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OSS. Ora si chiede il riconoscimento professionale socio sanitario. Scende in campo il PD.

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Gli OSS ora sperano nella benevolenza del Consiglio Regionale del Piemonte dopo la presentazione di un Ordine del Giorno del Partito Democratico. Nel documento si chiede il riconoscimento professionale socio sanitario.

Il Partito Democratico, grazie all’interessamento del Consigliere Regionale del Piemonte, Monica Canalis, scende in campo a tutela degli Operatori Socio Sanitari. Lo fa presentando un Ordine del Giorno sul “Riconoscimento Professionale Socio Sanitario“. E’ quanto reso pubblico poco da dalla Federazione Migep.

Ecco l’Ordine del Giorno di Canalis (PD).

Ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e dell’articolo 103 del Regolamento interno,

OGGETTO: RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE SOCIO SANITARIO DEGLI O.S.S. – OPERATORI SOCIO SANITARI.

Premesso che:

• La figura dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) è stata individuata e disciplinata con l’accordo tra il Ministro della Sanità, il Ministro per la Solidarietà Sociale e le Regioni e Province Autonome del 22 febbraio 2001

• L’Operatore Socio Sanitario è l’operatore che, a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale regionale, svolge attività indirizzata a soddisfare bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario

• Gli OSS sono da sempre al fianco di medici ed infermieri in tutte le strutture sanitarie, sociali, socio- sanitarie e socio-assistenziali. Le attività dell’OSS sono rivolte alla persona ed al suo ambiente di vita e si esplicano, in particolare, nell’assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero, nell’intervento igienico sanitario e di carattere sociale, supporto gestionale, organizzativo e formativo

• Il predetto Accordo, oltre alle attività e alle specifiche competenze dell’OSS, individua anche gli obiettivi del relativo percorso formativo attraverso corsi di mille ore, la cui organizzazione viene interamente demandata alle Regioni e alle Province autonome. L’istituzione dei corsi e la conseguente determinazione del numero dei posti disponibili è subordinata al fabbisogno regionale annualmente determinato

Considerato che:

• La L.3/2018 (Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonche’ disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute) definisce l’area delle professioni socio-sanitarie

• in particolare l’Articolo 5 della Legge (Istituzione dell’area delle professioni sociosanitarie) prevede che “Sono compresi nell’area professionale di cui al presente articolo i preesistenti profili professionali di operatore socio-sanitario, assistente sociale, sociologo ed educatore professionale. Resta fermo che i predetti profili professionali afferiscono agli Ordini di rispettiva appartenenza, ove previsti.”

• in Italia sono più di 300.000 gli operatori con abilitazione OSS;

• con istanza in data 13 settembre 2019 le associazioni di categoria, tutte rappresentative i soggetti
riconducibili alla figura dell’operatore socio sanitario chiedevano al Ministero della salute la corretta e piena attuazione di quanto previsto dall’art. 5 di suddetta legge, con riferimento alla istituzione dell’area delle professioni sociosanitarie, area a cui farebbe a pieno titolo parte anche la figura dell’OSS;
Al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte

Rilevato che:

• il Ministero dava riscontro a tale istanza con nota del 17 ottobre 2019, la quale formava oggetto di impugnazione dinnanzi al Tribunale Amministrativo regionale per il Lazio, per violazione del richiamato art. 5 della legge n. 3 del 2018 nonché per eccesso di potere sotto il profilo della irragionevolezza dell’azione amministrativa;

• rispetto alla sentenza del TAR è stato presentato un ricorso registrato con numero 196 del 2020 a cui l’Avvocatura generale dello Stato ha risposto il 27.3.2020, negando l’inclusione degli OSS nell’ambito delle professioni socio sanitarie (“gli OSS oggi non rientrano nell’ambito delle professioni socio-sanitarie, ma nella differente categoria degli operatori di interesse sanitario”)

• indipendentemente dall’esito delle vicende giuridiche, si ritiene opportuno dare seguito e definizione a quanto previsto dall’art.5 della L.3/2018, in particolare al fatto che il profilo degli OSS non è stato inserito dal Ministero tra le professioni sanitarie; agli eventuali adeguamenti economici derivanti dalla definizione del nuovo mansionario; alla definizione dell’ordinamento didattico in materia vista la mancanza di un percorso chiaro ed uniforme a livello nazionale volto a stabilire un nuovo ordinamento didattico universitario per la formazione dell’OSS

Verificato che:

• si ritiene opportuno riconoscere piena dignità lavorativa ed economica a questo specifico comparto; IL CONSIGLIO REGIONALE IMPEGNA LA GIUNTA A
sostenere in tutte le sedi opportune e con tutti i mezzi a disposizione la piena e corretta attuazione dell’art.5 della L.3/2018 rispetto al riconoscimento della figura dell’OSS come parte dell’area professionale socio sanitaria

Monica Canalis – Consigliere Regionale Regione Piemonte

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