Gli Infermieri italiani continuano ad esser tenuti in ostaggio dalla Politica: addio, per ora, ai 175 euro mensili in più e agli arretrati in busta paga.
Gli Infermieri e gli Infermieri Pediatrici italiani sono infuriati nei confronti della Politica e dei Partiti che si stanno avvicendando in queste ore in occasione delle Elezioni Governative del 25 settembre 2022. Era stato promesso loro l’aumento dello stipendio per miseri 175 euro mensili (meglio di niente) e arretrati lordi tra i 3.775 e i 4736 euro. Finora nulla si è visto e la firma del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2019-2021 (già scaduto da oltre un anno) è stato ancora una volta rinviato.
La Professione Infermieristica sperava in questa piccola “boccata di ossigeno” dopo gli aumenti esponenziali dei prezzi in tutti i settori (energia, carburanti, alimenti, abbigliamento, ecc.). E invece no, la Politica ha deciso ancora una volta di non accogliere le richieste della professione e quelle delle professioni cosiddette “cugine” (Ostetriche, OSS, Professioni Sanitarie). Eppure i presupposti c’erano tutti, ma il Ministero dell’Economia e della Finanze (ovvero il Governo Draghi di cui tutti o quasi fanno parte attualmente) ha deciso ancora una volta di mettere i bastoni tra le ruote alla nostra categoria, ignorando gli appelli dei sindacati e delle Federazioni ordinistiche.
Non possiamo dire chi voteranno, ma gli Infermieri italiani, almeno quelli della base, si stanno preparando per un voto di protesta senza precedenti. Il 25 settembre 2022 lo scopriremo.
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