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OSS licenziata perché offese un Paziente: “lo chiamò handicappato di m…”.

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Una Operatrice Socio Sanitaria (OSS) è stata licenziata nelle Marche per ave offeso un Assistito. Dopo un alterco per futili motivi lo ha chiamato “handicappato di m…”. L’uomo ha scritto alla Direzione.

Il tutto è accaduto in una nota riabilitazione estensiva tra Abruzzo e Marche nel luglio 2019, ma la notizia è trapelata solo ora al termine di una lunga procedura di licenziamento. Siamo nel settore privato e in una clinica di eccellenza che non tollera atteggiamenti aggressivi di alcun tipo. La donna, una Operatrice Socio Sanitaria sui 40 anni, con problemi familiari seri, non era nuova a simili atteggiamenti. Dopo un alterco con un Paziente, questi l’ha segnalata alla Direzione aziendale. Di qui il procedimento che ha portato al suo allontanamento.

Fino a quel momento nessun Ospite, pur subendo le stette angheria, aveva mai scritto nulla, ma solo segnalato verbalmente i vari accadimenti. La sfortuna ha voluto, stavolta, che la OSS non fosse sola in stanza e che fosse presente un altro Ospite.

Per meglio capire cosa è successo occorre individuare bene la location. Siamo in una clinica privata di alta classe dedicata ad ospiti non deambulanti (paraplegici). La struttura è stata realizzata per ospitare, in via momentanea, ospiti che seguono cure particolari nell’ambito della riabilitazione osteo-muscolo-motoria e psicologica. E’ riservata a pochi utenti e non è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale (quindi è tutto a pagamento). Qui ci lavorano OSS, Medici, Fisioterapisti e Infermieri, tutti assunti a tempo indeterminato con contratto di natura privatistica.

Gli Ospiti, diciamola tutta, sono ricchi e molto pretenziosi. Ciò però non giustifica alcun tipo di atteggiamento ostile nei loro confronti. E’ per questo che la OSS è stata allontanata e a nulla è servito il suo ricorso al sindacato e al giudice del lavoro.

La Direzione, prima dell’assunzione, le aveva presentato più volto la tipologia di Pazienti presenti in struttura e aveva messo a disposizione della OSS e di tutti i lavoratori un apposito servizio di supporto psicologico.

La nostra protagonista, però, non vi ha mai fatto ricorso. Più volte era stata richiamata in Direzione per discutere di alcuni suoi atteggiamenti non in linea con i principi aziendali.

Questa volta ha esagerato apostrofando l’Assistito con il termine “handicappato di m…“. L’uomo aveva suonato più volte per futili motivi, ma perché affetto da disturbi dell’umore e trattato con appositi farmaci da Medici e Infermieri. La donna all’ennesima chiamata è sbottata urlando e inveendo contro il Paziente, che è sprofondato in un pianto inarrestabile e rumoroso, tanto da chiamare in camera altri OSS e l’Infermiere in turno.

La sfortuna dell’Operatrice Socio Sanitaria è stata quella di aver “sbottato” in presenza di un altro Ospite, anche lui paraplegico, ma perfettamente lucido e collaborante. E’ stato proprio lui ad incastrarla e a testimoniare a favore dell’amico di stanza.

A ciò vanno aggiunte le testimonianze di chi lavorava in struttura il quel momento e di altri Pazienti che hanno udito le urla smodate della donna.

Ora la nostra OSS dovrà cercarsi un nuovo lavoro e sicuramente uno psicologo che potrebbe aiutarla a superare i suoi problemi e l’ennesimo “intoppo” nella sua vita… già grama.

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