Storia di volontariato, tanta fame, incredibile povertà e di un infarto.
Angela Coletta ha oggi più di 60 anni ed ha alle spalle una esperienza di vita spesso ai limiti dell’umano. Lei è originaria di Rignano Garganico, in piccolo comune di 2000 anime ubicato sulle alture della Montagna del Sole. Di seguito racconteremo una parte incredibile della sua esistenza, fatta di volontariato puro in Africa, di assistenza a minori con patologie e lesioni spesso mortali, e di un infarto del miocardio che le ha fatto rischiare la morte. Silvio Berlusconi e Maurizio Sarlo dei Cavalieri di Gerusalemme l’hanno salvata dalla dipartita terrena. Oggi ritornerebbe a fare quella esperienza unica nella Repubblica Centrafricana. La chiamavano Infermiera, in realtà ha fatto l’Infermiera per necessità, ma non ha mai studiato per esserlo davvero.
Abbiamo ascoltato Angela che oggi vive da sola nella sua abitazione di Ventimiglia (Liguria, a qualche metro dal confine con la Francia), dove lavora come sarta e ogni tanto si dedica alle opere di bene in qualità di volontaria (coi Carmelitani Scalzi di Arenzano, per i quali si recò in Africa per offrire il proprio apporto e la propria esperienza di donna vissuta).
In questo servizio presenteremo anche una nutrita galleria fotografica, realizzata in collaborazione con l’ex-compagno Alberto Rota. Le immagini parlano da sole e ci restituiscono il crudo spaccato di un vissuto reale.
Le foto si riferiscono ad un arco di tempo che va dal 2009 al 2014. Ad insegnarle il lavoro di “infermiera sul campo” è stata la dott.ssa Patrizia Emiliani, che gestisce un nosocomio nella capitale centroafricana Bangui (Angela viveva e operava a Bauro).
Gestione delle lesioni.
“Ero chiamata quotidianamente a gestire lesioni di varia natura; nella Repubblica Centrafricana non è possibile curarsi, o hai i soldi e puoi accedere agli ospedali o muori di infezioni e di malattia – ci spiega Angela – ecco perché i frati Carmelitani chiedevano a me e ad altri volontari di occuparci soprattutto dei più piccoli, che erano e sono quelli più indifesi. Ho curato lesioni di ogni tipo, ho imparato a farlo grazie anche agli accorgimenti dea dottoressa Emiliani e all’esperienza dei religiosi. Pochi i prodotti medicali a disposizione, quasi sempre Gentamicina, Gentamicina con Betametasone, garze, fasce, cerotti, iodopovidone e semplice acqua bollita allo scopo di abbattere la contaminazione batterica; abbiamo fatto miracoli senza mezzi e senza la sicurezza di farcela”.
“I bambini spesso si auto-creavano lesioni camminando nei prati dove c’era un’erba particolare che ha foglie acuminate e taglienti; le ferite non gestite bene si infettavamo quasi subito e in alcun casi portavano a conseguenze irrimediabili; a ciò occorre aggiungere le cadute accidentali o le lesioni provocate da usanze strane o costrizioni legate a riti religiosi” – aggiunge Angela.
Gestione dei malnutriti.
“Per i bimbi malnutriti ho fatto e abbiamo fatto tanto – aggiunge Coletta – davamo loro da mangiare, li nutrivamo con il latte e con tutto ciò che ci arrivava dall’Italia o coltivavamo in loco. In questi posti la povertà è estrema e l’igiene inesistente. Il tasso di mortalità infantile è altissimo. Spesso le malattie nascevano nei bambini perché i genitori non cucinavano o lavavano bene i cibi o utilizzavano sostanze e derivati di frutti, ortaggi e verdure non consoni all’alimentazione nei pediatrici. Non avevamo nulla, per fare un biberon utilizzavamo dei guanti e delle bottiglie di birra. Ci adattavamo al momento, cercando di garantire un pasto adeguato a tutti assieme alla scolarizzazione”.
L’infarto nel 2010 e l’intervento di Silvio Berlusconi e della Farnesina.
Ricoverata d’urgenza presso l’ospedale di Bergamo il 28 febbraio 2010. Angela stava malissimo, aveva già chiesto al capo dei frati carmelitani l’estrema unzione. Poi all’improvviso la visita del nunzio apostolico (cattolico) all’ospedale di Bangui, l’intervento di Maurizio Sarlo sula Farnesina e sul Governo di Silvio Berlusconi. Seguì l’immediato trasferimento nel nostro Paese attraverso mezzi aerei militari e sanitari dell’esercito italiano, Infermieri e Medici che l’hanno stabilizzato in loco e poi condotta in sicurezza verso il nosocomio bergamasco. Qui è stata ricoverata in UTIC e sottoposta a dissoluzione coronarica mediante l’impianto in emergenza di due stent.
Il ritorno in Africa.
Dopo essersi ripresa Angela è tornata a fare volontariato e la “infermiera sul campo” fino al 2014, quando è stata costretta ad andar via dopo i fatti bellici successiva ad un terribile golpe militare, che a portato al rovesciamento del potere costituito attraverso la creazione di una nuova Repubblica. Una guerra nata per la conquista dello Stato, ma soprattutto per le miniere di diamanti.
Esperienza irripetibile.
Ad Angela abbiamo chiesto se aveva intenzione oggi di ripetere quella esperienza di volontariato. Ci ha risposto di no “perché non avrei le forze per fare bene e queste persone hanno bisogno del massimo della lucidità e della prestanza assistenziale”.