Infermieri costretti a fare i “becchini” in Toscana. Lo denuncia il sindacato Nursind attraverso un comunicato a firma di Claudio Cullurà, segretario territoriale per l’area che copre le province di Arezzo, Siena e Grosseto: “non ci stiamo a fare da paracadute alla direzione aziendale dell’Asl Toscana Sud Est”.
Il commento arriva all’indomani dell’incontro convocato urgentemente dalla direzione dell’Azienda sanitaria – spiega Cullurà – per “condividere un diverso modo di raccordare i vertici della nostra azienda con le organizzazioni sindacali, che rappresentano i nostri 11mila lavoratori”, come si legge nella convocazione ufficiale.
“In pratica – sottolinea Cullurà – la direzione ha convocato i sindacati per cercare di stabilire una nuova alleanza alla luce di sgradevoli fatti emersi sulle pagine dalla stampa, non ultimo il messaggio lanciato tramite social network dal direttore della Asl Sud Est, nel quale ha dichiarato apertamente che chiunque parlasse male dell’azienda è passibile di licenziamento. Un atteggiamento intimidatorio assolutamente irrispettoso verso i lavoratori”.
“Non facciamo alleanze con chi annichilisce ogni giorno la nostra professione e prende in giro i cittadini annunciando assunzioni con numeri che non corrispondono alla realtà – chiosa più vanti il segretario territoriale Nursind – gli infermieri sono demansionati in tutta l’area dell’Asl Toscana Sud Est: all’Ospedale di Nottola sono addirittura stati trasformati in necrofori, addetti al trasporto dei defunti. Ci è stato detto che si tratta di una soluzione temporanea, ma la situazione è determinata da una specifica delibera del 2013”.
“La delibera è dell’allora Asl 7 di Siena, di cui abbiamo chiesto conto anche recentemente. Ci sono sentenze, infatti, che stabiliscono che l’infermiere non può essere distolto dalla sua funzione, che è quella di curare i vivi, non i morti”.
Nel momento in cui l’infermiere si allontana con l’operatore sanitario per trasportare la salma, il reparto rimane sguarnito. Alle nostre specifiche domande in merito ci è stato risposto che questa organizzazione è stata disposta per aiutare i familiari ad elaborare il lutto, affermazione che troviamo fuori luogo e offensiva prima di tutto nei confronti degli stessi familiari. Sarebbe dovuto trattarsi di una situazione del tutto provvisoria. Ma va avanti da 5 anni e non vi è nessuna volontà di risolverla, da parte dell’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est”.
“Solo pochi giorni fa – aggiunge – ci è stato persino impedito di svolgere regolare assemblea sindacale con i colleghi del 118 ad Arezzo, inibendo di fatto l’accesso ai locali da parte di un dirigente aziendale. Le domande che poniamo come sindacato restano inascoltate: ma sono quesiti ed esigenze poste dai lavoratori, che non trovano risposta”.
“Su queste basi – conclude Cullurà – non possiamo neanche immaginare un’alleanza con i vertici dell’Asl Toscana Sud Est”.
Fonte: Infermieristicamente.it – AssoCareNews.it