Intervento di Stella Mele del CNOSS dopo i fatti di Rimini
Le Operatrici Socio Sanitarie arrestate a Rimini per violenza contro i loro pazienti anziani devono essere puniti con il massimo della pena, perché disonorano una categoria che non ha nulla a che vedere con questi atteggiamenti e con questi atti di violenza”. A dichiararlo Stella Mele, membro del Coordinamento Nazionale OSS (CNOSS) ed esponente di spicco del sindacato FIALS della provincia romagnola.
Mele si dice esterrefatta per quanto accaduto nei giorni scorsi nella cittadina riminese, dove tre OSS e l’anziano proprietario di una casa di riposo sono stati beccati in fragranza dai Carabinieri e posti agli arresti per violenza nei confronti degli ospiti della casa-famiglia “Villa Franca”.
“Ha fatto bene la collega a denunciare tutto alle forze dell’ordine e a far emergere questi avvenimenti che non hanno nulla a che vedere con l’assistenza – aggiunge Mele ai microfoni di AssoCareNews.it – chi di dovere deve intensificare i controlli e la Regione Emilia Romagna e il Governo Centrale devono riconoscere agli OSS un ruolo di auto-rappresentanza. Devono darci la possibilità di unirci in un Albo nazionale che sia da garanzia per il Cittadino-Paziente. Con un’unica organizzazione di auto-conduzione e di auto-disciplina anche gli Operatori Socio Sanitari saranno in grado di stabilire se gli iscritti sono affidabili o meno. Oggi l’OSS non è tutelato e non è garantito da nessuno. Il DDL Lorenzin, diventata Legge n.3/2018, ha istituito ufficialmente la Professione Socio-Sanitaria, ma una norma non basta, serve la volontà per andare oltre e riconoscere agli OSS un ruolo che non è solo di natura tecnica”.
“Tornando alla questione riminese – conclude Mele – come CNOSS e come FIALS siamo vicini alle vittime delle violenze e alle loro famiglie. Allo stesso modo condanniamo i vili gesti di queste persone che oltre a non avere cuore non sanno cosa sia essere e fare l’Operatore Socio Sanitario”.