Infermiera, madre, cittadina siriana. La storia di Beeren Hassoun che vive l’orrore della guerriglia intorno Damasco.
La cruda realtà è raccontata dal sito d’informazione Global Voices.
Beeren è una collega siriana che abita nel distretto siriano di Ghouta, vicino Damasco. Nelle ultime settimane la regione è palcoscenico di un forte bombardamento da parte del regime siriano che secondo fonti diffuse dalla stampa internazionale ha provocato centinaia di vittime soltanto nel mese di febbraio. 110 civili uccisi nel giro di 24 ore, il 19 febbraio.
Fuggire dall’area è impossibile sia per il coprifuoco assoluto sia per il pericolo di restare ucciso nei tantissimi episodi di guerriglia urbana che giornalmente coinvolgono le fazioni militari.
“Vivevo nel quartiere Al Tibbiya dove si trovava l’ospedale da campo. Lavoravo come infermiera accanto a mio marito, che era medico” Beeren inizia così il racconto della sua esperienza di guerra “Il rifugio era vicino e talvolta dovevamo trasferire le persone meno gravemente ferite dall’ospedale da campo al seminterrato quando l’ospedale era troppo affollato di vittime e poi curare i bambini feriti in piena vista dei nostri stessi figli. Potrebbe essere sbagliato, ma non avevamo scelta.”
Già perchè Bereen non è infermiera ma anche madre di un figlio di 3 anni, costretto a vivere all’interno dei palazzi devastati dalla guerra. Una finestra rotta li costringe a vivere tutto il freddo dell’inverno, riparati saltuariamente da piccoli fuochi improvvisati che però generano anche pericolo di attirare malintenzionati e milizie. La lettura delle sue parole diventa straziante nel momento stesso in cui racconta che il figlio spesso le chiede: “Oggi moriremo? Perchè ci stanno bombardando?”.