Verso il Sindacato degli Operatori Socio Sanitari. Meglio essere autonomi o aderire ai sindacati confederali? Il dramma degli OSS.
Da un a recente stima fatta sa AssoCareNews.it risultano in attività in Italia bene 350.000 Operatori Socio Sanitari. La stragrande maggioranza di loro è iscritta ai sindacati confederali o autonomi (Cgil, Cisl, Uil, Fials, Fsi-Usae, Ugl, USB ed altri). Pochi di loro hanno scelto la via dei sindacati infermieristici Nursind e Nursing Up o l’unico che fa riferimento esclusivamente alla categoria, ovvero SHC OSS.
Da più parti ci si chiede cosa sarebbe meglio per gli OSS: aderire ad un sindacato di categoria o creare un’area specifica degli Operatori Socio Sanitari nei sindacati confederali e autonomi?
Tale dramma attanaglia da sempre tutte le professioni sanitarie e socio-sanitarie e finora non ha trovato una soluzione univoca.
Nell’aria c’è da tempo un movimento di OSS che si sta muovendo a livello politico e istituzionale e che ha permesso, assieme a tutti gli altri, di arrivare ad inaspettati riconoscimenti per la categoria, tra cui il ruolo socio-sanitario di cui spesso si è parlato sul nostro quotidiano.
Oggi emerge un’altra esigenza: da una parte c’è chi si muove verso i sindacati della triplice, costituendo apposite aree interne dedicate agli OSS, dall’altra si sta andando verso la formazione di un grande Sindacato degli Operatori Socio Sanitari, che sia in grado di rappresentare tutti i colleghi o la stragrande maggioranza di loro. E con 350.000 individui sarebbe anche facile superare la soglia di sbarramento del 5% agli RSU imposto da Aran per poter partecipare all’approvazione e alle modifiche del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Sanità.
E voi cosa ne pensate? Scriveteci pure la vostra opinione a redazione@assocarenews.it.
Grazie!