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Concorso Infermieri: vincerlo non sempre è positivo se c’è l’amore!

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Carissima Redazione di AssoCareNews.it,

sono Gabriele e sono un infermiere dal 2016. Oggi vi voglio raccontare la mia esperienza riguardante i concorsi pubblici. Il mio primo concorso lo svolsi a Varese, poco più di un mese dopo la mia assunzione presso una struttura privata.

Ricordo che ci andai assieme a due miei amici che, come me, si trovavano per la prima volta ad affrontare questa esperienza. Vi partecipai senza nessuna pretesa, in fondo era il primo di una lunga lista, pensai, ma tentar non nuoce. Il concorso è stato organizzato in un hotel molto rinomato della cittadina, con tanto di bar interno e piscina; ricordo di essere stato quasi euforico per tutto quel che stava accadendo, il tutto accompagnato da una lieve tachicardia (un po’ di ansia ci vuole, suvvia).

Passai al primo turno, mentre gli altri due passarono al secondo. La prima prova l’ho fatta con moltissima tranquillità e calma, cosi come quando toccò agli altri, tant’è vero che mi rilassai al bar e ai tavolini della piscina. Alla fine due di noi passarono lo scritto, e ci toccò tornare per la prova “pratica” (pratica solo di nome alla fine, della durata di 5 minuti).

Provai quasi le stesse emozioni e sensazioni. Entrambi passammo la prova. Tempo dopo fecero i calendari per la prova orale (e lì sì che venne un po’ più di ansia).

Ricordo che ci andai assieme a mio padre. L’attesa è stata un po’ snervante, ma è finita in fretta. Alla fine andò bene. Cavolo! Ero in una graduatoria! Avevo passato il mio primo concorso! Mi sentivo potente come se avessi vinto un torneo mondiale! È stata una bellissima sensazione. Anche il mio amico è finito in graduatoria, con un punteggio più alto del mio.

Qualche mese dopo l’uscita della graduatoria, conobbi Simona, con la quale mi misi assieme, e poi ci fidanzammo. E un giorno, quasi un anno dopo, mi chiamarono dalla ASST dei Sette Laghi, per collocarmi a Varese. Ovviamente accettai la loro proposta. Ma lì subentrarono alcune problematiche. La più preponderante: Simona non poteva seguirmi a Varese, per diversi fattori. Da allora, ogni volta che ho il giorno di riposo corro da lei, nonostante i 150 km da percorrere.

È una situazione limitante: abbiamo un sacco di progetti da voler fare assieme, ma finché saremo lontani, non potremmo mai realizzarli; inoltre le possibilità di trasferimento sono davvero poche.

Comunque ammetto che il reparto in cui lavoro mi piace molto, sia per la tipologia di pazienti che trattiamo, sia per l’equipe con cui mi sono unito. Un bel giorno, si ebbe la notizia di un concorso nella mia zona.

Si iscrissero più di 5000 persone, e avrebbero passato la preselezione poco meno di 1000. A me e ad altri miei amici e colleghi ci sembrò una flebile speranza, che comunque eravamo intenzionati a perseguire. Il giorno della preselezione, ricordo che mi sentivo quasi il cardiopalmo: ero più agitato rispetto al solito: per me questo era IL CONCORSO!

Se lo vinco, pensai, potrò finalmente costruire una vita assieme alla mia ragazza, senza dover vivere lontani. Arrivò il test. Guardai le prime domande, e già mi stavo per mettere le mani nei capelli, anche se poi in effetti non è stato molto difficile. Dopo poco più di una settimana, uscirono gli esiti … L’avevo passata!!! Avevo passato la preselezione!

Di quei 5000, ero in quel migliaio di persone fortunate che vennero ammesse alla prova scritta. Ancora non potevo crederci. Purtroppo molti miei amici invece, sono rimasti delusi. E ora aspettiamo di fare la prova scritta.

Per concludere, ho fatto una manciata di concorsi, e li ho fatti tutti con spirito di leggerezza ed allegria: una giornata in cui facevamo una macchinata e andavamo a metterci in coda insieme ad altri “disperati” per un posto pubblico presso un ASL. Soltanto quest’ultimo che ho descritto pocanzi l’ho vissuto con un filo di ansia in più: questo concorso non significa solo un posto di lavoro, ma anche la possibilità di poter ricongiungermi alla mia ragazza e alla mia famiglia, e poter costruire qualcosa di importante.

Ripongo tantissime speranze in questo concorso.

* * *

Carissimo Gabriele,

chi ti scrive ha vinto tantissimi concorsi e si è trovato a lavorare tra Liguria, Emilia Romagna e Veneto. Ogni volta che ho cambiato Azienda per un indeterminato mi sono dovuto “ricostruire”, ogni volta sono dovuto ripartire da zero nella amicizie, nei rapporti con i colleghi, nella conoscenza delle procedure di reparto, nella conoscenza della tipologia di pazienti, negli amori. Un rapporto in lontananza è difficile da mantenere, ma se ci credete andrete avanti e prima o poi vi ritroverete assieme sotto lo stesso tetto per “ricostruirvi” nuovamente e partire con una nuova fase della vostra vita. Ce la farai a ricongiungerti con la tua amata e supererai sicuramente questo Concorso. Abbi pazienza e continua a studiare. Il Team tutto di AssoCareNews.it te lo augura di tutto cuore.

Angelo Riky Del Vecchio, Infermiere e Giornalista

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