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Coronavirus. Michela, OSS: “sono uscita viva dall’infezione da Covid-19, ma è stata una lotta all’ultimo sangue contro la morte”.

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Emergenza Coronavirus. Michela, 38 anni, Operatrice Socio Sanitaria: “sono uscita viva dall’infezione da Covid-19, ma è stata una lotta all’ultimo sangue contro la morte; o io o lei”.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

mi chiamo Michela Curcio e sono una Operatrice Socio Sanitaria di 38 anni. Ti scrivo perché seguo da tempo il tuo giornale e l’enorme spazio che date a noi OSS. Voglio raccontarti quello che mi è accaduto in Lombardia, dove ero salita per far visita al mio nuovo compagno e dove ho dovuto lottare contro la morte per essermi infettata da Covid-19 probabilmente in autobus.

La mia storia comincia alla fine di febbraio 2020, quando ho deciso di salire su a trovare il mio amore, che vive in provincia di Bergamo dove lavora da gennaio e dove pensavo di trasferirmi anche io una volta trovata occupazione come OSS.

Per raggiungerlo sono salita in treno dal Sud. Scesa in stazione a Bergamo ho dovuto prendere un autobus di linea per arrivare a casa sua. Gli volevo fare una sorpresa, tanto lui era al lavoro e io volevo cucinargli il suo piatto preferito, le penne alla norma. Così ho fatto.

Nel pullman c’erano almeno tre persone che tossivano molto forte, uno di questi mi stava vicino, tanto che gli ho dovuto chiedere di mettersi la mano alla bocca o di utilizzare un fazzoletto per non infettarci. All’epoca si parlava poco di Coroanvirus e si pensava che l’infezione riguardasse solo la Cina.

Dopo dieci giorni l’inizio del mio calvario. Febbre alta, dispnea, tosse, diarrea. Con il mio compagno abbiamo chiamato più volte la guardia medica, ma ci hanno sempre risposto che potevo gestire la situazione a casa assumendo Tachipirina per la febbre e un antibiotico per il resto.

Ho seguito alla lettera le indicazioni del Medico. Dopo qualche giorno però il peggioramento delle mie condizioni di salute. Sono stata ricoverata in ospedale e qui in Terapia Intensiva. Ricordo solo quando mi hanno prelevata a casa e quando ho visto il mio compagno da una vetrata fuori dal reparto. Mi avevano de-intubata. Ero salva, non mi sono accorta di nulla.

Non so se erano sogni o realtà, ma mi sono trovata più volte di fronte una signora vestita di nero che mi chiedeva di seguirla. Io non l’ho voluto fare. E’ tornata più volte a sibillarmi delle frasi strane all’orecchio, io non ho mai capito cosa mi diceva. Però ora sono certa che si trattasse della morte, a cui sono scampata per la bravura di Medici e di Infermieri.

Voglio ringraziarli per quello che hanno fatto. Ora sono una persona diversa, mi sento una sopravvissuta.

Un abbraccio a tutti i lettori di AssoCareNews.it e mi raccomando restate a casa, non scendete al Sud ad infettare chi è scampato a questo stronzo virus.

Michela Curcio, OSS

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