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Medici, Infermieri e Long Acting Injection (LAI): come gestire le nuove molecole.

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Terapia L.A.I., introdotte le nuove molecole: la responsabilità della Professione Infermieristica.

Quali sono le responsabilità dell’Infermiere rispetto alla cosiddetta Terapia Long Acting Injection di nuova generazione? Se n’è discusso in Puglia, a Foggia, durante un apposito corso di formazione. Sulla questione si sono confrontati i massimi esperti del settore in ambito universitario pugliese, che hanno voluto (e dovuto fare il punto) sull’avvento delle terapie di livello evoluto e sui rischi per gli operatori e per gli utenti. Presenti Medici, Infermieri, Studenti Infermieri e Allievi OSS.

Cosa sono i LAI e quali sono le responsabilità del’Infermiere.

“Una delle problematiche più comuni nella gestione del paziente schizofrenico è da una parte la necessità di terapie a lungo termine, dall’altra la scarsa aderenza dell’assistito alla terapia farmacologica, che proprio per questo dagli anni Sessanta è stata rivoluzionata dai farmaci LAI (Long Acting Injection). Gli antipsicotici a rilascio prolungato sono stati sviluppati miratamente per questa tipologia di pazienti, al fine di far fronte alla scarsa compliance, che a sua volta determina un aumento del tasso di ricadute e quindi di riospedalizzazione” – lo ricordava in un apposito servizio il collega Salvatore Piliero (Infermiere, Cento Psicosociale di Nembro – ASST Bergamo Est) sul portale della FNOPI.

“I farmaci LAI – aggiungeva Piliero – vengono somministrati per via parenterale, garantendo un’attività terapeutica prolungata con regolari somministrazioni intervallate nel tempo.
Per far ciò è indispensabile una collaborazione da parte del paziente, che si costruisce coinvolgendo tutti i professionisti dell’equipe e i familiari, in maniera da cogliere bisogni, aspettative e necessità del paziente stesso. In questa strategia integrata di interventi il ruolo dell’infermiere è cruciale: passa, attraverso un appropriato processo comunicativo-relazionale, da ruolo tecnico a un ruolo di co-gestione del disagio bio-psico-sociale. (…) il percorso clinico assistenziale per il paziente schizofrenico non si ferma al trattamento LAI: più in generale si tratta di ridurre rapidamente la gravità dei sintomi, prevenire nuovi episodi sintomatici e, nei casi più gravi, ridurre il deterioramento funzionale associato alla malattia. E’ pertanto indispensabile approntare PDTA specifici: in un programma terapeutico multidimensionale e multifattoriale di qualità, si fornisce in tal modo un modus operandi funzionale alla gestione della patologia schizofrenica e alla creazione di un percorso di cura che miri a raggiungere una condizione psicopatologica di equilibrio”.

L’evento foggiano sui farmaci LAI.

Ha avuto un grande riscontro di pubblico e di consenti l’evento formativo organizzato dal direttore del Dipartimento Salute Mentale Asl Fg, prof. Antonello Bellomo (Responsabile Scientifico del Corso), dal suo “esperto” infermiere coordinatore dott. Giulio Ianzano, dall’Infermiere dott. Andrea Biondi (segreteria scientifica e organizzativa) e dalla dott. ssa Rita Di Nunzio (segreteria scientifica), tenutosi presso l’aula Turtur degli Ospedali Riuniti di Foggia.

Accreditato dal Ministero della salute con rif. n. 2773-256755,  8 crediti ECM, oltre all’accreditamento del Consiglio di Facoltà dell’UNIFG del 19/03/2019, 1 CFU, l’evento è stato patrocinato dall’O.P.I. di Foggia.

Era presente, infatti, anche il presidente dell’ordine provinciale dott. Michele Del Gaudio, che ha rimarcato l’importanza della figura infermieristica nel processo della terapia e la trasformazione della figura e profilo dell’infermiere psichiatrico oggi.

L’evento formativo dal titolo “La prescrizione e la decisione di introdurre  le nuove molecole nella Terapia L.A.I.: la responsabilità dell’infermiere nella preparazione e somministrazione dei farmaci”, ha visto un alternarsi di esperti in materia pschiatrica, quali medici e infermieri, moderati dalla dott.ssa Rita Di Nunzio e dal dott Giulio Ianzano.

L'intervento del Dott. Giulio Ianzano, Infermiere e Docente Universitario originario di San Marco in Lamis (FG).
L’intervento del Dott. Giulio Ianzano, Infermiere e Docente Universitario originario di San Marco in Lamis (FG).

