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I gruppi WhatsApp di Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie sono considerati illegali o fortemente a rischio di illegittimità soprattutto per motivi legati alla privacy e alla protezione dei dati sensibili dei pazienti, alla sicurezza delle comunicazioni e alla normativa sul lavoro.
Ecco i principali motivi:
1. Violazione della privacy e del GDPR.
Nei gruppi WhatsApp spesso vengono condivise informazioni cliniche o dati personali dei pazienti (nominativi, immagini, referti), che sono dati sensibili tutelati dal Regolamento Europeo GDPR. WhatsApp non è un sistema conforme alle norme GDPR perché i dati sono salvati su server esterni, spesso fuori dall’Unione Europea. Questo comporta rischi di diffusione non autorizzata e violazione della privacy, con conseguente illecito penale e amministrativo per chi condivide tali dati senza adeguate garanzie.
2. Assenza di controllo e sicurezza delle informazioni.
WhatsApp non dispone di strumenti adatti a garantire la sicurezza, tracciabilità, controllo degli accessi e tutela della riservatezza richiesti per le comunicazioni ufficiali in ambito sanitario, rendendo difficoltoso verificare chi abbia accesso ai dati o se ci siano stati abusi.
3. Responsabilità legale per contenuti pubblicati.
Gli utenti (infermieri, OSS, professionisti sanitari) che partecipano a gruppi WhatsApp possono incorrere in responsabilità civili e penali per contenuti diffusi nel gruppo, come la condivisione divulgativa di dati sensibili o comunicazioni non autorizzate. Anche i datori di lavoro possono essere coinvolti in caso di supervisione negligente.
4. Violazioni delle normative sul lavoro e tutela del lavoratore.
L’uso di gruppi WhatsApp per comunicazioni di lavoro, ordini di servizio o turni al di fuori degli orari contrattuali può violare il diritto alla disconnessione e altre norme sul lavoro, configurando pratiche scorrette o abusive sul piano del rapporto lavorativo.
5. Mancanza di una regolamentazione ufficiale e linee guida.
Non esiste ancora una normativa specifica che autorizzi o regolamenti ufficialmente l’uso di WhatsApp come strumento per comunicazioni professionali nel settore sanitario, che invece dovrebbe prevedere canali certificati e conformi al GDPR (es. portali sanitari, email sicure, app dedicate).
I gruppi WhatsApp di personale sanitario risultano spesso illegali perché violano la normativa sulla protezione dei dati personali e le normative lavorative, mettendo a rischio la privacy dei pazienti e la sicurezza delle informazioni, nonché i diritti degli operatori. L’adozione di strumenti di comunicazione professionale sicuri e conformi alle norme è quindi imprescindibile.
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