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Infermieri a Bologna per tracciare assieme il futuro della Professione!

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X Conferenza sulle politiche della professione infermieristica.

In scena a Bologna l’edizione 2018 della Conferenza sulle politiche della professione infermieristica, evento che quest’anno compie ben 10 anni. L’iniziativa è stata voluta dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI). I lavori di apertura sono stati curati dal presidente degli Infermieri Italiani, Barbara Mangiacavalli: “da qui nasce il futuro!”.

L’evento è una occasione quasi unica di confronto e dibattito per capire fino a dove si è giunti e come vuole proseguire la Professione Infermieristica lungo la strada tutta in salita dell’ulteriore emancipazione. A fare gli onori di casa il presidente dell’Opi di Bologna, Pietro Giurgianella.

“Anche quest’anno si conferma l’appuntamento con la Conferenza Nazionale delle Politiche della Professione Infermieristica – ha spiegato Mangiacavalli – la giornata sarà occasione di confronto e dibattito per fare il punto sull’evoluzione del contesto normativo, politico e socio sanitario evidenziandone l’inevitabile impatto sull’organizzazione dei servizi. In questo quadro, la FNOPI ha inteso promuovere una riflessione sugli aspetti che coinvolgono la classe ‘dirigente’ della nostra professione nel contribuire a ridisegnare non solo l’organizzazione delle realtà socio sanita- rie, ma dell’infermieristica tutta, che mai come negli anni che ci aspettano, rappresenta la professione che sarà capace di influenzare un nuovo sistema di produzione ed erogazione di servizi alla persona o di farsi influenzare passivamente se non metteremo in campo azioni sinergiche e condivise. In tale ottica la dirigenza può e deve rappresentare l’elemento cardine per la promozione non tanto della modernizzazione del sistema sanitario, ma di un suo profondo ripensamento paradigmatico, con uno sguardo attento e consapevole ai modelli europei, alla politica sociale, economica e professionale”.

Il tema scelto quest’anno per la X Edizione della Conferenza Nazionale delle Politiche della Professione Infermieristica è “La mappa del percorso. L’Infermieristica nella salute, nella politica, nelle organizzazioni. La sfida che ci aspetta”.

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In questo quadro, la FNOPI ha voluto promuovere una riflessione sugli aspetti che coinvolgono la classe “dirigente” della professione nel contribuire a ridisegnare non solo l’organizzazione delle realtà socio sanitarie, ma dell’infermieristica tutta, che mai come negli anni futuri, rappresenta la professione che sarà capace di influenzare un nuovo sistema di produzione ed erogazione di servizi alla persona o di farsi influenzare passivamente se non metteremo in campo azioni sinergiche e condivise.

La dirigenza può e deve rappresentare in questo senso l’elemento cardine per la promozione non tanto della modernizzazione del sistema sanitario, ma di un suo profondo ripensamento paradigmatico, con uno sguardo attento e consapevole ai modelli europei, alla politica sociale, economica e professionale.

Alla Conferenza, oltre ai componenti del Comitato centrale Fnopi che ne rappresenta il Comitato scientifico, stanno intervenendo nomi illustri quali: 

