Infermiera di medicina ci racconta come secondo lei il suo tipo di reparto, troppo spesso snobbato, sia il centro del mondo. Non soltanto sanitario…
Pubblichiamo lettera di una infermiera di medicina. Setting spesso snobbato da chi lavora nelle specialistiche. Ma che sia una posizione da snobbare è tutt’altro che vero. La collega ce ne spiega il perchè.
Gentile Redazione,
vi scrivo per condividere con colleghi e amici il mio pensiero nato per caso. Sono infermiera di un reparto di medicina. Proprio uno di quelli tanto snobbati dai giovani e tanto derisi da tutti gli altri. Quelli che vengono considerati come una fabbrica sanitaria, senza gloria e senza allori.
Invece così non è. E me ne sono accorta proprio parlando con un paziente. Anzi in realtà parlava lui. Andavamo dal medico in carrozzella quando mi dice “Certo che questo è proprio il centro del mondo”.
Fermandomi e osservando (non soltanto cosa fisicamente avevo davanti) ho capito cosa intendeva.
Il corridoio dei reparti di medicina è davvero il centro del mondo. Un enorme mercato a cui tante stanze si affacciano. Un centro umano più che commerciale e come ogni grande mercato, si urla, ci si sbraccia e sembra sempre che regni il caos.
Il turno di mattina vede girare vorticosamente decine di volte gli stessi carrelli, tutti simili ma nessuno uguale, che entrano a turno nelle stanze senza lasciare tregua. Oss, infermieri, medici, addetti alle pulizie. E’ un gran casino! Sempre!
E in ogni stanza troviamo casi diversi, spesso associati da comunanza anatomopatologica ma quasi mai identici fra loro. E’ come nel gioco della scopa: due carte dello stesso seme non ti fanno fare scopa fra loro!
Anziani, ma anche media età, ogni tanto qualche giovane. Nord, centro, sud. Fumatori e non fumatori, dirigenti e contadini. In medicina passa di tutto e ogni storia è diversa.
Lo sappiano, ad esempio, i colleghi dell’unità pneumologica che da noi si ammalano davvero anche i non fumatori. Lo sappiano in tossicologia che anche noi abbiamo a che fare con persone affette da dipendenza.
E allora quello che viene relegato ad un reparto non specialistico forse è il più specialistico di tutti. Siamo davvero superspecialisti. A livello umano e relazionale senza ombra di dubbio. A livello clinico, parliamone. Perchè noi gestiamo tutte le condizioni assistenziali o quasi, di mille organi, con mille comorbilità.
E sinceramente anche se è tosto ogni singolo turno, forse vedendolo in questo modo può sembrare molto migliore di come i colleghi lo descrivono.
Grazie dell’attenzione.
Angela