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Coronavirus. Clara, OSS: “torno a lavorare in ASP, nell’ASL è un manicomio nei reparti Covid-19, disorganizzazione assoluta”.

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Emergenza Coronavirus. Clara Poggi, Operatrice Socio Sanitaria: “torno a lavorare in ASP, nell’ASL è un manicomio nei reparti Covid-19, disorganizzazione assoluta”.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

sono una OSS e vi scrivo per raccontarvi la mia disavventura nell’Azienda sanitaria pubblica (una ASL) in cui mi avevano chiamato a lavorare con un contratto di sei mesi e da cui mi sono licenziata dopo appena 15 giorni. Torno a lavorare nella mia vecchia Azienda Servizi alla Persona. Per fortuna che mi ero messa in aspettativa.

Forse sono stata sfortunata, forse ero già indisposta io prima di iniziare, fatto sta ho vissuto un incubo. Mi hanno inserita in una Lungodegenza COVID-19. Il primo giorno subito impatto negativo: la Caposala mi chiama nel suo ufficio e mi dice letteralmente “se vuoi lavorare qui non devi rompere le scatole, abbassa la testa, lavora e fai l’igiene bene ai Pazienti; tu vieni dalla casa di riposo sai già cosa fare”. Che bell’inizio!

Me ne sono andata avvilita, stavo quasi per scoppiare a piangere. Nemmeno un benvenuto, nemmeno una frase di incoraggiamento, nemmeno un piano d’ingresso per il neo-assunto. Subito messa a lavorare con la scusa che mancava il personale.

Per prima cosa io non lavoravo in una casa di riposo, ma in una Residenza Sanitaria Assistenziale gestita da una Azienda Servizi alla Persona, un’azienda seria che ci trattava da persone, da professionisti socio-sanitari, che non ci trattava così a pesci in faccia.

Anche a livello organizzativo ho notate tante differenze: in ASL c’è mancanza di prodotti per la detenzione e l’igiene del paziente, c’è mancanza di procedure per il distanziamento, per lo sporco-pulito, mancano i Dispositivi di Protezione Individuale, manca il giocare in squadra.

In ASP eravamo una famiglia, in ASL non ho notato la stessa armonia, ognuno lavorava per sé, ognuno seguiva le proprie regole, ognuno faceva come gli pareva. E poi si capiscono perché ci sono tante infezioni tra gli operatori.

Ho incontrato Infermieri scorbutici, ma anche Infermieri che mi hanno aiutata. Uno di loro, di sua spontanea volontà, mi ha insegnato la vestizione. Possibile che la Caposala non si è resa conto che io non ero in grado di vestirmi correttamente per fare l’igiene e dare da mangiare ai Pazienti con Coronavirus?

E non è tutto, molti Infermieri mi chiedevano di dare la terapia agli Assistiti, preparata però da loro, durante i pasti. Io mi sono più volte rifiutata, perché non era il io compito, rischiavo sulla mia pelle e non ero in grado di reagire in caso di eventi avverso o peggio non ero in grado di garantire che l’assunzione era corretta.

Insomma per farla breve dopo 15 giorni mi sono licenziata in tronco. Ho richiamato la mia vecchia ASP e ho chiesto di essere ripristinata in servizio godendo dei benefici dell’aspettativa. La dirigenza ha accettato di buona lena il mio ritorno in struttura e ora sono in attesa di finire il periodo di quarantena preventiva per ritornare tra i miei anziani, tra i miei colleghi, tra chi mi fa sentire veramente un essere una persona umana.

Grazie per lo spazio che mi darete.

Clara Poggi, OSS

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