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Riconosciuti 50 crediti Ecm a Medici, Infermieri e Professioni Sanitarie impegnati con il Covid. Protestano le Ostetriche.

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Sono stati riconosciuti 50 crediti Ecm a Medici, Infermieri e Professioni Sanitarie impegnati contro il Coronavirus. Protestano le Ostetriche e la Fnopo.

“Non è più oggettivamente tollerabile lo spettacolo che la politica sta offrendo come mancanza di rispetto e di riconoscimento a tutte i professionisti sanitari e sociosanitari che oggi più che mai, nella pandemia ancora in corso da Covid-19, hanno dimostrato il proprio valore. L’ennesima discriminazione si è consumata ieri in Aula del Senato con l’approvazione del maxiemendamento al Decreto Scuola nel quale è previsto il riconoscimento de facto dei 50 crediti ECM per l’anno 2020, attraverso l’attività di formazione a distanza in medicina, ma​ solo​ per “medici, odontoiatri, infermieri e farmacisti in qualità di dipendenti delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali, si intendono già maturati da coloro che, in occasione dell’emergenza da Covid-19, abbiano continuato a svolgere la propria attività professionale.”​ – commentano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) -.​

Non si comprende quale sia il senso di questa decisione che annichilisce e svilisce tutti i professionisti che, nei diversi setting assistenziali, continuano anche in queste ore a lavorare assicurando il diritto all’assistenza e alla salute sancito all’art. 32 della Costituzione – continuano i vertici nazionali della professione -.​ Le ostetriche anche oggi assicurano le cure nei punti nascita e nei servizi territoriali, essendo indifferibili le prestazioni in gravidanza, continuano a rischiare la propria salute e quella dei propri familiari, rientrando tra gli operatori più colpiti dalla pandemia da Covid-19, come ben evidenziato dai dati dell’Istituto superiore di sanità – sottolineano i vertici FNOPO -.

Per tale motivo,​ non è più tollerabile che la politica continui a reiterare queste gaffe che non fanno onore a chi deve rappresentare tutti i cittadini, tutelandone i diritti. Quanto perpetrato ieri, a danno dei professionisti del comparto sanità, va in direzione opposta a quanto dichiarato ieri dallo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della riunione della Consulta, di voler intraprendere un lavoro​ unitario e condiviso​ con i rappresentanti di tutte le Federazioni e Ordini, ciascuno con le proprie specificità, per il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale.​

Assistiamo, una volta di troppo, a una idiosincrasia tra buoni propositi e la realtà dei fatti – afferma la presidente FNOPO Maria Vicario -. Solo qualche giorno fa plaudivamo all’istituzione della Giornata dei Camici Bianchi, iniziativa di per sé lodevole che fa onore a tutte professioni sanitarie e sociosanitarie, non solo dipendenti delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali, che hanno​ contribuito e contribuiscono​ a sostenere​ il SSn e SSr, oggi invece ci troviamo amaramente a constatare che la politica continua a discriminarli, peraltro​ con una produzione di norme incongruenti e in contrasto con le precedenti, quali la riforma ordinistica delle professioni attuata con la L. 3/2018.

La Federazione auspica quindi – concludono le rappresentanti nazionali della categoria ostetrica – che si ripari al torto inflitto e che per il futuro ci si riferisca alle professioni sanitarie e sociosanitarie facendo riferimento alla legge 3/2018, che le ricomprende tutte, e non attraverso liste che inevitabilmente pongono qualcuno fuori dal novero”.

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