Argomenti troppo complessi per improvvisare
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la tossicodipendenza come una vera e propria patologia, caratterizzata da alterazioni neurochimiche del Sistema Nervoso Centrale simili a quelle esistenti nei casi di disturbi mentali. Le dipendenze patologiche da sostanze psicoattive sono legate all’interazione di tre tipologie di fattori, ossia le caratteristiche della personalità, il contesto ambientale e i principi farmacologici presenti all’interno delle singole sostanze.
Dal momento che l’origine del fenomeno è multifattoriale, gli interventi di prevenzione e terapeutici richiedono la messa in gioco di competenze specifiche di ogni professionista, parte dell’équipe che si relaziona con la persona e con la sua famiglia di origine. La stessa équipe è sostenuta, nel progettare un lavoro centrato sull’individuo, dalle linee guida per l’orientamento dei servizi dedicati alle tossicodipendenze contenute all’interno del Piano di Azione Nazionale Antidroga 2010-2013, il documento a cui chi opera nelle comunità terapeutiche e nei Ser.T dovrebbe ispirarsi per coordinare e progettare al meglio la prevenzione e la cura.
Le medesime linee di indirizzo, riguardo alla prevenzione, invitano a rivolgersi ai giovani e ai loro familiari anche entrando nei contesti scolastici, quindi a privilegiare una forma preventiva di tipo selettivo che può aver successo creando delle relazioni, per lo più educative e soprattutto di valore, fondate sull’ascolto attivo e sul dialogo. Un fattore determinante è la possibilità di anticipare la conoscenza dei rischi legati all’uso delle droghe con un intervento terapeutico precoce.
Una volta che l’esistenza della persona è stata compromessa dall’abuso di sostanze, le competenze richieste ai professionisti della sanità e dell’educazione devono essere indirizzate ad interventi di consulenza da parte degli operatori paramedici, di psicoterapia espressivo-supportiva e/o cognitivo-comportamentale. Il trattamento ottimale è quello basato su un approccio integrato e finalizzato ad evitare situazioni irreparabili, a migliorare la qualità della vita della persona e a catalizzarla verso le alternative. Il focus è compiere un lavoro multidisciplinare che consente al soggetto di vivere senza droghe e ciò è realmente possibile grazie alle varie strutture create appositamente, ovvero le comunità terapeutiche e di recupero, le unità di strada e i Ser.T.
Ovviamente esiste anche un approccio farmacologico essenziale ma il punto focale è permette alla singola persona di uscire dalla sua dipendenza per ricostruire la propria identità individuale e sociale, per tornare ad essere parte della collettività e ripartire dal sé perduto. Sintetizzando, l’obiettivo di chi opera in contatto diretto e indiretto con il tossicodipendente e con gli affetti che lo circondano è il tornare ad una vita psico-fisica equilibrata e sana, fondamentale per il benessere del singolo e della comunità di appartenenza.
Articolo a cura di Maria Claudia Mattoni
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