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OSS di Migep chiedono incontro a Federazione Nazionale Ordini degli Infermieri.

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OSS di Migep chiedono incontro a Federazione Nazionale Ordini degli Infermieri.

Lettera inviata alla presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli.

La Federazione Migep, sodalizio che raccoglie al suo interno Operatori Socio Sanitari, Infermieri Generici e altre figure non professionistiche operanti nel mondo della sanità chiede un incontro alla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche scrivendo direttamente alla presidente Barbara Mangiacavalli. La struttura gestita dall’infermiere generico Angelo Minghetti prende spunto da una inchiesta realizzata dal quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it sulle scuole di formazione per OSS.

Segnalateci altre notizie sugli OSS direttamente sul Gruppo Facebook dedicato agli Operatori Socio Sanitari.

Minghetti comunica che sono anni che in Italia continuano le anomalie formative e la confusione più generale tra il ruolo dell’Operatore Socio Sanitario e quello dell’Infermiere. Per questo chiede a FNOPI un incontro attraverso cui stabilire una volta per tutte le regole del gioco e ripristinare i confini tra la figura tecnica e il professionista sanitario. Tutto ciò nell’interesse ultimo del Cittadino.

Ecco il contenuto della lettera di Migep.

Alla Presidente Nazionale Fnopi

Dott.ssa Barbara Mangiacavalli

Oggetto: infermieri e Operatori socio sanitari – Richiesta di incontro.

La Federazione Migep, rappresentante nazionale degli operatori sociosanitari, Le scrive per commentare brevemente l’articolo uscito sul quotidiano Assocarenews.itScuole OSS formano all’abuso di professione con la complicità degli Infermieri”.

Nel leggere l’articolo abbiamo avvertito un disagio, molto forte, in quanto sono 18 anni che stiamo denunciando queste anomalie nella formazione degli operatori socio sanitari. Siamo contenti che un quotidiano infermieristico abbia evidenziato quanto sta avvenendo sulla formazione oss, una verità come l’uovo di Colombo.

Se le attuali scuole formano in maniera disomogenea su tutto il territorio Nazionale, è perché il mercato richiede questo: minor costo del personale, più guadagno, qualità inferiore.

Serve urgentemente una revisione della normativa e la formazione deve essere demandata alle stesse Asl attraverso istituti sanitari con due anni di formazione.

Oggi esprimiamo solidarietà a tanti Oss che pur avendo acquisito attestati con competenze poco chiare e confuse per gli insegnamenti avuti, ogni giorno compiono il loro dovere seriamente e con grande dedizione, senza che nessuno riconosca il loro merito. Molti infermieri narrano che sono vicini al malato 24h su 24, ma anche gli oss sono vicini al malato 24h su 24.

Come federazione OSS credo che Lei come Presidente di un Ordine dovrebbe sostenere il diritto degli Oss, riconoscendo le loro rivendicazioni portate avanti attraverso la federazione migep, per essere riconosciuti e apprezzati quotidianamente nella loro professione, e non solo additati quando alcuni di essi sono artefici dei maltrattamenti, contestando il loro agire quando vengono paragonati- infermieri, ciò che deve essere a ciò che è. Notiamo che il Suo pensiero è rivolto solo al diritto degli infermieri ad essere riconosciuti dai giornalisti, ma facendo in modo che ciò che deve essere non venga contraddetto.

Il contraddittorio può servire, ma non deve essere lo scopo per far privilegiare una professione e creare l’autorevolezza della professione infermieristica intellettuale e per questo denigrare altre qualifiche che dovrebbero essere parte del famoso e decantato lavoro d’equipe, vedi la legge 42/99, una grande ingiustizia.

Allora ci domandiamo; il suo agire è fare in modo che i cittadini debbano iniziare a diffidare degli OSS ? Oppure di un sistema che continua ad ignorare gli anziani e i loro bisogni, chi li assiste?   Ho avere la totale sovranità su tutte le figure assistenziali?

Allora ben vengano i controlli nelle scuole, ben venga che l’oss manifesti il suo disappunto, ben venga che si confronta con l’infermiere sull’abuso di professione, sul demansionamento dove gli stessi infermieri stanno creando una mescolanza di ruoli, mansioni e competenze, che generano battaglie lungo le corsie tra i due attori della sanità. Molti infermieri vengono a meno alla necessità del paziente nascondendosi dietro a delle sentenze fatte ad personam, facendo mancare quell’assistenza primaria e la collaborazione:” lavoro in èquipe”.

Nelle strutture, RSA, RA e in quelle territoriali, gli Oss operano da soli, soprattutto di notte, dove devono assistere 60 ospiti, l’abuso di professione è routine, tutti ne sono a conoscenza (connivenza).

L’articolo mette a nudo una delle tante falle della formazione, una falla denunciata da ben 18 anni da codesta federazione anche con l’intervento dei Nas; discussa anche sul tavolo tecnico Ministero e Regioni sul ruolo, funzioni, formazione e fabbisogno dell’oss (anno 2010-2012). Una falla non da attribuire all’operatore sociosanitario, ma alle ipocrite mistificazioni insegnate da infermieri e capo sala, anche da una politica che guarda solamente gli interessi di alcune professioni con relativi interessi economici.

Inoltre, l’operatore sociosanitario vuole precisare che in campo di attività’: “nessuno è di supporto a nessuno”. La parola di supporto bisogna eliminarla come è stato eliminato il termine paramedico. Le attività non devono essere imposte a nessun altro, ognuno nell’équipe ha il proprio ruolo, si è tutti integrati in un lavoro e si parla di èquipe.

La distanza tra le aspettative e la realtà oggi è incolmabile e tutti i discorsi fatti a difesa o ad accusa di quello o di quell’altro operatore, professionista o no, si stanno perdendo di fronte alla concretezza; in fatti abbiamo una formazione obsoleta, mancano linee guida, una equità formativa a livello nazionale, mancanza di docenti abilitati alla formazione.

Occorre realismo in questo nostro tempo di contraddizioni e nel realismo dovremmo tornare tutti a essere critici, non critiche sterili, bensì propositive e costruttive, ponendoci domande e dubbi. 

Nessuna chiusura di parte, ma una apertura a tutela di tutti i cittadini e di tutti gli attori dell’equipe; sono errori che sono stati commessi nel passato evitiamo di ripeterli nel presente e in futuro.

Una recente sentenza di un Giudice in Piemonte far venire a meno il concetto dell’aiuto alla corretta assunzione del farmaco” affermando che basta saper leggere, aprendo, di fatto, la via alla somministrazione del farmaco al paziente da parte dell’oss, di fatto prestazione esclusivamente infermieristica, esponendo gli operatori all’abuso di professione, e il cittadino a tutti i rischi e conseguenza del caso. Sentenza 643/2018

Come l’infermiere combatte affinché la propria professione raggiunga un livello professionale alto, anche l’oss oggi combatte contro l’abuso di professione, il demansionamento, la dignità professionale, una formazione equa, perché tutti fanno parte di un sistema assistenziale dove bisogna dare il meglio per l’utente, paziente, ospite.

Si è creata una collaborazione con l’Opi di Firenze e Pistoia, unitamente alla Federazione Migep per dare uno sviluppo professionale all’oss, attraverso la certificazione delle competenze cercando di riempire il vuoto formativo e legislativo. 

La federazione Migep, su gli argomenti sopra esposti, auspica un incontro con la S.V. alfine di poter uscire da questa situazione diventata per tutti ormai insostenibile.

Rimaniamo in attesa di un cenno di riscontro, e Le porgiamo cordiali saluti.

Minghetti Angelo – Federazione MIGEP

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