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L’OSS può eseguire solo piccole medicazioni. Vediamo quali.

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L’Operatore Socio Sanitario può eseguire solo piccole medicazioni di lesioni cutanee e non può sostituirsi all’Infermiere. Scopriamo assieme quali.

L’Operatore Socio Sanitario è competente per la gestione di lesioni cutanee di primo grado e senza perdita tissutale. Non può in alcun caso sostituirsi all’Infermiere o al Medico per la gestione di ferite dal secondo grado in poi. Questo sia nell’ambito pubblico, sia in quello privato.

Chi lo fa incorre nel reato di abuso di professione medico-infermieristica. Andiamo ad analizzare cosa può curare nello specifico l’OSS.

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Il ruolo dell’OSS nel Team multidisciplinare.

Siamo nell’era dei Team multidisciplinari e in tutti gli interventi assistenziali non si può che agire in équipe. In tale squadra ha un ruolo particolare anche l’OSS, che fa da supporto all’Infermiere Wound Care e può adiuvare anche il Medico specialista in lesioni cutanee (o altri professionisti sanitari).

L’Operatore Socio Sanitario è una figura molto importante nel team, ma il suo ruolo di assistente e di addetto alla prevenzione non deve essere mai confuso con quello del sanitario. L’OSS rimane un tecnico che, ove necessario, può ricevere l’attribuzione di un compito specifico (vedi Profilo OSS).

L’OSS “responsabile” di piccole medicazioni.

Chi si occupa di lesioni cutanea in maniera professionale, in ambito pubblico o privato, sa bene che vi è una continua “lotta” tra chi deve fare cosa, quando, come e perché. Ciò accade anche tra gli operatori sanitari e socio sanitari.

Oggi proviamo a spiegare i ruoli reali:

  • OSS > ruolo tecnico di supporto, può gestire con creme idratanti (non contenenti medicinali) e piccole medicazioni a piatto lesioni di primo stadio senza perdita di continuità tissutale;
  • Infermiere > può gestire in autonomia tutte le lesioni cutanee e può medicare il Paziente, previa prescrizione Medica, anche con medicazioni avanzate; valuta e gestisce;
  • Medico > ha il ruolo del supervisore e del prescrittore, può eseguire in autonomie le medicazioni semplici ed avanzate e può stabilire esami diagnostici di controllo e di valutazione degli interventi realizzati finora.

In un vecchio servizio realizzato su questo sito tempo fa dal collega Ivan Santoro, nel frattempo impegnato in altre attività editoriali, lo stesso diceva che: “in tutti i congressi, eventi, convegni, simposi, corsi di formazione a cui ho preso parte si parla costantemente di questo Team Multidisciplinare. Nel team multidisciplinare, a mio avviso, ricopre un ruolo fondamentale la figura dell’OSS che passa la maggior parte della sua carriera sanitaria davanti al malato fragile, pertanto un gruppo di lavoro o un Team multidisciplinare funziona se tutti gli attori del processo assistenziale conducono le proprie mansioni su un unico obiettivo finale, cioè il benessere del paziente. L’OSS (come per l’infermiere), dovrà necessariamente essere aggiornato e formato avendo così gli strumenti giusti per ricevere ed attuare nel limite della propria figura le deleghe assistenziali fornite dall’Infermiere”.

Con il DDL Lorenzin che è stato pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana lo scorso 31 gennaio, gli Operatori Socio Sanitari potranno “godere” di un ulteriore rinnovo della propria figura (Non prima del 2019). Attualmente basandoci sull’Accordo Stato/Regioni (22/2/2001 testo aggiornato nel 2006), vi sono ben elencate le competenze tecniche a carico dell’OSS.

Prima di parlare delle medicazioni, spiegava Santoro, come da linee guida internazionali (AHRQ – Agency for Healthcare Research & Quality), bisogna necessariamente parlare della prevenzione delle Lesioni da Decubito o da Pressione (LDD o LDP).

Qual è il reale ruolo dell’OSS rispetto a questo tipo di lesioni?

