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Cure mancate: infermieri protagonisti grazie a OPI La Spezia!

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L’OPI di La Spezia ha organizzato un interessante evento di dibattito estivo: al centro le “Cure mancate”, tema di forte interesse attuale, oltre a temi di primissimo piano nell’evoluzione costante della professione infermieristica.

Si è svolto nei giorni scorsi il tradizionale evento di formazione “estate” dell’Ordine degli Infermieri spezzino, accreditato nel sistema nazionale ECM (Educazione Continua in Medicina) con 3 crediti formativi, e tenuto al Ristorante Elisa di Fiumaretta di Ameglia, al fine di unire il momento della formazione con un importante aspetto di coesione fra le diverse esperienze e le molte realtà di impiego.
Location molto gradevole e argomento decisamente attuale, anche per le recenti situazioni locali.

Iscritti giovanissimi, ed altri già in pensione, con in mezzo una vasta gamma di Infermieri operativi in più settori hanno ascoltato un collega lombardo, il dottor Carlo Orlandi, infermiere responsabile del settore Risk Management presso il San Raffaele di Milano.
Tre gli argomenti affrontati, attualissimi, perchè sempre dibattuti quando si tiene conto, o quando non si tiene conto (ai vari livelli, dalla politica all’organizzazione), dell’importanza del ruolo infermieristico nel risultato delle cure: le cure mancate; gli organici sicuri; il task shifting (razionalizzare al meglio “chi fa che cosa” nello staff dell’assistenza).

La serata quindi ha dimostrato alcune cose, partendo da lavori di ricerca e impatto internazionale, come RN4CAST: per esempio, in molti Paesi il rapporto infermieri/pazienti è migliore di quelli attivati in Italia, a vantaggio naturalmente di qualità delle cure e di risultato; così importante che nello stato di Vittoria in Australia è stata introdotta l’obbligatorietà di rapporti numerici minimi infermieri/pazienti, dipendenti naturalmente dalle caratteristiche del reparto: in una rianimazione il rapporto è 1 infermiere per singolo paziente, in un nido fisiologico è di 1 infermiere per 6/8 bambini.

Anche nel nostro Paese si stanno conducendo degli studi rigorosi sugli argomenti dell’organizzazione del lavoro degli infermieri.
A questo proposito segnaliamo il primo studio europeo sulla evoluzione della professione infermieristica, il già citato RN4CAST, che cerca di fornire dati provenienti da molti paesi europei su come l’organico infermieristico ospedaliero, lo skill mix, i livelli formativi e la qualità dell’ambiente di lavoro degli infermieri impattino pesantemente sulla mortalità dei degenti, sui salvataggi mancati, sulla qualità dell’assistenza e sulla soddisfazione dei pazienti:in Italia lo studio è stato coordinato dalla Università di Genova; è auspicabile che il valore derivante da queste evidenze sia compreso da tutti.

Fonte: Gazzetta della Spezia

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