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Insegnanti-Infermieri? Il ministro Bussetti fomenta l’abuso di professione.

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Insegnanti-Infermieri? Il ministro Bussetti fomenta l'abuso di professione.

Bocciata la proposta del responsabile del MIUR da Medici, Docenti e Infermieri

La proposta del ministro della pubblica istruzione e dell’università Marco Bussetti di creare insegnanti capaci di somministrare farmaci specifici per specifiche patologie è bocciata di fatto da Medici, Infermieri e persino Docenti. I primi due professionisti parlano di abuso di professione, i terzi parlano di responsabilità immani che non possono essere affidate al personale docente, che è già oberato da incarichi che vanno oltre il semplice insegnamento.

Come si ricorderà nei giorni scorsi il ministero Bussetti aveva annunciato un accordo tra Ministero, Consiglio nazionale Ordine degli Psicologi e Società Italiana di Pediatria, senza passare dall’Ordine nazionale dei Medici (Fnomceo) e dall’Ordine nazionale degli Infermieri (Fnopi), dimostrando di fatto di non conoscere il ruolo e le competenze delle professioni prese in considerazione in quello che è stato definito un “patto scellerato” ai danni degli utenti finali: gli alunni, il più delle volte minorenni.

Le famiglie preoccupate

Il bello è che Bussetti non ha interpellato né i docenti, né i dirigenti scolastici sull’argomento, interpretando delle esigenze delle famiglie che non sono né in cielo, né in terra. I genitori vogliono il meglio dell’assistenza per i loro figli ammalati e non degli insegnati che con pochi ore di corsi devono garantire l’assunzione della terapia. Chi garantirà per eventuali reazioni avverse? Chi rileverà i parametri vitali ai ragazzi e alle ragazze interessate prima di somministrare i farmaci? Chi dovrà valutare la somministrabilità della terapia? Sono tutte domande che si stanno ponendo i genitori di discenti ammalati a cui il ministro dell’istruzione dovrà prima o poi dare una risposta.

I farmaci somministrabili solo da Medici, Infermieri e Infermieri Pediatrici

In Italia, per fortuna direi, la somministrazione dei farmaci, sotto qualsiasi forma e via di infusione, è prerogativa di Medici, Infermieri, Infermieri Pediatrici e in alcuni casi da altre figure sanitarie quali le Ostetriche. Sono categorie professionali regolarmente abilitate e riconosciute dallo Stato, con tanto di lauree, master e specializzazioni. Pensare di affidare la terapia, anche se solo in casi particolari, agli insegnanti è un qualcosa che va contro il senso comune e contro le regole statali. Anche per questo la proposta di Bussetti non potrà mai passare se non passerà prima da Fnomceo e Fnopi e per essere ancor più chiari se non prevederà il coinvolgimento diretto almeno degli Infermieri e degli Infermieri Pediatrici.

Qualche mese fa accordo tra Fnopi e Fdg per la gestione del Diabete di tipo 1 a scuola

All’avvio dell’anno scolastico in corso la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) e la Federazione Diabete Giovanile (Fdg) annunciarono la stipula di un protocollo d’intesa per la gestione dei pazienti diabetici pediatrici in classe. A rendere noto l’accordo furono la Presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli e il presidente Fdg Antonio Cabras. Con gli Infermieri la Federazione Diabete Giovanile voleva e vuole realizzare tutte le azioni necessarie per qualificare e garantire appropriatezza clinico-assistenziale ai percorsi di vita quotidiana dei giovani con diabete.

“In tutti i sistemi socio sanitari, spiega la presidente FNOPI Dott.ssa Barbara Mangiacavalli, è ormai consolidata la consapevolezza che lo stato di salute della popolazione giovanile inciderà, in senso positivo o negativo, su quella che sarà la salute della popolazione adulta futura. Per questo FDG e FNOPI hanno voluto delineare un primo quadro nazionale di interventi diretti al pieno riconoscimento del diritto all’assistenza sanitaria in ambito scolastico per i minori con diabete TIPO 1. Il documento dovrà costituire la cornice per un riassetto della normativa nazionale soprattutto riguardo alle competenze delle Regioni”.