In questo ambito l’OSS svolge un ruolo fondamentale in quanto:

  • attuando una corretta igiene del paziente, evita macerazioni cutanee causate da liquidi organici (feci-urine);
  • eseguendo il corretto cambio della biancheria, evita le comuni forze di stiramento o di taglio causa dell’insorgenza di arrossamenti o iniziali lesioni cutanee;
  • utilizzando in modo corretto (coordinato dal Fisioterapista) ausili e vigilando sulle corrette posture, evita la continua pressione su una regione corporea, causa dell’iniziale ischemia tessutale e successiva formazione lesione da decubito;
  • vigilando sull’idro/alimentazione del paziente evitando malnutrizione e/o disidratazione (coordinati dal Medico- dall’Infermiere e se presente dal Nutrizionista), previene l’insorgenza di nuove lesioni o il peggioramento di lesioni eventualmente già esistenti.

Sempre attenendoci all’accordo sopracitato, l’OSS debitamente formato deve essere in grado di: “….effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse”.

Questo ancora oggi rappresenta un tema molto discusso nei reparti/RSA/RP che a seconda dei protocolli o procedure interne renderà più o meno attivo il ruolo dell’OSS in questo contesto.

L’OSS, comunque deve essere la figura di supporto all’Infermiere nell’esecuzione di una medicazione tradizionale tanto più se la medicazione utilizzata risulta avanzata , in quanto le responsabilità legali sono ben definite dalla Legge Gelli Bianco n. 24 del 3/2017.

In caso di medicazione semplice, di ferita asettica e senza evidenti complicazioni riscontrate dal personale medico-infermieristico, l’esecuzione – secondo le tecniche assistenziali attuali – deve essere altrettanto semplice.

Cosa deve preparare l’OSS per le piccole medicazioni di sua competenza?

Vediamolo assieme:

  1. guanti monouso in lattice (si potrebbe incorrere in allergie se non lattex-free per il Paziente e per l’operatore);
  2. soluzione fisiologica;
  3. siringa da 10 ml o superiore;
  4. garze sterili;
  5. cerotto anallergico;
  6. pinza tipo Klemmer;
  7. pinza anatomica;
  8. forbici sterili e non;
  9. guanti sterili (per medicazioni senza ferri chirurgici);
  10. contenitore reniforme;
  11. carrello servitore;
  12. telino sterile;
  13. crema idratante non contenente farmaci.

Quale procedura deve adottare?

Ecco nello specifico:

  1. igiene antisettica delle mani;
  2. informare l’utente;
  3. preparare l’ambiente;
  4. preparare il materiale (sul carrello servitore allestire campo sterile con telino sterile);
  5. indossare guanti monouso in lattice;
  6. rimuovere la precedente medicazione, preparare una siringa da 10 ml contenente soluzione fisiologica e inumidire il cerotto,staccare il cerotto;
  7. delicatamente distendendo la cute;
  8. osservare la cute, valutare e riferire all’infermiere le condizioni locali della zona per la presenza di eventuali segni (tumor, rubor, calor, dolor, functio laesa)
  9. detergere la ferita e la cute circostante con garza imbevuta di soluzione fisiologica;
  10. asciugare con garza sterile servendosi di ferri chirurgici,(se non usiamo ferri chirurgici indossiamo guanti sterili, rispettando la sterilità), secondo le nuove linee guida della NICE è sconsigliato utilizzare disinfettanti topici (tipo iodato);
  11. coprire la ferita con garze sterili, chiudere con cerotto anallergico tagliato in dimensioni appropriate, se presente utilizzare un cerotto preconfezionato;
  12. smaltire i rifiuti, lavarsi le mani e riordinare il materiale, informare l’infermiere e trascrivere le proprie consegne nella cartella informatizzata o cartacea;
  13. igienizzarsi nuovamente le mani.

Bibliografia:

  • Accordo Stato/Regioni 22/02/2001 aggiornato 4/2006 ruolo dell’OSS
  • Agency for Healthcare Research and Quality;
  • NICE The National Institute for Health and Care Excellence;
  • DDL Lorenzin 22/12/2017;
  • Legge Gelli-Bianco n.24 3/2017;
  • Archivio AssoCareNews.it.
Dott.ssa Francesca Ricci
Dott.ssa Francesca Ricci
Francesca Ricci è una web-writer esperta in ambito sanitario. Da anni si occupa di questioni sociali, politica ed economia.
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