Orrore al Pronto Soccorso: Infermiere sedavano Pazienti per dormire, indagine per sequestro di persona.
Un’ombra inquietante si allunga sull’ospedale di Lavagna, dove due infermiere sono finite sotto inchiesta con pesanti accuse: avrebbero sedato i pazienti del pronto soccorso per potersi riposare durante il turno notturno. Il blitz dei carabinieri del Nas ha portato a perquisizioni e al ritrovamento di farmaci di provenienza ospedaliera, aprendo ulteriori ipotesi di reato.
Blitz notturno e pazienti sotto esame.
Nella notte, i carabinieri del Nas, su mandato della Procura di Genova, hanno fatto irruzione nel pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna per verificare gravi segnalazioni. L’ipotesi degli inquirenti, guidati dal pm Giuseppe Longo del pool Sanità, è che le due infermiere somministrassero farmaci tranquillanti ai pazienti per indurli al sonno e potersi così concedere momenti di riposo durante il turno notturno.
Per avvalorare tali sospetti, i pazienti presenti sono stati sottoposti a prelievi di sangue per accertare la presenza di benzodiazepine, i principi attivi di molti farmaci sedativi. Due medici legali incaricati dalla Procura hanno assistito alle operazioni. Inizialmente, i reati ipotizzati erano sequestro di persona, abbandono di persona incapace ed esercizio abusivo della professione.
Farmaci ospedalieri in casa: scatta l’accusa di peculato.
Le indagini non si sono fermate al pronto soccorso. In mattinata, le abitazioni delle due infermiere sono state perquisite, portando al ritrovamento di farmaci di provenienza ospedaliera. Questa scoperta ha fatto scattare un’ulteriore ipotesi di reato: il peculato, ovvero l’appropriazione indebita di beni pubblici da parte di un pubblico ufficiale.
Segnalazioni da colleghi e familiari.
Stando alle indiscrezioni trapelate dal Palazzo di Giustizia, l’indagine era in corso da alcune settimane, avviata in seguito alle segnalazioni di alcuni colleghi delle due infermiere, entrambe trentenni e italiane. Anche alcuni familiari di pazienti avrebbero riferito di episodi di anomalo torpore nei loro congiunti, ma anche di discussioni e litigi avuti con le due professioniste sanitarie.
Sedativi a pazienti “problematici”.
Gli accertamenti del Nas e dei carabinieri avrebbero rivelato che le due infermiere in servizio presso l’OBI (Osservazione Breve Intensiva) del pronto soccorso avrebbero somministrato i sedativi in dosi eccessive e senza alcuna prescrizione medica ai pazienti considerati più difficili da gestire, con il chiaro intento di farli dormire e potersi così riposare durante la notte.
Ospedale e direzione sanitaria estranei.
Al momento, i medici del reparto e la direzione sanitaria dell’ospedale risulterebbero estranei alla vicenda. Il direttore generale della Asl Quattro, Paolo Petralia, da cui dipende l’ospedale di Lavagna, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in attesa degli sviluppi giudiziari.
La vicenda di Lavagna getta una luce sinistra sul mondo della sanità, sollevando interrogativi inquietanti sulla sicurezza e la dignità dei pazienti più vulnerabili. L’indagine è in corso e si attendono ulteriori sviluppi per accertare la verità e punire eventuali responsabilità.
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