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venerdì, Marzo 29, 2024
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Infermiera rientra da UK: “ho sprecato un anno di vita e lavoro”.

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La lettera di una collega emigrata in Inghilterra riapre il dibattito relativo alle proposte lavorative allettanti che poi allettanti non sono.

Una giovane collega emiliana ci racconta il rientro dall’esperienza lavorativa in Inghilterra che, come purtroppo anche molti altri colleghi che hanno cercato lavoro all’estero, definisce molto negativa.

Gentile Redazione di Assocarenews.it,

vi scrivo dopo aver tentato di pubblicare la mia storia su un’altra testata online che però mi ha risposto di non poter pubblicare questa storia perchè la società che mi ha portato in UK si sta accordando per fare pubblicità proprio sul loro sito.

Scrivo subito questo per far capire quanti soldi girano intorno all’emigrazione all’estero di infermieri e per denunciare questo episodio.

La mia storia però è quella di una ragazza qualunque che un volta finita l’università, decide di andare all’estero. Moltissimi miei colleghi lo hanno fatto insieme a me. Prendo appuntamento per il colloquio, mi informo e scopro che l’agenzia che mi porterà in Uk è una delle più grandi e migliori. Studio come una matta la lingua (partivo comunque con un buon livello) e mi presento. Al colloquio mi fanno due domande nemmeno e mi presentano il contratto che era già pronto perchè mi avevano richiesto già i documenti per mail.

Firmato e dopo 35 giorni dall’abilitazione ero già in territorio inglese. Mi offrono l’alloggio per le prime settimane, nel frattempo io che non avevo mai fatto una puntura se non durante i tirocini, mi trovo a lavorare in un Ospedale a 20 minuti da Londra. Che per la cronaca, qualunque ospedale viene proposto come distante 20 minuti da Londra, cosa assolutamente non vera anche perchè tra il punto estremo della metropoli londinese e la città vera e propria ci sono venti minuti di treno.

Ormai è noto anche nel nostro paese come funziona per un infermiere in Inghilterra: devi fare corsi per fare qualunque cosa. Il risultato è che per mesi lavori di fatto come Oss, forse anche meno. Nel frattempo l’NHS ti fa fare i corsi, che si sbloccano con il passare del tempo in servizio. Dai primi stipendi spendi un sacco in affitto e corso di lingua, a favore dell’Agenzia che ti ha portato là, e di cibo, perchè fare la spesa e scegliere di non mangiare il cibo in lattina è un salasso.

Dopo un anno ho deciso di tornare in Italia: povera come prima e senza sapere fare niente di più di quanto avrei imparato con due mesi in una RSA. Anzi peggio perchè qui si lavora in maniera diversa, l’infermiere ha forse meno riconoscimento ma può personalizzare maggiormente l’assistenza mentre in Uk la sensazione era che tutto fosse molto ingessato.

Grazie dello spazio che mi concedete, spero possa essere utile a far ripensare tanti giovani che non sono convinti di andare all’estero.

Elena C., Infermiera.

Dott.ssa Francesca Ricci
Dott.ssa Francesca Ricci
Francesca Ricci è una web-writer esperta in ambito sanitario. Da anni si occupa di questioni sociali, politica ed economia.
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