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Coronavirus compie un anno. Pandemia, ricerca e vaccino: a che punto siamo?

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La diagnosi di Coronavirus compie ufficialmente un anno. Pandemia, contagi e vaccino: a che punto siamo?

Lo scorso gennaio The Lancet aveva individuato nel 1 dicembre 2019 la data della prima diagnosi di Coronavirus. E’ quindi già passato un anno.

Il peccato originale.

La diffusione del virus è stata ampiamente favorita dalle attività di occultamento dei casi da parte del Governo Cinese e degli altri attori sanitari della vicenda.

Sebbene gli studi di più centri di ricerca indipendenti fra loro abbiano dimostrato come il virus fosse già in circolo in autunno, il The Lancet individua nel 1 dicembre 2019 la data della prima diagnosi.

Fra fine dicembre e inizio gennaio, però, le notizie divennero pubbliche. Anche perchè l’epidemia di Wuhan (città cinese epicentro della diffusione) cresceva a dispetto delle norme imposte dal governo asiatico, seppur tardive.

Il 30 gennaio, dopo 60 giorni di latenza e attendismo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava ufficialmente la diffusione da sars-CoV-2 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.

Questo lasso di tempo di attesa costituisce per molti virologi ed esperti il peccato originale.

Italia, Mondo e Lockdown.

Il Coronavirus intanto aveva già iniziato a viaggiare e diffondersi per i vari continenti. A fine febbraio fu dichiarato infatti almeno un caso in ogni terra del pianeta, ad esclusione dell’Antartide.

Anche l’Italia aveva visto arrivare il virus. Il primo contagiato fu ricoverato nell’ospedale di Codogno, altra cittadina divenuta famosa in questa pandemia.

E ci fu anche il primo decesso, stavolta però in Veneto.

La rapida diffusione italiana (oltre 8000 contagiati in due settimane), portò il primo ministro Conte a pronunciare per la prima volta la parola lockdown in diretta social.

Con il DPCM del 9 Marzo iniziarono stato di emergenza e misure contenitive, quelle stesse che si sono rimodellate più volte fino alle misure attuali.

Contestualmente a fine primavera, in Cina si sono cominciati a registrare pochissimi casi, arrivando a poche centinaia di contagiati attivi.

Nel resto del mondo, per quanto calcolabile, la pandemia galoppava su numeri a sei zeri.

A che punto siamo? In arrivo i primi vaccini.

L’idea di molti virologi è quella che con l’arrivo del vaccino potremmo concludere la pandemia al termine di questa ondata.

Sono stati studiati centinaia di vaccini e una decina scarsa sono agli ultimi dettagli per partecipare alle gare governative.

In Europa ci sarà una gara continentale gestita dalla Comunità Europea che poi distribuirà le dosi alle varie nazioni.

Nel Mondo ancora ci sono tantissimi paesi che non hanno raggiunto il loro primo picco virale e che non riescono a fronteggiare la pandemia a causa di sistemi sanitari insufficienti.

Intanto sono oltre 60 milioni i decessi, con il continente americano particolarmente colpito sia negli USA che nel sudamerica.

Ricerca.

Oltre al vaccino, la ricerca sta cercando di produrre anche altri risultati. I quesiti che maggiormente stanno impegnando i ricercatori sono due.

Il primo riguarda le modalità di contagio. Se è accertato infatti che la trasmissione tra individui avviene attraverso il droplet, ancora emergono risultati discordanti circa la trasmissione tra ambiente e uomo.

Il secondo quesito è ovviamente come riuscire a curare con efficacia chi è contagiato. Sono al vaglio diverse soluzioni farmacologiche, tra innovazione e uso off-label di farmaci esistenti. Non vi sono ancora evidenze e certezze, con diversi fallimenti alle spalle.

Prevenzione, informazione e condivisione.

Al momento quindi, in attesa della svolta in questa lotta, non resta che proteggersi con le armi che abbiamo.

Prevenzione della diffusione del virus, dell’aumento dei contagi e della sopravvivenza del virus nel “serbatoio uomo”.

Informazione perchè in questa lotta ognuno deve fare la sua parte e ognuno deve avere a disposizione le informazioni più aggiornate sui risultati scientifici, i dati pandemici e le possibilità di contrastare il virus. Sia microbiologicamente che moralmente.

Condivisione, perchè donne e uomini sopravvivono se lottano come società, non come singoli. Dal primo Australopiteco in poi, l’unione determina il nostro successo. La società deve tutelare i singoli e come singoli determiniamo il successo di questa tutela.

Speciale Coronavirus. Tutti i giorni le ultime notizie dal fronte del COVID-19.

Dott. Marco Tapinassi
Dott. Marco Tapinassi
Vice-Direttore e Giornalista iscritto all'albo. Collaboro con diverse testate e quotidiani online ed ho all'attivo oltre 5000 articoli pubblicati. Studio la lingua albanese, sono un divoratore di serie tv e amo il cinema. Non perdo nemmeno un tè con il mio bianconiglio.
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