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giovedì, Marzo 28, 2024
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Operatori Socio Sanitari: percorso formativo para-universitario per vecchi e nuovi OSS.

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Da tempo si attende una seria riforma per gli Operatori Socio Sanitari. Auspicabile un percorso formativo para-universitario per vecchi e nuovi OSS.

Gli Operatori Socio Sanitari, attraverso le loro varie organizzazioni, a cominciare da Migep SHC, passando per Unitoss, Noi Oss, Cnoss, Fioss, Asoss e finendo al Cts – Movimento Nazionale OSS, stanno chiedendo da tempo una seria riforma della categoria, partendo dalla formazione di base e dal necessario innalzamento culturale dell’intera futura professione socio-sanitaria.

Da alcuni giorni ci stiamo occupando in maniera specifica delle proposte in essere e dell’atteggiamento singhiozzante della Politica e dei Governi che si sono susseguiti nell’ultimo ventennio.

Il problema degli OSS è anche un altro: oltre al livello culturale e di conoscenze medio-basso, che si registra tutti i giorni in tutte le strutture assistenziali da Nord a Sud, passando per il Centro e per le italiche Isole, vi è la mancanza quasi totale di unità categoriale.  Ogni organizzazione cerca di fare per se, ma quando si è divisi anche se l’obiettivo è simile o uguale difficilmente lo si raggiunge.

Ad oggi l’Operatore Socio Sanitario, personale di supporto all’Infermiere e all’Infermiere Pediatrico (va ricordato), non ha piena autonomia ed è costretto a muoversi entro i vincoli del suo Profilo (ovvero l’Accordo Stato – Regioni del 2001).

In questo clima occorre per forza di cose riuscire a fare sistema, per non ritrovarsi di fronte ad una Legge dello Stato che imporrà il da farsi futuro.

Tra le proposte in cantiere dalla parte della Politica, ricordiamolo, ci sono:

  • obbligo della maturità per chi deve Diventare OSS, ma anche per chi è già OSS e lavora da OSS;
  • nuova formazione unica nazionale e non più ad appannaggio delle singole regioni come accade oggi, con corsi dalla dubbia valenza formativa;
  • percorsi formativi dai 18 ai 24 mesi di natura para-universitaria;
  • equipollenza per i vecchi OSS con obbligo di conseguimento della maturità scolastica;
  • riconoscimento del Profilo Socio-Sanitario così come previsto dalla Legge 3/2028;
  • istituzione di un’unica “Casa comune degli OSS”;
  • creazione di un elenco nazionale (impropriamente detto Albo degli OSS) a totale garanzia per il Cittadino, che ha il diritto di avere la migliore assistenza possibile, anche dal punto di vista socio-sanitario.

Il percorso formativo para-universitario, propedeutico al necessario diploma di maturità, si renderà necessario a breve anche per affrontare dal punto di vista scientifico eventuali ulteriori pandemie, come accaduto per quella da Coronavirus, che ha visto molti OSS spiazzati rispetto ad un pericolo che li ha visti impauriti, impreparati, spesso goffamente autolesionisti.

Il sapere e la conoscenza da sempre sono alla base di una corretta assistenza, anche dal punto di vista socio-sanitario.

Non ci resta che attendere e sperare in una riforma seria e nella pacificazione tra le varie organizzazioni. Forse a qualcuno giova tener divisi gli OSS?

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