3 milioni di studenti cronici pediatrici in Italia

Il mondo della cronicità in età pediatrica è un’area in progressiva crescita che comporta un notevole impegno di risorse nella continuità assistenziale e una forte integrazione tra i servizi sanitari e quelli sociali. In Italia sono 3 milioni i bambini affetti da patologie croniche, oltre 20.000 affetti da diabete di TIPO 1 e molti di questi in età scolare.

Nell’anno scolastico 2012-2013, è stata condotta dall’ Istat in collaborazione con il ministero dell’Istruzione un’ indagine sulla somministrazione dei farmaci nelle scuole primarie e secondarie di 1° grado, statali e non statali con l’obiettivo di rilevare le iniziative intraprese dalla scuola per la somministrazione di farmaci ad alunni affetti da patologie croniche.

Dall’ indagine alla quale ha aderito l’ 82% delle scuole emergono dati preoccupanti: la somministrazione dei farmaci avviene da parte dei genitori per il 13,87%, dal personale scolastico per il 54,27%, dalle AASSLL per il 5,80%, da altro personale per l’ 1,98%, da nessuno per lo 0,61%, non è stato censito il 24%.

Nel 90,22% degli istituti scolastici non è presente un protocollo per la somministrazione dei farmaci.

Nel panorama normativo nazionale manca attualmente riconoscimento adeguato del fenomeno delle patologie croniche che interessano i bambini e gli adolescenti.

La presa di posizione della Federazione Diabete Giovanile

“È purtroppo facile rilevare – aggiunge il Cabras – da parte delle associazioni dei pazienti e degli ordini professionali che si battono per la loro tutela, che questi bambini e adolescenti non vivono l’esperienza scolastica, sportiva, relazionale e sociale al pari dei loro coetanei. Le abitudini di vita di queste persone sono seriamente condizionate dalle loro malattie e ancor più spesso risulta condizionata la vita dei loro familiari. Indubbiamente la lacuna normativa contrasta con i principi generali dell’ordinamento costituzionale e con i più importanti trattati internazionali in materia di diritti fondamentali dell’individuo e del fanciullo”.

Agli alunni con patologie croniche e non croniche va garantita l’assistenza di estrema qualità

Secondo FDG e FNOPI quindi è il momento di un adeguamento normativo e il documento propone un primo quadro nazionale di interventi diretti al pieno riconoscimento del diritto all’assistenza sanitaria in ambito scolastico per i minori con diabete TIPO 1. È necessario garantire a tutti ai bambini e adolescenti che risultino affetti da patologie croniche, e non in grado di gestirle autonomamente nell’ambiente scolastico, il diritto ad usufruire dell’assistenza socio-sanitaria di cui necessitano durante l’orario di lezione, godendo di un servizio assimilabile all’assistenza domiciliare

“Uno dei punti di questo documento – aggiunge Mangiacavalli – è sicuramente il principio della de-medicalizzazione, che prevede una valorizzazione di tutte le figure professionali, in primo luogo quelle infermieristiche, coinvolte nella gestione della malattia sul territorio e necessarie per dare risposta adeguata alla multidimensionalità della patologia diabetica e che, attraverso adeguati processi formativi, gestiranno follow-up autonomi in seno a piani di cura definiti dallo specialista con il coinvolgimento attivo del bambino, della famiglia e del pediatra di libera scelta”.

“L’infermiere adeguatamente formato – spiega la presidente FNOPI – che si prende cura del bambino nel momento della somministrazione dell’insulina a scuola, assume un ruolo educativo di fondamentale importanza nel percorso di crescita che accompagnerà il bambino verso l’autonomia e l’autogestione. L’infermiere rappresenta il punto di riferimento e il collegamento tra le varie organismi (scuola, centro di diabetologia , ASI, associazioni dei pazienti) e la famiglia”.

Per quanto riguarda la somministrazione dell’insulina, il documento prevede che  l’infermiere si attenga al piano terapeutico individuale predisposto dal medico specialista, inserito nella documentazione sanitaria personale, costantemente aggiornata dai genitori per quanto riguarda le variazioni estemporanee.

