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Infermieri, Professionisti Sanitari e Sindacati: verso un contratto di transizione?

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Tavolo tecnico professioni-sindacati: il primo passo al congresso “OPInioni in Ordine” di Frosinone.

Un contratto di transizione, punto di partenza verso un’evoluzione reale della professione (e ci si augura anche dal punto di vista meritocratico ed economico), un modello di infermiere del futuro prossimo, già di domani, che possa crescere culturalmente avendo chiara l’immagine di ciò che sarà l’evoluzione dell’assistenza nei prossimi dieci anni. E il punto chiave deve essere quel tavolo tecnico professione (Federazione e Ordini) e sindacati per riportare la professione alla ribalta dell’assistenza dal punto di vista gestionale e clinico.

L’idea/proposta della presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli, ha fatto da sfondo al dibattito della tavola rotonda professione-sindacati – la prima dopo il nuovo contratto e probabilmente tra le prime in assoluto  dal punto di vista di in confronto aperto tra istanze professionali e di organizzazione del lavoro – che si è svolta al congresso (con 32 crediti ECM) organizzato dall’Ordine di Frosinone (“OPInioni in Ordine”) con una “tre giorni” sui temi del contratto, appunto, della carriera, della formazione e della ricerca, delle buone pratiche del benchmark di dirigenza infermieristica e dei giovani in una sessione ad hoc “Young – Future and Health” per disegnare la cornice dello sviluppo della professione.

Una tavola rotonda che il presidente-organizzatore dell’OPI di Frosinone Gennaro Scialò ha definito “il core della manifestazione” per l’importanza che sindacato e professione si incontrassero e iniziassero a discutere non solo di problemi legati al salario, ma all’organizzazione del lavoro e al futuro dell’esercizio professionale.

“Dobbiamo costruire un percorso spendibile, fortemente collegato ai bisogni del paese e alle possibilità normative esistenti o anche da poter sviluppare”, ha sottolineato Mangiacavalli che dal punto di vista della professione ha rimarcato la necessità di uno sviluppo clinico anche della laurea magistrale che “nell’immaginario collettivo – ha detto – è vista come qualcosa utile a formare la dirigenza organizzativo-manageriale”.

“Non dobbiamo e non possiamo pensare – ha aggiunto la presidente FNOPI – che l’evoluzione della nostra professione possa fermarsi alla laurea di I livello e ai suoi master ed è per questo che siamo ripartiti da qui per disegnare anche lo sviluppo della laurea magistrale sulle sei aree specialistiche della professione, supportati anche dallo stesso Miur il quale ha evidenziato che la normativa per farlo è già esistente. Da qui poi abbiamo ipotizzato uno sviluppo ulteriore, quello delle specializzazioni infermieristiche, che entreranno ancora di più in modo specifico in ciascuna delle aree”.

Mangiacavalli ha evidenziato la necessità di una revisione dell’ordinamento giuridico per sviluppare nuove modalità di lavoro, di reclutamento, operatività, incardinamento e sviluppo della carriera e degli stessi concorsi seco do modelli moderni.

“La nostra professione ha valore se continuiamo a studiare” – ha affermato. E con i dovuti distinguo legati soprattutto alla necessità di procedere secondo un iter contrattuale che, sia per la carenza economica sia per le difficoltà di sviluppo normativo, spesso non aiuta le idee mirate al futuro, i sindacati si sono trovati quasi all’unanimità sulla stessa lunghezza d’onda.

Seduti allo stesso tavolo e moderati da Annalisa Silvestro, Giancarlo Cenciarelli (Cgil-Fp), Marianna Ferruzzi (Cisl-Fp), Salvatore Altieri (Uil-Fpl), Danilo Rizzo (Fials), Antonio De Palma (Nursing Up), Andrea Bottega (segretario nazionale Nursind), che hanno convenuto sia sul fatto che il contratto appena firmato dopo dieci anni di assenza è di transizione, un punto di partenza, sia sulla necessità di massima collaborazione e interattività  tra professione e sindacati per realizzare un percorso realmente condiviso.

Le difficoltà di realizzare un cambio di passo così netto nell’organizzazione dell’assistenza secondo i sindacati ci sono, ma “darci una prospettiva per dare a nostra volta risposte ai cittadini, al sistema e anche ai professionisti è necessario”, ha chiosato Annalisa Silvestro, past president della Federazione e senatrice nella passata legislatura, sottolineando, d’accordo con Mangiacavalli che la professione va “sgranata” e differenziata perché finora si è andati avanti tutti allo stesso modo, tutti uguali, mentre la crescita è legata anche a differenziazioni a cui tutti possono ambire e partecipare, ma che devono essere comunque riconosciute e codificate.

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