Gli Operatori Socio Sanitari sono in fermento per la possibilità di vedersi modificare la formazione di base. Due anni per diventare OSS e corso para-universitario.
La formazione per gli Operatori Socio Sanitari non può rimanere ad appannaggio delle Regioni e vede essere assolutamente riformulata alzando l’asticella del sapere e dello studio. È quanto chiedono a gran voce la Federazione Migep e il sindacato SHC, ma la Politica, le Regioni e il Governo continuano a fare orecchie da mercanti.
È di qualche giorno fa la proposta dell’on. Stefania Mammì di creare un elenco unico nazionale (digitalizzato) degli OSS, una sorta di “albo” impropriamente detto che possa fare da “garante” per il Cittadino-Paziente.
Sulla formazione c’è da fare tanto e i corsi non possono più essere gestiti da dubbie organizzazioni private che non riescono a garantire un sapere comune e una preparazione ottimale dal Nord al Sud, passando per il Centro e le isole italiane.
Senza poi parlare di chi i corsi e gli attestati per OSS se li è venduti, se li vende e se li venderà (siamo in Italia, il Paese dove fatta la legge… si trova subito l’inganno).
Tra le proposte in cantiere da parte del Governo Conte (non è detto che saranno realizzate) vi sono:
OSS: la Politica ha veramente a cuore le sorti della professione socio-sanitaria?
OSS: formazione unica nazionale di 2 anni e albo nazionale. Le novità.
OSS: verso l’elenco digitale nazionale degli Operatori Socio Sanitari.