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Haylina, OSS ucraina salva e porta in Italia 7 profughi, tra cui 3 bambini: “la guerra è orrore, ora respirano tranquillità”.

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Oggi raccontiamo la storia di Haylina, Operatrice Socio Sanitaria ucraina, che è riuscita a salvare portando in Italia ben 7 profughi della guerra contro i russi, tra cui 3 bambini.

La storia ha luogo ad Olgiate Molgora (Lecco), un paesino di poco più di 6000 abitanti. Halyna, Operatrice Socio Sanitaria presso la “Casa dei ragazzi” riesce a salvare ben 7 connazionali portandoli in Italia. Si tratta di sua nuora, sua nipote, di altre 2 donne e di 3 bambini tutti fuggiti da una guerra inutile voluta dalla Russia.

Haylina si è messa in moto subito, non appena ha sentito in TV cosa stava accadendo nella sua madre patria. Ha chiamato il figlio in Ucraina e gli ha detto di caricare in macchina la moglie e il figlio e di partire verso l’Italia per mettersi al riparo. Ci sono voluti ben tre giorni di viaggio, poi l’abbraccio in autostrada e l’arrivo a Villa d’Adda, dove vive la donna.

Haylina è sposata con un italiano, di professione fa l’OSS, e lavora come dicevamo presso la “Casa dei Ragazzi” di Olgiate Molgora, dove i dipendenti, gli assistiti e i parenti degli assistiti si stanno dedicando anima e corpo per accoglierli e mostrare vicinanza con i fatti.

“Mio figlio Vladimiro e mia nuora Maria abitano con il piccolo Zaccaria di 6 anni nell’ovest dell’Ucraina, a 80 chilometri da dove sono cominciati a fine febbraio i bombardamenti sugli aeroporti militari. La loro casa era un appartamento al quinto piano di un palazzo. Quando la situazione si è fatta critica si sono spostati da alcuni amici che hanno una villetta poco distante e lì la notte sono andati a dormire in cantina quando è partita la sirena antiaerea. Per mio nipote e per i figli dei loro amici è stato terribile, hanno avuto tantissima paura e da lì i genitori hanno capito che bisognava scappare e portarli in salvo” – ha dichiarato alla stampa Haylina.

In Italia sono giunti Vladimiro con moglie e figlio. Con loro la cognata, l’amica con i consorti e tre bambini. Gli uomini poi sono tornati sul campo di guerra in Ucraina e hanno salutato le famiglie proprio sul confine.

Alcuni di loro hanno attraversato l’Ucraina a piedi, altri in macchina, alla fine però si sono ricongiunti fino al viaggio della speranza verso l’Italia.

“Non so come mia nuora possa essere riuscita ad affrontare un percorso simile, da sola al volante e con a bordo altre due donne e quattro bambini. Mi ha detto che la forza e il coraggio gliel’ha dato il figlio. Sapeva di doverlo portare lontano dalle bombe se voleva salvarlo. E allora ha stretto il volante tra le mani, ha premuto sull’accelerato ed è arrivata in Italia” – ha aggiunto la nostra interlocutrice.

“”Nella nostra casa abbiamo alloggiato mia nuora e il piccolo Zaccaria. Per le altre due donne e i tre bambini, invece, il vicino al piano inferiore ci ha offerto il suo appartamento che era vuoto e poi è iniziata una catena di solidarietà che ci ha commosso e che non ci aspettavamo” – ha commentato tra le lacrime Haylina – “i vicini di casa sono stati fenomenali, così pure il referente della Caritas; abbiamo ricevuto la solidarietà di tanti amici, che ci hanno portato cibo, vestiario, coperte e persino un microonde”.

Ma non sono state e non sono tutte rose e fiori. La burocrazia sta rallentando l’inserimento dei profughi, la vaccinazione e l’inserimento scolastico dei bambini.

“Il mio e il nostro pensiero è rimasto però in Ucraina, dove gli uomini sono rimasti nell’attesa di essere chiamati alle armi; sopravvivono, non possono lavorare e il loro eroismo si mostra giorno per giorno; speriamo che si risolva in fretta e possiamo tornare ad abbracciarci il prima possibile” – ha concluso la nostra interlocutrice.

Ovviamente l’augurio di tutti noi è che questa guerra assurda, come tutte le guerre, finisca quanto prima.

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