sala operatoria.

Io non accetto tale intimazione, ma ecco che in reparto risale il responsabile del chiedendo spiegazione sul motivo del mio rifiuto. Gli dico che siamo solo in due, lui sembra attonito, ma lo sapeva avendo firmato i nostri turni; io senza pudore gli dico: dottore se lei mi sostituisce in reparto come infermiere e resta accanto alla collega io scendo in sala.

Lui acconsente a rimanere in reparto e così faccio opera di carità fraterna nello scendere in sala.

Riportato in sala la paziente e sistemata a letto mi viene incontro il responsabile e dinanzi a tutti mi chiede: adesso mi dai il consenso di scendere in sala ad operare? Ed io risposi: si dottore ha il mio consenso. E lui con atteggiamento beffardo si dirige verso la sala operatoria. Alle 20.45 di nuovo vengo contattato dal collega di sala che mi intima di andare in reparto a riprendere la paziente, altrimenti avrebbe contattato la direzione sanitaria. Io gli rispondo che facesse ciò che riteneva necessario, ma io non sarei sceso in sala operatoria; la mia collega colpita da abnegazione totale ha preferito mollare ed ob torto collo è scesa a riprendere la paziente in sala operatoria.

Come infermiere mi sono sentito umiliato e come uomo offeso, trattato come pezza da piedi, ma per i miei colleghi conta il quieto vivere, remare per portare a casa il salario.

Ci vien insegnato che siamo professionisti autonomi responsabili dell’assistenza, invece io noto che siamo i primi ad odiarci, siamo noi con la nostra vigliaccheria ad affossare la nostra professione. Io non ci sto a questo gioco al massacro.

Cosa mi consiglia di fare?

Attualmente sono stato messo a riposo perché per allenarmi in bici ho fatto prove massacranti ed avere 1300 di CPK non è normale.

Come posso rientrare in servizio?

Sappia che sto meditando di lasciare la professione di infermiere, troppo schifato e deluso dai miei colleghi, pronti ad additarmi come pazzo o come colui che vuol fare la rivoluzione. Stai zitto è il loro continuo monito.

Attendo impaziente una sua riflessione per aiutarmi a capire come muovermi in questo contesto.

Grazie della sua pazienza.

Buon lavoro e non smetta mai di essere un paladino di giustizia.

Un collega Infermiere

PS – Ora i vertici Asl chiedono di incontrarmi.

– – –

Carissimo,

ho omesso volutamente il tuo nome per non metterti ulteriormente in difficoltà, non sei il primo a lamentarti della situazione professionale in essere. Sono tantissimi i  colleghi che come te si battono per una vera indipendenza dalla classe Medica, ma sono ancora tanti, troppo, quelli che da tale classe continuano a voler dipendere. A volte lo fanno perché impauriti, a volte solo per tornaconto personale. Fatto sta che lo fanno e mettono in difficoltà chi come te si sente, giustamente, autonomo e indipendente. Purtroppo finché ci saranno colleghi accondiscendenti la nostra professione non farà quel passo in avanti necessario per migliorare tutti. Non hai fatto nulla di male, riferisco pure tutto l’accaduto e con tranquillità alla direzione infermieristica e ai vertici dell’Asl. Non possono farti nulla e tantomeno punirti. Continua a seguirci.

Angelo Riky Del Vecchio, direttore AssoCareNews.it

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