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Aumenti Stipendi Infermieri: ministro Madia si tenga gli 85 euro lordi!

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Lettera aperta al ministro Madia: si tenga gli 85 euro lordi di aumento, ma non smetta di umiliare gli Infermieri!

Buona sera Ministro Madia,
 
Io so chi è lei, almeno per “sentito dire”, ma forse Lei non sa chi sono io. Dal basso della mia presunzione penso di potermi presentare con queste poche parole che dicono tutto di me.
Mi chiamo Elisa, ho 27 anni e sono un’INFERMIERA precaria del Centro Oncologico di Riferimento di Aviano.
Mai, fino a ieri, avrei pensato di spendere mezz’ora del mio tempo, di rientro dal turno pomeridiano, per scriverLe.
Sa, credo di manifestarle, a pieno titolo, la delusione della mia categoria dopo la firma del contratto di povertà e assurdità della sanità italiana.
Ieri ero in piazza, a Roma, dopo quasi dieci ore di viaggio in pullman dal Friuli. Mentre io stavo sotto l’acqua che batteva incessante, lei, con altri discepoli al seguito, stavate seduti intorno ad un tavolo per decidere le sorti del nostro (MIO) contratto. Ma questo, si sa, non ha influito nelle vostre decisioni.
 
Le dico la verità, ci ho sperato. Ho sperato che tutti quegli sguardi decisi accanto a me vi facessero virare verso altre proposte. Ci ho sperato quasi fino a crederci. Ed invece…
 
Vi ho visto qualche ora dopo, mentre cercavo di consumare il mio pranzo ed asciugarmi dopo il diluvio, ESULTARE. Rilasciare interviste citando stati d’animo gioiosi per un accordo arrivato dopo “estenuanti 28 ore di contrattazione”.
 
28 ore definite estenuanti, lo ripeto.
 
A leggerla, centrando il focus sulla parola “ESTENUANTE”, potrei pensare ad un turno notturno di un infermiere qualsiasi in un qualsiasi reparto. Ad un banalissimo turno mattutino con 45 posti letto e due infermieri. Ad un turno pomeridiano in un pronto soccorso con pazienti costretti ad ore di attesa perché, la carenza di personale, non riesce a garantire un numero sufficiente di ambulatori attivi.
 
Mi spiace comunicarle che al disservizio che purtroppo subiscono i pazienti, in maniera crescente con il passare del tempo, siamo noi a doverne rispondere in prima persona. Siamo noi a dover subire gli stati d’animo e le aggressioni, purtroppo non solo verbali, del paziente che è stanco di aspettare. Delle persone che stanno male e di aspettare proprio non se lo possono permettere.
 
Volevo porle una domanda: “Lei lo sa cosa fa un infermiere? Lei sa quale è l’importanza che abbiamo nel garantire l’assistenza al paziente? Lei sa quanto NOI infermieri possiamo fare la differenza sulla diagnosi, sulla cura e sulla prognosi? Lei sa quante responsabilità ci competono e a quanti rischi siamo esposti?”
 
Queste domande potrebbero sembrare provocatorie ma il mio fine è un altro. 
Sa, quando un infermiere rientra a casa non esulta. Non esulta perché il più delle volte, quello stesso lavoro, quei volti, quei visi, quella sofferenza o quei sorrisi se li porti tutti a casa.
 
Sedendoci intorno ad un tavolo di contrattazione dovremmo pensare anche a questo.   Dovremmo pensarci quando con una firma si rende il lavoro straordinario obbligatorio “SALVO GIUSTIFICATI MOTIVI DI ADEMPIMENTO”; ci si deve pensare quando ci viene tolto il diritto alla pausa di 30 minuti per i turnisti; Quando ci vengono dati 15 minuti per timbrare, raggiungere gli spogliatoi, cambiarci, tornare in reparto e prendere consegne; ci si deve pensare quando si attua una deroga alle 11 ore di riposo per esigenze dell’azienda (non del lavoratore); Quando ci si vanta della lotta al precariato dandole manforte con la pronta disponibilità estesa a tutti i reparti di degenza.
 
Non ho citato la parte economica perché credo che quella si commenti da se: un infermiere che ha l’obbligo di Laurea e formazione continua riceverà lo stesso stipendio di un qualsiasi soggetto con diploma di scuola secondaria, senza responsabilità alcuna.
 
Mi spiace Ministro, mi spiace che ancora una volta la mia professione non venga riconosciuta intellettuale come si legge solo sui libri. Mi spiace dovermi ancora giustificare con i pazienti quando ci vedono stanchi e non trovano un sorriso, perché, quello stesso sorriso, ce lo state togliendo.
 
Questo è ESTENUANTE. Io purtroppo non ci sto.
 
Elisa Mele, Infermiera 
 
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