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Formazione OSS: no alle scuole superiori, si a percorsi para-universitari.

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Formazione OSS: no alle scuole superiori, si a percorsi para-universitari.

Lo chiede insistentemente il MIGEP, che risponde all’on. Flora Frate.

Il MIGEP, la federazione degli OSS e dei professionisti socio-sanitari, scrive all’on. Flora Frate del Movimento 5 Stelle per chiederle di attivarsi rispetto alla riforma della formazione per gli Operatori Socio Sanitari. Il presidente Angelo Minghetti dice no all’accesso diretto dei diplomati alla qualifica di OSS. Nei giorni scorsi il deputato campano aveva depositato una apposita interrogazione parlamentare ai ministri dell’Università, della Sanità e del Lavoro.

La nota dell’On. Flora Frate

“Alcune settimane fa ho depositato una mia interrogazione (Miur, Sanità e Lavoro) a proposito degli Operatori socio sanitari. Un primo ed importante passo in avanti è stato l’incontro che si è tenuto oggi, con la Rete O.S.S. il cui contributo è stato prezioso e significativo. Tre, a mio avviso, sono gli elementi fondamentali da evidenziare. – dichiarava in una nota l’on. Frate – Il primo, come sostiene la Rete ed è in sintonia col contenuto della mia interrogazione, riguarda l’eventualità di introdurre un nuova e specifica figura di operatore socio sanitario – di quarto livello – tale consentire, ai diplomati che hanno terminato il ciclo quinquennale di studi, di accedere alla professione senza più la necessità di frequentare corsi regionali a pagamento. Ciò determinerebbe, inoltre, l’innalzamento della qualità del servizio prestato”.

“Il secondo punto è comprendere, in materia di autonomia scolastica e concorrenza esclusiva delle Regioni, in che misura può agire il Legislatore per abilitare il diploma socio sanitario alla professione. – aggiunge il deputato campano dei 5 Stelle – Infine, occorre sollecitare l’avvio dei decreti attuativi della Legge Lorenzin, in ambito socio sanitario, scongiurando, in alcuni casi, l’esercizio abusivo della professione. Insomma, è imprescindibile un lavoro politico, in Commissione e in Parlamento, e sul fronte ministeriale. In tal senso sono d’accordo con i membri della Rete, se dobbiamo avviare un tavolo tecnico, come ho sostenuto, io sono ampiamente disponibile”.

La lettera del MIGEP.

All’On. Frate Flora

La criticità di una formazione OSS attraverso Istituti di Scuola Superiore.

Già nel 2016 abbiamo trattato questo tema mettendo in evidenza una criticità, alcune regioni avevano sottoscritto un documento d’intesa con gli uffici scolastici regionali per l’avvio sperimentale di attività formative per l’acquisizione della qualifica di oss attraverso istituti professionali regionali. (Istituti di Scuola Superiore). 

Con grande stupore veniamo a conoscenza di un’interrogazione parlamentare da parte sua: “accesso diretto dei diplomati alla professione a proposito degli Operatori socio sanitari”.

Come federazione vede in questa proposta una dequalificazione dell’oss, o sono “5 anni di scuola” o altrimenti non saranno preparati a sostenere un lavoro difficile, comunque porterebbe a un conflitto con l’università infermieristica.

Vogliamo ricordarLe che questa federazione e da ben 18 anni che coinvolge politici e ministri sul tema degli oss, e oggi stiamo improntando con alcune forze politiche il tema degli Operatori Socio Sanitari con i 15 passi dell’Oss (area socio sanitaria, lavoro usurante, formazione, registro nazionale, formazione continua, tavolo tecnico, ecc).

Quando Lei indica che “bisogna fare una nuova e specifica figura di operatore socio sanitario – di quarto livello – tale da consentire, ai diplomati che hanno terminato il ciclo quinquennale di studi, di accedere alla professione senza più la necessità di frequentare corsi regionali a pagamento.Ciò determinerebbe, inoltre, l’innalzamento della qualità del servizio prestato.” si vuole precisare che i diplomi delle scuole secondarie superiori di durata quinquennale collocano i relativi titoli al 4° livello EQF, il titolo di oss che si andrà ad acquisire sarà inferiore al ciclo di studi preposti, non ci pare una grande conquista!!!. Non ci pare una buona prospettiva né per i giovani né per i malati in attesa di assistenza.

Quando Lei indica “Tuttavia, il diploma conseguito non è di per sé abilitante: difatti, per esercitare tale professione è necessaria l’iscrizione a un apposito corso regionale, a pagamento, al termine del quale si acquisisce la qualifica di operatore socio-sanitario di 3° livello” ricordiamo che l’attestato e la formazione “OSS” in Italia, non è considerato equipollente negli altri paesi europei, e non può essere spendibile in Europa. Inoltre manca una reale e coerente spendibilità all’interno delle strutture sanitarie, pubbliche, private e terzo settore, e gli studenti con 400 /630 ore di tirocinio acquisiscono l’attestato di oss già al terzo o quarto anno di studio professionale socio-sanitario.

