? ? Lo shock cardiogeno uccide. E’ il tema conduttore del 53° Congresso Nazionale di Cardiologia di Milano.
Lo shock cardiogeno uccide, se non si corre ai ripari con una diagnosi rapida e multiparametrica e un trattamento tempestivo e multidisciplinare focalizzato sull’obiettivo: il Dipartimento Cardiotoracovascolare De Gasperis dell’Ospedale Niguarda di Milano, centro di riferimento per questa condizione patologica, ha un protocollo che è incentrato su una tempistica di intervento rapida per migliorare la prognosi dei pazienti e questo sarà uno degli argomenti del 53° convegno nazionale di Cardiologia, che si terrà a Milano dal 23 al 26 settembre, all’hotel Marriott.
Si tratta dell’appuntamento più importante del settore ed è promosso dalla fondazione De Gasperis, che sostiene il Cardiocenter di Niguarda, leader nei trapianti di cuore, nei sistemi di assistenza meccanica al circolo e specializzato nelle terapie complesse.
Lo shock cardiogeno è una condizione clinica che genera una mortalità ancora elevata ( intorno al 40% nella fase di ricovero) nonostante i progressi terapeutici, farmacologici e non. In più del 70% dei casi lo shock cardiogeno è dovuto a sindromi coronariche acute ma negli ultimi anni la casistica dello shock cardiogeno non conseguente a infarto miocardico acuto è in netto aumento.
«Durante il convegno parleremo di come curarlo, ma anche della prevenzione della morte improvvisa e della gestione della terapia anti-trombotica nel cardiopatico complesso. Inoltre tenteremo anche di definire meglio le malattie del muscolo cardiaco, le complicate interazioni cuore-cervello e le più recenti indicazioni a procedure interventistiche valvolari ed ablative» spiega Cristina Giannattasio, direttore del Cardiocenter e membro del comitato scientifico del convegno che riunisce annualmente 1400 specialisti cardiologi e cardiochirurghi e 300 docenti.
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