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Antonino, Infermiere licenziato da ASL pubblica perché affetto da sclerosi multipla. Non ha ricevuto alcun preavviso.

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La lettera di Antonino Basaglia, Infermiere affetto da sclerosi multipla, riapre la discussione sulla necessità di rivedere le norme di tutela dei lavoratori disabili. Licenziato senza preavviso da ASL pubblica.

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

salve, sono un ex-Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere presso il Di.P.Sa. di Novi Ligure. Prima in DEA. Racconto brevemente la mia storia. Mi laureo in Infermieristica il 17/11/2010 presso l’università degli Studi di Milano.

OSS disabile licenziata da azienda pubblica perché non idonea alla mansione. Ha deformazione alla spalla.

Inizio a lavorare a tempo determinato presso la Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano per 3 anni. Poi lavoro sempre a tempo determinato presso l’ospedale Civile di Legnano, fino al 15/11/2014, quando inizio a lavorare a tempo indeterminato presso l’ASL AL dopo aver vinto concorso pubblico come CPSI. Vengo assegnato in Dea, dove lavoro fino fine febbraio 2016, quando comincio ad avvertire qualche difficoltà ed in seguito a ricovero ospedaliero mi viene diagnosticata la sclerosi multipla.  Per l’intero anno 2016 ho usufruito della malattia. Il 13 settembre 2016 ho eseguito visita medica dal medico competente per riprendere il lavoro. Sono stato dichiarato idoneo parzialmente con diverse limitazioni e prescrizioni, ma non trovandomi un’adeguata assegnazione, sono stato obbligato a continuare la malattia. Il 23/01/2017 ho eseguito visita medica dal medico competente per rientro al lavoro dopo lunga assenza. Sono stato dichiarato inidoneo temporaneamente alla mansione di CPSI. Sono rientrato a lavoro in Dea con mansioni amministrative di supporto alla caposala. Il 20/07/2017 ho eseguito visita medica dal medico competente e sono stato dichiarato inidoneo permanentemente alla mansione di CPSI. In data 24/07/2017 sono stato assegnato con mobilità d’ufficio presso altro servizio. In data 16/08/2017 ho effettuato ricorso avverso al giudizio del medico competente. In  data 17/11/2017 ho ricevuto dal Dipartimento di Prevenzione S. O. C. Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (ASL AT) il giudizio – inidoneo permanentemente alla mansione di CPSI con nota: “si ricorda che il giudizio di idoneità dovrà essere rivalutato da parte del medico competente in caso di variazioni di rischi lavorativi, di compiti lavorativi e/o di variazioni tecniche/organizzative.” In data 11/12/2017 presento domanda di pensione di inabilità ai sensi dell’art. 2, comma 12, della L. 8/08/1995, n. 335, per infermità non dipendente da causa di servizio per la quale si trova nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa; per la quale ho rinunciato verbalmente dopo essere stato convocato dalla commissione medica di verifica in data 22/05/2018 – 7/06/2018 – 17/09/2018. In data 15/01/2018 mi viene richiesta visita medico collegiale. In data 22/01/2018 richiedo visita dal medico competente . In data 14/02/2018 vengo inquadrato nel profilo di rischio E1. In data 06/03/2018 eseguo visita medica dal medico competente e vengo dichiarato idoneo parzialmente permanentemente con limitazioni alla mansione di CPSI. In data 14/06/2019 eseguo visita medica dal medico competente e vengo dichiarato idoneo parzialmente temporaneamente con limitazioni e prescrizioni. In data 23/10/2019 eseguo visita dal medico competente e vengo dichiarato idoneo parzialmente permanentemente con prescrizioni e controllo clinico fra tre mesi. In data 25/10/2019 vengo contattato telefonicamente dalla CPSI in servizio presso il medico competente per fissare una nuova data per un colloquio con  il medico competente. In data 30/10/2019 eseguo visita medica dal medico competente e vengo dichiarato inidoneo permanentemente alla mansione di CPSI. In attesa di assegnazione per inidoneità alla mansione di CPSI ho effettuato 20 gg di ferie durante i quali, sono stato contattato telefonicamente dall’Ufficio personale di Alessandria in cui mi veniva chiesto espressamente di continuare con i giorni di ferie e successivamente usufruire dei giorni di malattia in attesa del giudizio da parte della Commissione medico collegiale. Vengo informato dall’ufficio giuridico della mia ASL dell’attivazione della procedura di richiesta di domanda di pensione di inabilità ai sensi dell’art. 2, comma 12, della L. 8/08/1995, n. 335, per infermità non dipendente da causa di servizio per la quale si trova nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. In data 27/11/2019 vengo informato tramite lettera dell’attivazione della procedura interna per l’accertamento della idoneità al servizio e della sussistenza delle condizioni per poter disporre la

sospensione cautelare ai sensi di quanto previsto dal Regolamento Aziendale approvato con deliberazione n. 747 del 19/11/18. In data 29/11/2019 vengo informato della richiesta eseguita presso il collegio medico aziendale ASL AL – Medicina Legale di richiesta, fermo restando il giudizio del medico competente di essere ricollocato nel ruolo tecnico- profilo professionale Operatore Tecnico Specializzato Servizi Generali e Tecnici (cat. BS). Riservando l’attivazione della procedura di sospensione cautelare prevista dal Regolamento Aziendale. Il 30/06/2020 eseguo visita presso la commissione medica di Verifica di Torino e vengo dichiarato inidoneo a svolgere  qualsiasi attività lavorativa. Il 16/07/2020 vengo licenziato dalla mia  ASL. Mi accorgo del licenziamento, perché non sono stato avvisato, dalla busta paga del 27/07/2020, dove oltre ad esserci chiaramente scritta la data di fine contratto c’era la voce “indennità mancato preavviso licenziamento”. Informare no, così da attivare pratica di prepensionamento? Mi ritrovo da luglio senza compenso economico, con una famiglia da far vivere e in attesa della pensione. E quanto sarà economicamente la pensione?

Grazie per lo spazio che mi dedicherete.

Antonino B., ex-Infermiere in attesa di pensione per disabilità

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