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OSS scrivono a Mattarella, Conte e Speranza: “riconosceteci il ruolo socio sanitario”.

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Gli Operatori Socio Sanitari scrivono a Mattarella, Conte e Speranza: “riconosceteci il ruolo socio sanitario, è un nostro diritto”.

La lettera al Presidente Sergio Mattarella firmata da Migep.

  • Al Presidente della Repubblica
    On. Sergio Mattarella
  • Al Presidente del Consiglio dei Ministri
    On. Giuseppe Conte
  • Al Ministro della Salute
    On. Roberto Speranza

Egregio Ministro Speranza Lei considera l’oss una figura d’interesse sanitario, rimarcando che “Resterà configurato nell’ambito degli operatori d’interesse sanitario perché è sprovvisto delle caratteristiche della professione sanitaria in senso proprio, per mancanza di autonomia professionale, con funzioni accessorie e strumentali e con una formazione di livello inferiore, e che continuerà a essere un operatore con inquadramento economico d’interesse sanitario

Oggi la formazione non è cambiata dal 2001 e quindi nessun principio alla qualità, senza selezione, senza controllo. Lei attraverso l’Avvocatura di Stato reputa che questo deve essere, deve rimanere, non deve cambiare.

Non si può riversare la responsabilità di una formazione inadeguata sugli operatori, sarebbe importante da parte Sua come Ministro della Sanità assumersi la responsabilità per la mancata formazione adeguata di questi operatori poiché le attuali norme non sono più adeguate.

In questo periodo “covid 19” questi operatori sociosanitari sono stati in prima linea ad assistere come tutte le altre professioni Sanitarie, ma da parte Sua, non li ha mai elogiati per il loro impegno. Riteniamo che Lei non abbia una visuale di quanti operatori esercitano nelle strutture e che tipo di competenze hanno, le loro competenze sono anche infermieristiche, soprattutto di notte quando l’infermiere non è presente fisicamente.

È vero, la formazione non ha più la stessa richiesta dell’Accordo Stato Regioni del 2001, notiamo che non c’è neanche la volontà di affrontare da parte Sua la problematica in quest’anno europeo dove queste professioni operano nella comunità Italiana: nei servizi ospedalieri, territoriali e anche nell’esercizio della libera professione. Non vuole neanche incontrarci per trovare soluzioni evolutive per questi operatori e riconoscerli nell’area sociosanitaria.  

Non Le sembra un atto dovuto, un chiaro riconoscimento della professione dell’operatore sociosanitario, con la possibilità di aggiornamento continuo, un passo importante e imprescindibile per definire non solamente a parole ma con volontà di fare applicare la tanto decantata assistenza di qualità per tutti i cittadini-utenti.

In questi mesi leggiamo in rete che alcuni operatori OSS in preda alla paura, per non saper intervenire nelle varie emergenze a causa di una mancata formazione continua, e a una formazione inferiore come Lei stesso rimarca, occultano i propri errori, venendo a mancare i valori che orientano l’agire di ogni singolo OSS che dovrebbe essere il frutto di un processo di profondo confronto, e per questo che molti oss hanno istituito la carta etica dell’operatore socio sanitario con la collaborazione della nostra Federazione perché ritengono che anche la loro professione debba adottarsi di un codice deontologico una carta etica che esprima in modo più libero, ma allo stesso tempo più forte, il senso di appartenenza a un gruppo di professionisti che si pongo l’obiettivo di fornire una cura specifica, senza trascurare la globalità della persona. Peccato che non tutti condividano questo principio ma prevale la paura più che ammettere l’errore, paura per non essere licenziata, paura di dire no alle competenze superiori imposte, perché non si sentono valorizzati e riconosciuti da questa politica.

 

Una grande responsabilità, troppa responsabilità, e chi è in balia di questa mancanza di preparazione ne subisce le conseguenze, a volte anche gravi e irreversibili come la disabilità e la morte per colpa di un sistema politico sordo e cieco.

