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Giornalisti e sindacalisti: minacciati e querelati per il diritto di informazione e di tutela dei lavoratori.

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Riceviamo e pubblichiamo una nota della FIALS di Matera che difende il segretario Gianni Scinnarella. Nella missiva si denuncia l’accanirsi dei “potenti” di turno nei confronti dei giornalisti e dei sindacalisti. Il sindacato interviene a margine del monologo sanremese di Imma D’Aquino.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

ieri sera dal palco del Festival di Sanremo la nota giornalista Imma D’aquino ha lanciato, attraverso un monologo, un messaggio di allarme, nel mondo centinaia di giornalisti vengono uccisi rei di diffondere la verità attraverso le proprie inchieste, tantissimi inoltre secondo i dati della giornalista sono anche quelli che ricevono intimidazioni esplicite o mascherate da querele al solo scopo di imbavagliare chi attraverso la denuncia vuol fare emergere la verità.

Questo è purtroppo quello che mi sta accadendo a Matera al segretario della Fials Gianni Sciannarella reo di esercitare il diritto di critica sindacale.

Infatti accade che il Sindacato Fials attraverso una nota inviata alla ASM, ARAN e Regione Basilicata in data 28 gennaio 2020 (in allegato) ha fermamente contestato la decisione dell’ASM di Matera di riconfermare per l’ennesima volta (tre volte dal dicembre 2018) e sempre lo stesso Dirigente Medico, agendo in piena discrezionalità e senza motivazione, in un incarico nevralgico quale quello di Direttore Responsabile Temporaneo del Pronto Soccorso materano che con questa nuova proroga avrà in totale una durata di 18 mesi, in netta violazione del ART. 18, COMMA 4, CCNL Dirigenza medica del 2005 che prevede per questa fattispecie una durata massima 12 mesi.

Si è trattato – e si tratta – di una scelta che realizza l’obiettivo (incaricare sempre lo stesso Responsabile) attraverso una temeraria manipolazione di norme di contrattazione collettiva che FIALS ha voluto chiaramente mettere in evidenza in quella nota, esercitando il ruolo costituzionale (art. 39) tipico di ogni sindacato.

Senza mai travalicare, sempre nei limiti della continenza formale e sostanziale. Orbene, la risposta dell’ASM che è stata notificata in data 4 febbraio 2020 al dirigente sindacale territoriale, Gianni Sciannarella, di persona assume toni quasi fuori dal tempo, certamente fuori dal contesto, che qui si allega per una migliore e più attenta valutazione di tutti.

Meramente tautologica nella prima parte – davvero inutile l’intero primo capoverso – nella seconda parte la nota ASM si lancia in inattese affermazioni per le quali il sig. Sciannarella sarebbe colpevole, criticando sindacalmente una scelta sbagliata dell’Azienda, sempre in maniera pacata, ma ferma – di aver utilizzato “toni irrispettosi” (sic…), con un invito, lessicalmente poco chiaro, ma direttamente intimidatorio ad “evitare ogni possibile tenore di tipo calunnioso ed intimidatorio”. Conclude assai inopportunamente “Salvis juribus”.

Non si capisce, al di là della intimidazione che rasenta il reato di violenza privata, quali sarebbero le (inesistenti) affermazioni di FIALS abnormi e tendenziose, quali quelle non corrispondenti al vero nella ricostruzione dei fatti che hanno condotto alla riconferma del solito Direttore, quali e che significato possono avere “toni irrispettosi” in una interlocuzione paritaria tra parte datoriale e parte sindacale.

Intimidire tutti coloro che si rendono “colpevoli” di un sindacalismo vero, antagonista e conflittuale (manifestazioni, sit-in, stati di agitazione etc etc, tutte iniziative poste in campo da FIALS Matera). E’ questo il senso dii questa risposta della ASM.

Quindi ad essere messo sotto accusa non è il Segretario Sciannarella, ma un modo di fare sindacato sempre a tutela dei lavoratori.

Non è la prima volta che accade, segnaliamo che già qualche mese fa era stata fatta circolare a mezzo whatsapp un presunto esposto alla Procura con il quale la ASM denunciava presunte minacce ricevute secondo loro, durante una conferenza stampa, dai sindacali FIALS rei di aver organizzato una raccolta firme 10.500 per la precisione per richiedere le dimossioni dei vertici ASM.

Tutto questo al solo scopo di intimidire i lavoratori e i sindacalisti che secondo tale logica dovrebbero smettere di esercitare il proprio ruolo riconosciuto anche dalla legge 300/70.
Inutile replicare alla nota dell’ASM, visto che la scelta del solito Direttore è già oggetto di iniziative legali.

Ma chiediamo un immediato intervento delle istituzioni regionali, facciamo un appello al presidente Vito Bardi e all’assessore Rocco Leone per mettere la parola fine a questa controversia.

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