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Piemonte, caccia a Infermieri con manifesti da 60mila euro: polemiche e “Casalesi” in Sanità.

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Mentre la sanità piemontese fatica a trovare personale, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi lancia una costosa campagna di affissioni per reclutare infermieri. Nel frattempo, Azienda Zero cerca un esperto di comunicazione per temi internazionali, alimentando polemiche e interrogativi su nomine e priorità, con la presenza sempre più visibile di figure “casalesi” vicine all’assessore.

In Piemonte, la carenza di medici e infermieri è un problema sempre più pressante, con un costante esodo di professionisti verso altre opportunità, anche all’estero. Di fronte a questa emergenza, la Regione e l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, stanno cercando soluzioni, ma le scelte operate stanno generando non poche polemiche.

L’ultima iniziativa, gestita da Azienda Zero (la “Super Asl” con ampie competenze, inclusa l’indizione dei concorsi), prevede una campagna di affissioni su scala regionale per cercare infermieri, costata ben 62mila euro e affidata direttamente alla Communication Media System Outdoor di Torino. L’opposizione e diversi osservatori si interrogano sull’efficacia di un messaggio così generalista per una platea professionale specifica, suggerendo canali più mirati e meno dispendiosi, come gli Ordini professionali. Non aiuta la comunicazione iniziale che parla di 17 posti, smentita dall’assessore che sostiene essere “ben di più”.

Nuovi Comunicatori e il “Clan dei Casalesi”.

Ma la campagna di affissioni non è l’unica a sollevare dubbi. Azienda Zero, infatti, ha anche pubblicato un bando per trovare uno “specialista della comunicazione” che si occupi di progetti Pnrr e di “rilievo internazionale”. Questo, mentre si attendono ancora nomine cruciali, come quella del responsabile del 118, e si rimandano trasferimenti importanti.

La ricerca di un nuovo comunicatore alimenta i sospetti di un’eccessiva “osmosi” tra Azienda Zero e lo staff di Riboldi. I rumors indicano che per questo incarico potrebbe essere in lizza Andrea Mallai, professionista stimato ed ex capo di gabinetto di Riboldi quando era sindaco di Casale Monferrato. Mallai, peraltro, avrebbe già partecipato a una missione in Albania con l’assessore per avviare canali di reclutamento infermieristico.

La presenza di Mallai non sarebbe un caso isolato. All’interno dello staff di Riboldi e in ruoli chiave nella Super Asl, sono già presenti altri collaboratori provenienti da Casale Monferrato. Tra questi, spicca il nome di Federico Nardi, primario cardiologo e consigliere dell’assessore, il cui ruolo di raccordo ha già sollevato qualche frizione in passato.

L’Attacco del PD: “Casale, un Requisito Decisivo?”.

Questa situazione ha riacceso le battute sul cosiddetto “clan dei casalesi” nella sanità piemontese e ha spinto l’opposizione a chiedere chiarimenti. Il consigliere regionale del Pd Daniele Valle ha apertamente domandato: “A cosa serve uno specialista della comunicazione per una struttura tecnica?” e, in modo più sibillino, se “arrivare da Casale è un requisito decisivo”.

La questione solleva interrogativi non solo sull’efficacia delle strategie di reclutamento del personale sanitario, ma anche sulla trasparenza delle nomine e sulle vere priorità di una sanità piemontese che sembra avere abbondanza di esperti in comunicazione, ma scarseggia di medici e infermieri in corsia.

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