Le relazioni, colme di nozioni scientifiche e studi di ricerca sul campo clinico e assistenziale, hanno fatto sì che la giornata diventasse di altissimo livello con tante domande e curiosità fatte dei numerosi partecipanti (circa 170 medici, infermieri, studenti di infermieristica UNIFG e allievi OSS).

Tra i relatori anche il prof. Mario Altamura, dott. Antonio Ventriglio, dott.ssa Alessandra Zendoli, dott.ssa Valeria Di Nunzio, dott. Andrea Biondi, dott.ssa Annamaria Aucello, dott. Stefano Attanasio e dott.ssa Rosaria Schiavone.

Gli obiettivi la promozione della formazione permanente e la conoscenza dei nuovi farmaci antipsicotici; lo sviluppo di protocolli e procedure che guidino gli interventi in questa area di ricerca nonché la loro verifica di efficacia e il confronto tra realtà operative in cui questi sono già esistenti ed applicati; ulteriori ricerche cliniche sul ruolo degli infermieri nel processo di trattamento curativo e riabilitativo, nella prospettiva dell’integrazione con le altre figure professionali coinvolte nei trattamenti depot.

La somministrazione di terapie farmacologiche presuppone sinergie di competenze e azioni tese ad ottimizzare l’effetto dei farmaci somministrati nell’ambito del contesto di cura in relazione all’obiettivo: il ristabilimento delle condizioni di salute del malato. La prescrizione e la somministrazione di una terapia, sono il risultato del lavoro svolto in coordinazione tra medici e infermieri che garantiscano la corretta ed intelligente esecuzione di tutti i passaggi necessari al raggiungimento del risultato atteso. La proposta di un incontro tra queste figure professionali ribadisce l’esigenza di una sempre maggior condivisione di indirizzi e azioni valorizzando le risorse disponibili e le specifiche competenze al servizio del malato.

Il foglio unico per la terapia.

Il FUT (Foglio Unico di Terapia) è un eccellente strumento di comunicazione interna, che integra in un unico documento tutte le informazioni sul processo terapeutico dei pazienti ricoverati. Per questo consente di far fronte ai problemi di comunicazione, prima causa degli errori di terapia . Il FUT  è parte integrante della cartella clinica , infatti, facilita i medici ad effettuare la prescrizione scritta in modo chiaro ed evitare la prescrizione a voce, evita passaggi di trascrizione tra la cartella clinica e la documentazione infermieristica cosicché gli infermieri impiegano la stessa scheda redatta dal medico per effettuare la somministrazione, risparmiando tempo ed errori di trascrizione, oltre a consentire di tener traccia su un unico documento di tutte le operazioni effettuate sul processo e dell’autore di ogni intervento terapeutico.

Quando nascono i LAI.

Gli antipsicotici a rilascio prolungato sono stati sviluppati negli anni sessanta come nuovo metodo di somministrazione del farmaco volto a far fronte alla scarsa compliance nei pazienti affetti da psicosi. Tali farmaci sono importanti perché la scarsa adesione al trattamento determina un aumento del tasso di ricadute e quindi di riospedalizzazione. Si definiscono long-acting o depôt quegli antipsicotici che, per le loro proprietà farmacocinetiche, garantiscono un’attività terapeutica prolungata, con regolari somministrazioni, intervallate nel tempo. La formulazione depôt dei neurolettici convenzionali si ottiene tramite l’esterificazione di molecole short-acting con acidi grassi a catena lunga (acido enantoico e decanoico) e l’uso di un veicolo oleoso che permette la liberazione dell’AP ( antipsicotici ) e la sua immissione in circolo in modo lento e regolare. In questo senso ci è parso importante condurre un’indagine per conoscere e apprendere le opinioni degli psichiatri e infermieri di Foggia , valutare le modalità di prescrizione, somministrazione  e gli eventuali pregiudizi sulla terapia long-acting.

Conclusioni.

Infine, l’insieme di questi elementi ci fornisce il quadro delle esperienze individuali (fenomeni), che ritengo essere un valido strumento descrittivo; fornire una descrizione fenomenologica nella sue varie componenti che possono  rappresentare uno strumento di conoscenza e consapevolezza, una modalità per trovare valide strategie di miglioramento della pratica infermieristica; ulteriori ricerche di tipo quantitativo-statistico che coinvolgano servizi e realtà diversi, sviluppando opportuni strumenti di ricerca e raccolta dati che indaghino e valutino singoli aspetti del complesso e sfaccettato problema di ciò che sta dentro e intorno al problema «depot» (qualità e natura delle interazioni verbali infermiere-paziente, compliance, farmacovigilanza).

Fonte: FoggiaToday.it – AssoCareNews.it

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