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Corsi OSS fasulli, scattano le indagini. Centinaia gli aspiranti Operatori truffati.

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Diventare Operatori Socio Sanitari in Puglia è sempre più facile, ma attenti ai Corsi fasulli. A Lecce scattano le indagini della Procura. Centinaia gli aspiranti Operatori truffati.

Due indagini parallele su corsi di formazione in odor di falso per operatori socio sanitari organizzati da un Istituto privato di Lecce. Gli accertamenti procedono nel massimo riserbo ma due candidate, di recente, sono state sentite come persone informate dei fatti sia dai carabinieri che dai militari della Guardia di Finanza.

Gli investigatori intendono risalire all’intera organizzazione che ha gestito questi corsi che, per decine di giovani, si sono rivelati un flop, uno sperpero di denaro e un attestato in mano fasullo. In sintesi, una perdita di tempo e di soldi. Lo riferisce il collega Francesco Oliva sul Corriere Salentino.

Già da tempo, le due aspiranti operatrici socio sanitarie, residenti rispettivamente a Zollino e Martano, hanno depositato una denuncia querela assistite entrambe dall’avvocato Gianni Gemma. Nel primo caso denunciato presso la stazione dei carabinieri di Soleto, la giovane ha raccontato di aver effettuato nel maggio del 2016 l’iscrizione per partecipare ad un corso di formazione professionale presso un Istituto privato di Lecce per conseguire la qualifica di Oss tramite un ente di formazione accreditato con la Regione Abruzzo dopo il corso e l’esame finale.

Tale corso aveva la durata di 1000 ore, da svolgersi in 4/6 mesi, suddivise in 450 ore di teoria, svolte contestualmente al tirocinio con materiale didattico fornito dall’Istituto e 550 ore di tirocinio svolte presso strutture sanitarie autorizzate e accreditate dal Servizio sanitario nazionale. Corso che, nel caso specifico, la ragazza ha svolto in una clinica della provincia di Lecce. Il costo è stato quantificato in 2mila e 800 euro, comprensivo del materiale didattico, tasse assicurative e tassa d’esame, di cui 500 euro da versare in acconto all’atto di sottoscrizione del contratto, nelle mani della responsabile mentre la restante somma, in 5 rate da 460 euro mensili, con bonifico in favore dell’Istituto.

L’esame finale è stato sostenuto in un hotel di Pescara il 26 e il 27 settembre del 2016 dove gli studenti sono stati trasportati con un pullman organizzato dall’Istituto di Lecce. Tuttavia, sebbene la qualifica attribuita al corso risultava apparentemente avere piena validità di legge su tutto il territorio italiano, la ragazza ha iniziato a riscontrare le prima difficoltà quando ha deciso di iscriversi per conseguire la qualifica di livello superiore. E, con il proprio avvocato, decise di inviare presso gli uffici competenti della Regione Abruzzo una richiesta per verificare la validità di tale qualifica professionale per certificare la sua spendibilità nel mercato del lavoro.

Nel febbraio dello scorso anno dagli uffici della Regione Abruzzo arrivò la comunicazione che l’organismo che aveva rilasciato il titolo di qualifica, non risultava inserito nell’albo regionale degli organismi di formazione accreditati dalla Regione Abruzzo allo svolgimento di attività formative né il corso era mai stato autorizzato. L’attestato di qualifica, rilasciato all’aspirante Oss, a fine esame, era privo di qualsivoglia validità. Inutile dire quanti danni una simile vicenda abbia provocato nella ragazza che ha dovuto sostenere le spese per il corso e per gli spostamenti quotidiani da Zollino in un altro paese della provincia per effettuare le ore di tirocinio.

Segue lo stesso canovaccio il contenuto della seconda denuncia sporta da un’altra ragazza, residente a Martano. Cambiano, seppur di poco, le date ma i soldi versati, le ore di tirocinio e la conclusione del corso sono state sempre le stesse. Con l’esito di trovarsi tra le mani un attestato fasullo dopo mesi di impegni e di sacrifici economici e personali. Ora si attende l’esito delle indagini per chiudere il cerchio su chi avrebbe lucrato sul sogno di tanti proponendo corsi e attestati mai autorizzati dagli enti regionali.

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