Ancor oggi dopo 18 anni che l’Oss è diventato maggiorenne la formazione in Italia, è oggetto di contraddizioni che hanno segnato un passo indietro a livello professionale, con ripercussioni notevoli sulla qualità dell’offerta formativa che ad oggi risulta essere carente rispetto al resto d’Europa, e che attualmente la legge Lorezin conferma che “La formazione dell’operatore socio – sanitario è di competenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, che provvedono all’organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche”

Ci domandiamo: 

  • Cosa ne facciamo di tutti quegli enti formativi regionali se la formazione si farà a livello di scuola pubblica? Altrettanto vale per gli Oss già formati con un attestato di mille ore?
  • Come saranno considerati gli attestati scolastici rispetto a quelli rilasciati dagli enti formativi regionali?
  • Come s’intende monitorare, uniformare, migliorare l’attività formativa degli oss collegata al fabbisogno reale e ridurre la disoccupazione oss?
  • Come saranno equiparati a livello europeo?

Questa nuova formazione a nostro parere non dà quella qualità che s’intende avere, si continua a non riconoscere il profilo dell’oss. Sia l’offerta sanitaria e socio sanitaria, entrambe devono essere volte non solo ad assicurare adeguate risposte ma anche garantire efficaci strategie attraverso l’attivazione del sitting assistenziale che consente di affrontare e gestire le cure.

L’Oss oggi è una figura fondamentale, laddove tra un territorio e struttura, tra acuzie e cronicità esso è operatore primo, addetto all’assistenza di base e diretta;  l’oss che nelle sue attività e competenze interviene sempre nei casi di utenza non autosufficiente o non completamente tale, è l’oss che per primo è a contatto con la fisicità più intima del paziente, e dell’assistito, è l’oss!

Se l’Oss deve divenire il preposto dell’assistenza diretta di base, di carattere sociosanitario, attuando processi operativi professionali che rilevino costantemente, come già fanno, la necessità d’interventi infermieristici specializzati, nella cura, nel trattamento e nella prevenzione, che solo quest’ultima professione, quella infermieristica, può pienamente attuare, sì, ma affiancata da altrettanta professione e formata figura; l’oss del futuro.

Affinché tale cambiamento possa essere realizzato, è necessario che sia garantita una formazione continua “certificazione delle competenze” (la Svizzera insegna), anche attraverso strumenti di raccordo e di professionalità appropriate per rispondere ai nuovi bisogni e a una formazione equivalente a livello Europeo attraverso una scuola specialistica mirata come le vecchie scuole degli infermieri, oppure attraverso un istituto sanitario che abbia una formazione orientata a fornire conoscenze professionali con lezioni di metodologia professionale attraverso percorso formativo di due anni sotto la responsabilità dei Servizi Sanitari Regionali al fine di creare un sistema formativo e di cura in grado di garantire una presa in carico del cittadino in risposta ai problemi di salute dando un profilo chiaro che deve essere quello sociosanitario con dei veri docenti.

Bisogna definire con chiarezza la qualifica, la qualità e la quantità della formazione, il piano di studi e l’area di appartenenza (che deve essere quella dell’area socio sanitaria) e non può essere un contratto  legiferare una legge di stato.

Quando leggiamo nella sua interrogazione “occorre sollecitare l’avvio dei decreti attuativi della Legge Lorenzin, in ambito socio sanitario, scongiurando, in alcuni casi, l’esercizio abusivo della professione” vorremmo capire a quale figura si rivolge? La legge 3/18, come la 502/92 non sono bastate a riconoscere l’oss come professione. Oggi viene fatta chiusura anche sull’emendamento presentato dalla Senatrice Guidolin m5s sulla mancata applicazione della legge Lorenzin ’area socio sanitaria, e sul registro nazionale dell’oss. la federazione Migep è stata in primis la sostenitrice dell’area socio sanitaria e della proposta di legge su lavoro usurante dell’oss. 

L’emendamento prevede l’ingresso nella legge 833/1978 anche del nuovo ruolo socio-sanitario, che oltre ad includere l’OSS si rivolge anche all’assistente sociale, al sociologo e all’educatore professionale, attraverso un appello formulato da molti operatori socio sanitari al Ministro della Salute al Ministro del Lavoro. Tale appello è rimasto inascoltato portando l’emendamento all’ordine del giorno, e fuori dalla Legge di stabilità.

Allora parliamone, come abbiamo fatto tra il 2010 e il 2012 su un tavolo tecnico dove è scaturito un documento firmato anche da codesta federazione sui temi:” ruolo, funzioni, fabbisogno, formazione dell’oss” in quanto si devono trovare nuove risposte per un sistema salute valido, in cui la figura infermieristica assume un ruolo sempre più specialistico, di coordinamento dell’assistenza generale infermieristica e degli interventi ad hoc che necessitano indiscutibilmente di una figura, non più considerata di supporto, ma di vera collaborazione  professionale.

Ci rincresce che Lei Onorevole sia stata indirizzata da informazioni non coerenti sul tema degli oss, poiché bisogna ridefinire in modo chiaro e delineare le competenze, una formazione idonea e completa per andare a eliminare l’abuso di professione.

La invitiamo al convegno del 29 maggio 2019 al Senato Sala Capitolare Presso il Chiostro  del  Convento di S. Maria Sopra Minerva. Tema: “IL CAMBIAMENTO E IL FUTURO  DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO”.

Angelo Minghetti – Segreteria nazionale MIGEP

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