  • Valerio Fabio Alberti Direttore Generale Asl Città di Torino (“va riorganizzato tutto il sistema sanitario, che non si può più basare solo sulle buone pratiche; le aziende sanitarie devono essere ristrutturate ripensate, dall’ospedale al territorio; in tale dirizione vanno riviste anche le norme in materia; nella riorganizzazione va rivista in meglio la figura del’infermiere di famiglia e di comunitá”);
  • Luca Baldino Direttore Generale Ausl di Piacenza (“come sono cambiati i fenomeni epidemiologici in Italia? Nei prossimi 7 anni usciranno dal Ssn il doppio dei medici che riusciranno ad entrarvi; riflettendo su questi dai si aprono buone prospettive per gli Infermieri attraverso la cessione di più spazi assistenziali, di competenze e di specializzazioni che prima erano ad esclusivo appannaggio dei medici; la situazione attuale e’ drammatica; in futuro avremo bisogno di Infermieri manager e di Infermieri sempre più specializzati; tutto cò lo si fa solo eliminando i conflitti inter-professionali”);
  • Silvio Brusaferro, Professore Ordinario di Igiene – Università degli Studi di Udine: (“senza lo studio della storia non andiamo da nessuna parte; il sistema sanitario italiano compie 40 anni, dal 1978 ad oggi abbiamo fatto molti passi in avanti, tantissimi occorre ancora farne; sanità e servizi sociali viaggiamo assieme, come pure le linee guida, la qualità delle cure, i livelli essenziali di assistenza, i piani nazionali di assistenza, il rientro di bilancio e via discorrendo; tanto si deve fare ancora sulla Legge Basaglia e sulla integrazione dei pazienti psichiatrici; dobbiamo fare molto in termini di sicurezza, di gestione delle cronicità e soprattutto del personale sanitario: serve assumere urgentemente Infermieri, perché nel Ssn ce ne sono pochi e quei pochi non sono sufficienti per offrire ai pazienti la giusta assistenza; i problemi di salute sono cambiati e gli anziani di oggi hanno patologie che potrebbero essere diverse da quelle degli anziani di domani, ovvero degli adolescenti e dei giovani di oggi; anche il linguaggio e la concezione di salute tra le varie generazioni sono differenti; occorre muoversi diversamente e in maniera sostenibile analizzando 5 fattori: cambiamento, confusione, ansia, resistenza e ridondanze; per tutto quello che facciamo occorre capire che le nuove tecnologie hanno modificato il nostro modo di lavorare, di formarsi e di informarsi; occorre creare un sistema nuovo che metta in relazione. Il vecchio modo di fare con l’hi-tech; i giovani oggi sono tagliati fuori dalle cure perché poveri e tagliati fuori dal mondo del lavoro”);
  • Giorgio Cavallero, Segretario Generale COSMED (“la dirigenza sanitaria non ha ancora un proprio contratto; sará inserita nell’area medica e vedrá e seppur contando numericamente poco o si batterá per avere un Ccnl dignitoso”;
  • Mario Del Vecchio, Professore Associato Economia Aziendale Dipartimento Medicina Sperimentale e Clinica – Università degli Studi di Firenze (“la sanità è un qualcosa che viviamo in maniera quotidiana, sia nel pubblico, sia nel privato; il Ssn è diviso in 4 circuiti: convenzionato, pubblico, pubblico-privato e privato-privato; mediamente in Italia si spende 2700 euro ad utente per le cure nell’ambito del sistema; gli Infermieri devono iniziare a guardare al mercato e sono legittime le richieste della professione; ovviamente gli interessi sono diversi n l pubblico e n l privato; le leggi oggi esistenti tuttavia non permettono una espansione rapida verso il mercato; in Italia ci sono troppi medici e pochi Infermieri e questo non giova per la professione; dal 2010 al 2016 la presenza degli Infermieri in Italia è diminuito dello 0,02%, come i medici; i dati ovviamente sono diversi di regione in regione; il rapporto Infermieri-Oss è invece di 4,67 punti; in 7 anni poco è cambiato; assumere medici da parte delle direzioni sanitarie paga di piu in termini di consensi e di effetti percepiti socialmente e politicamente parlando; gli Infermieri pesano mi dei Medici, ma la colpa è’ anche della Professione Infermieristica, che deve iniziare ad alzare la voce; per fare questo occorre ridefinire i rapporti e le competenze tra Infermieri e Oss; il sapere infermieristico si deve elevare da arte a scienza; occorre saturare meglio il perimetro delle potenzialità’ della professione; occorre puntare sulle specializzazioni e sul loro riconoscimento; anche la riorganizzazione degli assetti va rivalutata”);
  • Marinella D’Innocenzo, Direttore Generale Asl di Rieti (“noi direttori generali dobbiamo imparare a governare la sanitá assieme a voi; il contratto va applicato e il nuovo Ccnl deve diventare un punto di non ritorno per gli Infermieri; oggi le aziende stanno cambiando e stanno cambiando i sistemi sanitari regionali; con essi sta cambiando l’intera organizzazione delle strutture ospedaliere, delle Asl e delle strutture operanti sul territorio; si sta passando dalle micro alle macro aree, dalle piccole strutturere organizzative alle mega-direzioni; tutto ciónel’ottica del risparmio e dei tagli spesso non preventivati o accettati a livello locale; in questa logica occorre rendersi protagonisti e attivare nuove strategie organizzative che mettano al centro il paziente è l’attivitá manageriale di matrice infermieristica, dobbiamo dare risposte e fornire progetti concreti di conduzione e di coordinamento dei processi assistenziali; cambia la mission, cambiamo l’offerta di cura e assistenza; per farlo occorre investire sul capitale professionale”);