Egregio Presidente della Repubblica ci rivolgiamo anche a Lei poiché La vita di un uomo non ha età e come tale va rispettato attraverso operatori preparati e strutture che non siano lager. Inoltre, il vero paziente critico è il nostro Sistema Sanitario Nazionale, per salvarlo serve una rianimazione della coscienza collettiva, non con le solite parole di beatitudine ma con i fatti, poiché con la scusa del covid 19 hanno svenduto il servizio pubblico al privato portando i cittadini a una crisi di sostenibilità poiché il sistema sanitario ha creato uno squilibrio nei bisogni di salute della popolazione negando i bisogni urgenti dei cittadini che hanno trovato le risposte dei loro bisogni di salute nel privato; il privato s’impone sul pubblico. Bisogna ridare allo Stato il pieno controllo della salute abrogando la modifica del titolo V, dando risposte immediate sulle questioni di tutte le categorie che operano nel sistema assistenziale.

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri  bloccare la sanità pubblica e indirizzare tutto nel privato si rimane fermi quando il mondo chiede di andare  avanti chiedendo maggiori garanzie sulla salute dei cittadini. La mancanza di risorse materiali, il definanziamento progressivo, la decapitalizzazione del lavoro degli operatori, le nuove diseguaglianze, l’incapacità politica gestionale ha portato un aumento delle tasse e un aumento della disomogeneità tra le regioni nell’offerta di salute, e con il covid 19 gli sprechi sono rimasti, dimostrando la falla politica senza contare dieci anni di blocco contrattuale, i tagli del personale, riduzioni di posti letto, chiusure di ospedali, il mancato riconoscimento del lavoro usurante, l’abuso di lavoro precario attraverso cooperative, i mega concorsi per poi non far scorrere le graduatorie, creando conflitti tra gli stessi oss (la guerra dei poveri); negando il diritto dell’art 97 comma terzo della costituzione a chi è in graduatoria, assumendo nel periodo della forte emergenza sanitaria operatori socio sanitari attraverso l’utilizzo delle agenzie interinali nonostante che cerano le graduatorie aperte, con proroga fino al 2021. Oggi nel proseguimento dell’emergenza molte strutture assistenziali né prorogano le assunzioni, né assumono dalle graduatorie, ma propongono notti passive per compensare la carenza di organico di oss.

È’ necessario affrontare anche il tema del ruolo che gli OSS devono svolgere negli istituti scolastici,
bisogna avere OSS con esperienza e formati per le specifiche competenze. 

Le scuole devono essere poste nella rete dei servizi sanitari in quanto luoghi per prevenire, educare, sostenere e curare, riabilitare.

Nel sistema politico c’è ancora una cultura della sanità centrata sul medico, sull’infermiere, sull’ammnistrativo, infatti, sono premiati per essere stati in prima linea, questo fa perdere opportunità di intervenire sui fattori di sicurezza e salute nell’assistenza alle persone senza dare il giusto ruolo agli operatori socio sanitari.

Egregio Ministro Speranza gli Operatori socio sanitari devono ritrovarsi in un progetto di sviluppo professionale condiviso e nel quale s’impegnano nello studio, nell’acquisizione di abilità e nel dimostrare comportamenti coerenti per un’identità professionale caratterizzante, obiettivo auspicabile e possibile se Lei e la politica riuscissero a capire l’importanza nell’assistenza del ruolo dell’operatore sociosanitario, si potrebbe cambiare l’immagine sociale del loro ruolo.

In tanti devono rivedere la normativa sui corsi di formazione degli operatori sociosanitari. I politici e Lei Ministro dovete rivalutare le responsabilità circa la qualità formativa dei corsi, dove l’OSS deve rappresentare le punte più elevate di completezza professionale, deve avere adeguata formazione, soprattutto vorremmo ricordare che nel periodo “covid” gli oss c’erano ed erano al fianco degli ammalati, come gli operatori di sanificazione che hanno avuto un ruolo importante nella pandemia, ma nessuno li ha considerati neanche le S. V, e molti non hanno avuto il Bonus Covid.

In attesa di essere ascoltati si porgono cordiali saluti.

Cordialmente
Data 30 agosto 2020

Per la Federazione Migep
Angelo Minghetti

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