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Cgil, Cisl e Uil contro gli Infermieri Italiani dicono no allo sciopero!

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Cgili, Cisl e Uil contro gli Infermieri Italiani minacciano l'Ordine degli Infermieri.

La triplice sindacale (Cgil, Cisl e Uil) è uscita allo scoperto e si schiera apertamente contro lo sciopero nazionale degli Infermieri Italiani proclamato per il 23 febbraio 2018 da Nursing Up, Nursind e da altre sigle sindacali, organizzazioni di categoria e persino dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI). 

Lo fa scrivendo alla stessa FNOPI e di fatto accusando di lesa maestà la presidente della Federazione, Barbara Mangiacavalli, per essere scesa in campo “a favore di alcune sigle sindacali”. In realtà Mangiacavalli, come lei stessa ha precisato in una nota ufficiale dell’Ordine degli Infermieri, si è schierata a favore di una categoria professionale fin troppo lesionata dalla politica e dal bullismo dei soliti noti, questi si rei di aver portato tanti colleghi alla disperazione.

Oramai Cgil, Cisl e Uil sono allo sbando più totale e cercano di fronteggiare le continue perdite di iscritti a livello territoriale. In tutte le regioni, infatti, stanno continuando a perdere iscritti a favore dei sindacati infermieristici. Sono sempre meno gli Infermieri dipendenti pubblici che rinnovano il tesseramento e se lo fanno lo fanno senza alcune convinzione.

La triplice si è venduta al Governo di centro-sinistra ed ha accettato l’aumento misero di 85 euro mensili, senza ascoltare la base degli iscritti e senza tenere in considerazione delle esigenze reali di chi tutti i giorni si fa il mazzo nelle corsie d’ospedale.

Il nervosismo di Cgil, Cisl e Uil è evidente e ha portato alla realizzazione di una lettera congiunta indirizzata alla FNOPI e che qui appresso pubblichiamo.

Praticamente Cgil, Cisl e Uil non accettano idee contrarie alle loro e vorrebbero che pedissequamente tutti gli altri si accodassero alle loro decisioni di vendersi al Governo.

Questi tre sindacati si sono in realtà svenduti armi e bagagli al Partito Democratico, ai diktat di Matteo Renzi e a chi dirige ancora per poco la cosa pubblica nazionale. Questi sindacati firmeranno l’accordo con il Governo Gentiloni per l’aumento misero di 85 euro lordi mensili (circa 40-50 euro netti) che serviranno solo a rinforzare il potere contingente di qualche sindacalista, ma non certo a rispondere alle esigenze reali della Professione Infermieristica.

Vogliamo aumenti consistenti degli stipendi, vogliamo il riconoscimento delle nuove competenze, vogliamo veder cessare il continuo sfruttamento degli Infermieri Italiani.

Cgil, Cisl e Uil continuano a voler rappresentare tutti:

  • Medici;
  • Infermieri;
  • Operatori Socio Sanitari;
  • Professionisti Sanitari cugini;
  • Dirigenti;
  • Manager;
  • Datori di lavoro;
  • Dipendenti.

Chi troppo vuole nulla stringe. La triplice non rappresenta praticamente nessuna delle categorie sopra-elencate, in piena linea con la confusione generale che regna nelle politica nostrana.

Leggendo la missiva spedita all’Ordine degli Infermieri è chiaro il tentativo di voler imbavagliare chi rappresenta la nostra professione e cerca di rispondere concretamente alle esigenze della base.

Gli Infermieri Italiani sono stanchi di questi sindacati e di questi sindacalisti e il 23 febbraio scenderanno in piazza per dimostrare che oramai la misura è colma.

Siamo sempre convinti che il mitico Giuseppe Di Vittorio si stia rivoltando nella tomba nel vedere buttare all’aria tanti anni di lotte per i diritti dei lavoratori!

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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