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Beatrice Lorenzin: le Professioni Sanitarie rappresentano il futuro dell’assistenza nel nostro Paese.

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Maxi-Ordine delle professioni sanitarie: inizia un percorso comune per assicurare qualità delle prestazioni e sostenibilità del sistema sanitario.

La neonata Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (TSRM e PSTRP), riunita nel suo primo congresso a Rimini, è un organo di tutela non solo delle professioni rappresentate ma anche dei cittadini. La collaborazione è il punto di partenza per affrontare le ardue sfide dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese.

Intervista all’Onorevole Beatrice Lorenzin, ex Ministro della Salute.

Beatrice Lorenzin con Saverio Proia e Alessandro Beux.
Beatrice Lorenzin con Saverio Proia e Alessandro Beux.

Onorevole Lorenzin, Lei è stata la fautrice della Legge 3/2018 per il riordino delle professioni sanitarie, che porta il suo nome. Da quella legge è poi nata la Federazione nazionale degli ordini TSRM e PSTRP. Che effetto fa essere qui a Rimini e vedere il compimento di questo progetto?

Questo primo congresso FNO TSRM e PSTRP è un traguardo ma nello stesso momento anche un punto di partenza: per me oggi vedere questa sala stracolma dei componenti dei rappresentanti principali del maxi-Ordine delle professioni sanitarie è veramente motivo di grande orgoglio”, ha esordito Lorenzin. “È stato un lavoro difficilissimo ma siamo arrivati a questa conclusione: ora c’è in campo in Italia uno strumento assolutamente innovativo contro l’abusivismo professionale a tutela non solo dei pazienti ma anche degli operatori sanitari, che possono avere da un lato una maggiore protezione deontologica e dall’altro lato un sistema di autogoverno della professione; ora ci sarà un ulteriore passaggio con l’elezione delle Commissioni d’albo, ma il maxi-Ordine è già pronto per vivere sempre di più all’interno dell’organizzazione del mondo sanitario sia a livello centrale sia a livello regionale”.

Nel suo intervento, Fulvio Borromei, membro del Comitato centrale della Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCEO), ha lanciato un segnale di grande apertura e disponibilità alla collaborazione tra medici e professionisti della sanità. Che cosa cambierà per la Sanità italiana?

Certamente le due Federazioni potranno collaborare sempre di più è sempre meglio: la FNOMCEO, invece di avere rapporti estemporanei con quelli che una volta erano i Collegi delle singole organizzazioni, differenziati Regione per Regione, potrà rivolgersi a un unico interlocutore, e i vantaggi si sentiranno soprattutto nel campo della formazione e delle linee guida, perché si potranno avere dei disciplinari che si integrano tra loro. Oggi la medicina è sempre più fatta in team, in collaborazione con gruppi con diverse specialità, e saper formare e sapere gestire i gruppi di lavoro è un elemento di successo.

Una delle grandi questioni sul tavolo è la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Come potrà il neonato maxi-Ordine dare il proprio contributo?

La sostenibilità è da una parte eliminazione delle inefficienze: quanto più si lavora seguendo delle linee guida, secondo modelli che vengono organizzati e disciplinati, tanto più le inefficienze vengono meno; dall’altra parte, la sostenibilità è capacità di accogliere l’innovazione: è evidente che una grande organizzazione ha anche i mezzi per raggiungere questo obiettivo, per esempio nel campo della formazione professionale.

Strettamente connesso al tema della sostenibilità vi è quello della prevenzione. Quali prospettive si aprono con il cammino intrapreso dal maxi-Ordine?

La prevenzione è ovviamente il primo punto all’ordine del giorno per affrontare la sfida della sostenibilità: è un capitolo ben presente nei nuovi paradigmi e nelle nuove equazioni per calcolare il rapporto costo/beneficio delle prestazioni, perché solo così può essere sostenibile un Paese in cui l’età media continua ad aumentare. È evidente tuttavia che per fare buona prevenzione occorrono operatori della prevenzione: tutto il Sistema sanitario deve lavorare in team per raggiungere questo obiettivo, sia nella diagnosi precoce sia oggi nel nuovo campo della diagnostica personalizzata, premessa fondamentale per la medicina personalizzata. Per mettere in moto tutto questo c’è bisogno di una compartecipazione tecnica di alto livello e strumentazioni diverse, che in Italia ancora oggi non ci sono, basti pensare alla partenza tardiva di un grande centro per la diagnosi e la genetica molecolare come lo Human Technopole di Milano.

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