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17 Nov 2025, Lun

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Il tumore al seno resta la neoplasia più diffusa tra le donne. Campagne di sensibilizzazione, diagnosi precoce e programmi di screening hanno permesso di ridurre la mortalità, ma la consapevolezza individuale resta decisiva. L’ostetrica Letizia Caratenuto (FNOPO) spiega l’importanza dell’autopalpazione, della mammografia e del ruolo educativo delle professioni sanitarie.

Ottobre è il mese dedicato in tutto il mondo alla prevenzione del tumore al seno. “Il cosiddetto Ottobre Rosa nacque negli Stati Uniti a metà degli anni ’80 e da allora si è diffuso globalmente – ricorda Letizia Caratenuto, consigliera della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) -. Il carcinoma mammario resta al primo posto per incidenza, ma la mortalità è calata del 40% nei Paesi ad alto reddito. Questo grazie ai progressi terapeutici, ma soprattutto alla diagnosi precoce”.

pexels-leeloothefirst-7792488-684x1024 Ottobre rosa, il ruolo delle ostetriche nella prevenzione del tumore al seno.

Autopalpazione e screening.

L’autopalpazione, insieme a visita senologica e mammografia, rappresenta uno strumento centrale di prevenzione. “Non sostituisce lo screening, ma è fondamentale soprattutto tra i 20 e i 40 anni, fascia non coperta dai programmi nazionali – spiega Caratenuto -. Una volta al mese, preferibilmente tra il settimo e il decimo giorno del ciclo, la donna può imparare a conoscere il proprio seno e rilevare eventuali cambiamenti”. La tecnica si compone di osservazione davanti allo specchio e palpazione da sdraiate. “Se si riscontra un’anomalia, è indispensabile rivolgersi allo specialista”, sottolinea l’ostetrica.

Mammografia: i programmi in Italia.

In Italia i programmi di screening mammografico sono rivolti alle donne tra i 50 e i 69 anni, con cadenza biennale. “Alcune Regioni stanno sperimentando l’estensione fino a 74 anni e anche l’avvio a partire dai 45 anni – aggiunge Caratenuto. -. Estendere la fascia potrebbe portare a ulteriori riduzioni della mortalità”. Oltre agli aspetti clinici, resta decisivo il ruolo dell’ostetrica. “Promuovere la fiducia, informare ed educare alla prevenzione sono azioni che possono fare davvero la differenza nella vita delle donne”, conclude.

Una presa in carico multidisciplinare.

La prevenzione e la cura del tumore al seno non possono essere affidate a un singolo professionista. Radiologi, oncologi, chirurghi, senologi, ostetriche e psicologi concorrono a costruire percorsi di diagnosi e trattamento personalizzati. Solo un approccio multidisciplinare consente di garantire alle donne la migliore qualità di cura, dalla prevenzione primaria fino al follow up.

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