Le attività degli Operatori Socio-Sanitari
nei contesti ospedalieri: uno studio mixed-method condotto dal gruppo ECOSS.
Lo studio è stato condotto dai colleghi Alvisa Palese, Elisa Ambrosi, Francesca Stefani, Alessandra Zenere e Luisa Saiani nell’ambito delle iniziative di ricerca del grupp ECOSS. Gli autori vogliono dimostrare che con la giusta formazione gli OSS possono essere un valido supporto per gli Infermieri e per tutto il Sistema Sanitario Nazionale.
Iscrivetevi al Gruppo Facebook dedicato agli Operatori Socio Sanitari per rimanere aggiornati.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista AIR – Assistenza Infermieristica e Ricerca.
Dopo vent’anni dall’inserimento dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) nella pratica assistenziale, il suo ruolo è ampiamente dibattuto.
Gli obiettivi dello studio.
Descrivere le attività effettuate dall’OSS e il tempo dedicato; individuare le attività svolte in autonomia che appartengono all’area di confine con la competenza infermieristica ed analizzarne le motivazioni.
Metodi utilizzati.
Studio multicentrico con approccio mixed-method. Cinquantasei OSS di 17 ospedali del Nord-Italia sono stati osservati durante la pratica quotidiana e intervistati rispetto alle motivazioni dello svolgimento in autonomia di attività di confine con la competenza infermieristica.
Risultati ottenuti.
Gli OSS hanno svolto principalmente attività di assistenza diretta (67.7% del tempo osservato) cure igieniche, mobilizzazione e alimentazione.
Negli ospedali di dimensioni maggiori (p=0.034), nei reparti chirurgici (p=0.001), con uno skill mix >40% (p= 0.044) e un ridotto numero di pazienti per infermiere (p=0.041) gli OSS dedicavano significativamente meno tempo alle attività di assistenza diretta.
Le attività di confine con le competenze infermieristiche effettuate più frequentemente in autonomia sono state:
- la mobilizzazione (22;39.3%);
- le cure igieniche (21;37.5%) in pazienti instabili;
- l’alimentazionedi pazienti disfagici (19;34%);
- la sostituzione delle flebo (16; 28.6%);
- la medicazione delle lesioni da pressione (11; 19.6%).
Gli OSS hanno agito in autonomia per l’esperienza lavorativa, per rispondere tempestivamente ai pazienti e ridurre il carico di lavoro degli infermieri.
In conclusione.
È necessario monitorare lo sviluppo del ruolo degli OSS nei contesti ospedalieri per comprendere le integrazioni con gli infermieri.