  • Dario Laquintana, Direttore U.O.C. Direzione Professioni Sanitarie – Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano (“le direzioni delle professioni sanitarie tutti i giorni sono chiamate ad ascoltare le altre dirigenze e i professionisti della base e a combattere contro la carenza cronica di fondi e di risorse in un continuo divenire di scelte che possono sembrare spesso impopolari; ora col nuovo contratto le cose si complicano; con la collaborazione di tutti riusciremo a farcela; per la prima volta non ci sono i sindacati infermieristici, che non hanno firmato il Ccnl, ma sono presenti e vivaci negli Rsu; questo non so se è un bene o un male; il contratto era fermo da dieci anni e il nuovo Ccnl non ha cambiato praticamente nulla dal punto di vista economico”);
  • Federico Lega, Professore Ordinario Università degli Studi di Milano e SDA Bocconi Affiliate Professor di Government, Health e Not for Profit management (“governare le aziende sanitarie oggi significa governare molte complessitá direttamente interlacciate con le nuove tecnologie, che giá stanno cambiando il nostro modo di lavorare; l’estrema suddivisione delle specializzazioni non giovano al l’equipe di lavoro, spesso far dialogare tra di loro figure che si occupano di settori specifici dell’assistenza è difficilissimo”);
  • Luisa Saiani, Professore Ordinario Scienze Infermieristiche – Università di Verona e Presidente Conferenza Permanente dei corsi di laurea delle professioni sanitarie (“come cambierá la formazione infermieristica in Italia? L’attuale struttura formativa é ancora valida? I master e la laurea magistrale sono ancora spendibili? In Italia ci sono 40 univesitá che gestiscono 242 corsi di laurea in infermieristica; 30 atenei sono in rete tra loro, 10 in prevalenza al Sud non fanno sistema; l’etá media èdi 24 anni e sono sempre di più gli studenti che hanno bisogno di almeno 6 mesi in più per laurearsi; anche per questo sarebbe ottimo portare il Cdl da tre a quattro anni; ci sono però pochi fondi regionali e nelle famiglie; aumenterebbe il lavoro dei docenti e dei tutor e molti atenei cadrebbero in difficoltá; più aumentiamo il livello culturale più l’Infermiere si staccherebbe dal malato, come accade per i medici; gli studenti però vivrebbero meno stres, parteciperebbero di più alla vita di ateneo e potrebbero meglio focalizzare la loro attenzione su campi specifici; per ora ci si sta orientando nel portare da 36 a 42 mesi solari la formazione; solo il 2,9% raggiunge la laurea magistrale, che oggi andrebbe ripensata; non serve solo a formare nuovi dirigenti, ma a dare una formazione più alta e di tipo specialistica; allargare il numero degli iscritti eliminando il numero chiuso o ampliandolo notevolmente; la laurea magistrale deve diventare un vero contenitore di specializzazioni; anche i master di primo e secondo livello dovrebbero essere modificati e soprattutto riconosciuti; quelli più seguiti sono l’area critica, il sound care, la sala operatoria, il coordinamento e il case-care management; da una indagine si é visto che i master in area critica non sono riconosciuti dalle aziende pubbliche e private; chiaro che vi é un disallineamento tra universitá, aziende e professione infermieristica; occorrerebbe offrire livelli specialistici e formativi propedeutici tra master di primo e di secondo livello; va precisato che vi é un alto rischio nel considerare avanzate le buone pratiche, inoltre veramente le competenze avanzate sono sovrapponibili alle competenze specialistiche? Le specializzazioni vanno pensate dal punto d’incontro istante clinico, a a anche formativo; la Fnopi e noi tutti possiamo lavorare finché i master e la formazione specialistica non restino ancora a lungo invisibili”;
  • Stefano Simonetti, Esperto ed autore di pubblicazioni in materia di organizzazione e gestione del personale – Già negoziatore A.Ra.N (“il rinnovo contrattuale non ha portato ad esaudire le richieste degli Infermieri, sia dal punto di vista economico che professionale; gli 85 euro di media in più sono ridicoli ed offensivi, ma non si poteva ottenere di piú; i nuovi incarichi funzionali sono la vera novitá: i sistemi di classificazione professionale sono i ruoli, le aree prestazionali, le categorie e livelli economici e i profili professionali; gli strumenti di sviluppo professionale sono le progressioni orizzontali e gli incarichi di funzione, ovvero di organizzazione e di incarico professionale; le cose positive del nuovo Ccnl: dopo 9 anni rinnovato e siglato nuovo contratto; ritorno della contrattazione sindacale e di fatto superamente delle Leggi Brunetta; il riconoscimento dei tempi per la vestizione, la pronta disponibilitá e la riforma degli Avvisi pubblici; di contro l’effetto fotocopia, ovvero il voler proporre ai sanitari le stesse norme degli altri statali; i troppi errori e un lessico troppo lontano dalla sanitá moderna; la non regolazione dell’accesso alla mensa aziendale; l’aspettativa per vincita di Avviso Pubblico, che di fatto è diventata illegittima e che danneggia chi lavora al nord e vorrebbe tornare al Sud; metádel contratto non è applicabile perché non ci sarebbero i dovuti fondi”);

Per Mangiacavalli: “dobbiamo fare sistema e creare quel connubio necessario tra base e dirigenza infermieristica utile a creare una grande forza d’insieme”. Sentirsi un’unica famiglia professionale e bandire le guerre intestine all’Infermieristica nostrana è tra gli obiettivi primari della FNOPI, che intende occuparsi di tutti, ma proprio tutti, gli iscritti all’Albo e di coloro che sono in Formazione presso le Università Italiane, lavorano all’estero o, perché no, sono andati in pensione e possono ancora essere utili al bene comune della professione.

L’intesa fa crescere, la lotta premia solo chi non vuole il progresso della professione infermieristica.

 

Ricca la discussione dopo la prima è la seconda parte. Ottimo il lavoro di moderazione dei lavori di Beatrice Mazzoleni, Ausilia Pulimeno, Nicola Draoli, Giancarlo Cicolini e Cosimo Cicia del comitato centrale Fnopi.

Location dell’evento: Sala Conferenze Royal Hotel Carlton – via Montebello, 8 – Bologna (BO).

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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