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Coronavirus. Maria, Infermiera: “guadagnavo 1270 euro al mese in un reparto Covid, mi sono licenziata”.

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Emergenza Coronavirus. Maria, Infermiera di 33 anni: “guadagnavo 1270 euro al mese in un reparto Covid, mi sono licenziata, preferisco stare a casa, questa professione è diventata umiliante”.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

sono Maria P., ho 33 anni, sono una Infermiera e da qualche giorno mi sono licenziata. Lavoravo in una avveniristica struttura privata convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale e di recente diventata Covid-Hospital grazie ad un accordo con la Regione Lombardia.

Fino all’avvento del Coronavirus la nostra era una clinica di eccellenza o almeno lo pensavo. Guadagnavo poco, quasi 1270 euro al mese, ma mi bastavano per la vita che faccio.

Nelle ultime settimane, però, è cambiato tutto. Il pericolo di contagiarsi è diventato sempre più reale, tant’è che già tre dei miei ex-colleghi risultano essere Covid-positivi e sono in quarantena a casa.

Andavo a lavoro con il cuore in gola, non lavoravo più bene, non ero più io. Ho chiesto supporto psicologico all’azienda, ma non mi è stato dato, anzi mi è stato dotte francamente che non c’era tempo per queste “str…”.

Cinque giorni fa ho rischiato di brutto. Un paziente Covid-positivo ha iniziato a tossire e ad agitarsi, stava soffocando. Non avevo la maschera adeguata (le FFP2 o le FFP3) e sono riuscito a schivarlo infilandomi nella stanza di fronte e chiudendo la porta.

Ho avuto paura, per la prima volta mi sono chiesta che cosa stessi facendo in quell’ospedale, non era più il lavoro che avevo deciso di fare, non era più la mia professione.

Avevo paura, si avevo paura. Così, forse da codarda, qualche giorno dopo ho deciso di smettere, fare l’Infermiera non mi interessava più. E poi non mi pareva giusto rischiare di infettarsi o di morire per 1270 euri al mese.

Siamo carne da macello per le dirigenze e lo saremo anche dopo questa emergenza, che prima o poi cesserà.

#Resistoacasa #Noncelafacevopiù

Maria P., Infermiera

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