“Abbiamo fatto questa scelta – conclude Cabras – perché l’infermiere mantiene i contatti con il Centro diabetologico di riferimento anche per quanto riguarda aggiornamenti legati alle novità in campo terapeutico/tecnologico (microinfusori di insulina, sensori glicemici). Il Centro diabetologico collabora con i servizi territoriali competenti dell’ASL. L’istituto scolastico garantisce la possibilità di conservare correttamente il glucagone e tutti dispositivi necessari secondo le modalità indicate dall’ASL di riferimento. In questo modo il bambino (ma anche la sua famiglia) hanno tutte le garanzie possibili di un efficace intervento sociosanitario di qualità a tutela del diritto alla frequenza scolastica”.

Bussetti ignora il protocollo e presenta una proposta indecente

Promuovere la cultura della salute e del benessere nell’ambiente scolastico. Prevenire forme di disagio e di malessere psico-fisico. Avviare azioni di formazione di docenti, genitori e studenti per affrontare in maniera adeguata temi come i corretti stili di vita e la prevenzione di comportamenti a rischio per la salute. Preparare gli insegnati alla somministrazione di farmaci agli alunni con patologie specifiche. Sono questi gli obiettivi dei due Protocolli d’intesa che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato ieri al MIUR con Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, e Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria.

“Abbiamo siglato due importanti collaborazioni per l’educazione e la crescita sana dei ragazzi – ha dichiarato il Ministro Marco Bussetti – che vedono coinvolti istituti scolastici, famiglie, territori, esperti. Stiamo costruendo una vera e propria rete di sostegno. Dobbiamo essere soddisfatti: la scuola non è solo il luogo in cui si apprendono conoscenze e si sviluppano competenze. È anche spazio di cittadinanza attiva. In cui si formano giovani consapevoli. I corretti stili di vita, la prevenzione dei rischi e di forme di malessere sono aspetti da curare tanto quanto lo studio dell’Italiano, della Storia e della Matematica. Grazie a chi mette la propria professionalità a servizio dei nostri bambini e ragazzi”.

Ringrazia l’Ordine degli Psicologi

“Un doveroso ringraziamento al Ministro Bussetti. Si tratta – ha continuato il Presidente Fulvio Giardina – del primo importantissimo passo per poter garantire ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, a tutto il personale della scuola, quel necessario servizio di psicologia scolastica, già attivo in tutti i Paesi europei”.

“La Società Italiana di Pediatria – ha affermato il Presidente Alberto Villani – è particolarmente riconoscente al Ministro Bussetti per aver realizzato una collaborazione tra mondo della scuola e pediatria che consentirà di rispondere nella maniera più puntuale e qualificata alle esigenze di salute psico-fisica dell’età evolutiva”.

Un progetto-pilota in alcune scuole italiane

Inoltre, è stato presentato “Benessere a scuola”, un progetto pilota che sarà realizzato in attuazione dei due Protocolli e riguarderà in una prima fase tre Regioni: Liguria, Abruzzo, Calabria. Coinvolgerà 60 scuole (20 per ciascuna delle tre Regioni) primarie e secondarie di I e II grado, circa 31.000 studenti e 3.900 docenti.

Il progetto si rivolgerà a docenti, famiglie e studenti. Obiettivi: incrementare l’attenzione dei ragazzi alla cura del proprio corpo, delle proprie abitudini di vita e della propria affettività, migliorare la vivibilità e il clima sociale all’interno delle scuole, costruire collaborazioni costanti e durature con le famiglie, prevenire casi di disagio e di abbandono scolastico, fornire indicazioni socio-sanitarie ai docenti e formarli sulla somministrazione di alcuni farmaci che i giovani potrebbero dover assumere in caso di patologie specifiche, dare assistenza medica e primo soccorso per migliorare la sicurezza a scuola.

In conclusione

E’ chiaro che il ministro Bussetti e il Governo Lega-Movimento 5 Stelli non conoscono questo settore e soprattutto non hanno idea di quali pericoli corrono i pazienti pediatrici (ma anche quelli adulti e geriatrici) nell’essere gestiti da personale non qualificato, senza basi scientifiche in ambito assistenziale e soprattutto demotivati da un mondo della scuola che è sempre più in frantumi.

Non resteremo alla finestra e AssoCareNews.it continuerà a denunciare il tentativo di alcuni di ignorare l’importanza di Medici e Infermieri nell’assistenza diretta a qualsivoglia tipologia di pazienti.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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