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giovedì, Marzo 28, 2024
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Infermiera licenziata per aver contestato dirigente e massacrata con mobbing inaudito.

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Una Infermiera è stata licenziata per aver contestato il suo dirigente. L’hanno richiamata disciplinarmente, sospesa e poi massacrata con un mobbing senza precedenti.

Riceviamo e pubblichiamo la missiva di una collega Infermiera, che qui chiameremo Simona per proteggere la sua privacy, in cui ci chiede spiegazioni rispetto ad un licenziamento. Allontanata dal lavoro dopo aver inviato una dura e-mail di proteste al Dirigente della struttura convenzionata che le dava da vivere.

“Carissimi Amici di AssoCareNews.it,

Vi scrivo perché questa volta ho qualcosa di serio da raccontarvi: sono stata licenziata!

Da tre anni lavoravo in una Residenza Sanitaria per Anziani in Lombardia. Un luogo di lavoro eccezionale, nonostante gli screzi con una collega: la mia Coordinatrice Infermieristica.

La faccio breve. Dopo aver subito una serie incessante di angherie, minacce di non rinnovo di contratto e richieste impossibili di doppi turni, ho deciso di denunciare tutto al Direttore della struttura.

Ho fatto però due errori:

  1. ho deciso di protestare per iscritto, rendendo ufficiale quello che dicevo;
  2. ho offeso pesantemente la collega, purtroppo ero arrabbiata nera con lei.

La risposta del Direttore non si è fatta attendere ed è stata pesantissima. Sono stata deferita alla Cooperativa di cui ero dipendente (infatti non lavoravo direttamente per la Residenza, ma con contratto interinale); mi ha fatto sospendere dal lavoro e mi ha dato un mese di tempo per scrivere le motivazioni che mi hanno portato ad inviare quella mail; inoltre ha minacciato di denunciarmi.

Mi sono rivolta ai sindacati, ma mi hanno chiuso tutti la porta in faccia. Ho chiesto poi ad un legale e mi ha riferito che ho usato un sistema “non consono” per protestare e per sfogarmi.

Alla fine sono stata lasciata a casa e licenziata. Ho ricevuto gli arretrati e sono senza lavoro.

Credo di aver sbagliato, ma è possibile che dobbiamo sempre sopportare senza poter nemmeno protestare?

Grazie per lo spazio che mi darete. Attendo risposte.

Simona – ex-Infermiera RSA

* * *

Contestare l’operato dell’azienda non è causa di licenziamento se le frasi non sono offensive.

Hai condiviso uno sfogo contro i tuoi superiori. Secondo quanto ci hai inviato, si potrebbe considerare soltanto una email in cui hai messo insieme tutta una serie di contestazioni maturate nel corso degli ultimi mesi.

Hai, ad esempio, contestato i criteri di ripartizione dei turni notturni, a tuo avviso volti ad agevolare alcuni colleghi ai danni di altri;

Hai ricordato che, nelle ultime settimane, ti sono state assegnate mansioni di grado inferiore rispetto a quelle che ti spettano per contratto e che, in altri casi, hai sostituito colleghi di grado superiore al tuo, con ciò evidenziato la contraddizione delle scelte aziendali. In più hai fatto notare una serie di altre mancanze nei tuoi confronti.

Il tono era chiaramente polemico ed aspro, ma mai hai mancato di rispetto usando frasi sconvenienti o poco appropriate. Certo, nascondere la rabbia e l’amarezza era impossibile. Ed è proprio per questo che ora temi ripercussioni sotto il profilo disciplinare. Così ti chiedi quali rischi ci sono nel protestare contro l’azienda.

In realtà è consentito proporre le proprie rimostranze verso il datore di lavoro anche in caso in cui ciò si consumi in uno sfogo, sempre che non si utilizzino termini offensivi o minacciosi.

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