Natasha è statu uccisa? La versione della sorella Tatiana e la Gomorra foggiana.
“Natasha è stata uccisa da loro”: il racconto della sorella e la denuncia contro l’ospedale Riuniti di Foggia.
Il drammatico racconto di Tatiana Pugliese, sorella della giovane Natasha morta al Riuniti di Foggia, ha scosso i social e l’opinione pubblica. Tatiana accusa duramente i medici e la gestione sanitaria, dichiarando che la famiglia ha vissuto un vero incubo, paragonando la loro situazione a una guerra “peggio di Gomorra”.
La tragedia di Natasha: dal coma alla ripresa.
Il 18 giugno 2024, Natasha Pugliese, una giovane di 23 anni di Cerignola, viene coinvolta in un grave incidente stradale. Soccorsa dall’elisoccorso, arriva all’ospedale di Cerignola in coma e, successivamente, viene trasferita al Riuniti di Foggia per cure intensive. Dopo un intervento complesso alle vertebre e diverse procedure, tra cui una tracheotomia, Natasha si risveglia dal coma il 3 luglio.
Tatiana ricorda quei momenti come un primo spiraglio di speranza: Natasha, pur indebolita, inizia a riconoscere i familiari, a muovere i primi passi e a riprendere lentamente la sua vita. La situazione sembra migliorare progressivamente, fino a quando emerge la necessità di un nuovo intervento alla trachea per risolvere un problema di restringimento, una complicanza comune dopo la tracheotomia.
Il deterioramento e l’intervento fatale.
Nonostante i segnali positivi, Natasha deve affrontare un intervento programmato per il 4 settembre. Questo intervento, apparentemente di routine, si rivela tragico. Tatiana racconta di essere stata al fianco di sua sorella fino a pochi istanti prima dell’operazione, scambiandosi messaggi di conforto. Poco dopo, però, le notizie diventano confuse e allarmanti: i medici informano la famiglia che la situazione è grave e che Natasha sta perdendo sangue in sala operatoria.
Tatiana descrive minuti di angoscia e incomprensione, con la famiglia lasciata all’oscuro di ciò che stava accadendo dietro le porte della sala operatoria. “La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra”, scrive Tatiana, accusando l’ospedale di non aver gestito correttamente il caso e di non aver trasferito Natasha a Roma per l’intervento come era stato promesso.
Le accuse contro l’Ospedale.
Tatiana esprime tutta la sua rabbia contro l’ospedale Riuniti di Foggia, accusando i sanitari di negligenza e mancanza di competenza. Sottolinea che la famiglia era stata rassicurata sull’esito positivo dell’intervento e che nessuno aveva mai menzionato rischi mortali. “Dovevano trasferirla con urgenza visto che era così grave”, afferma Tatiana, rimarcando come l’intervento avrebbe dovuto essere eseguito in una struttura più attrezzata.
Tatiana racconta di aver visto sua sorella esanime dietro una porta, coperta da un lenzuolo verde e abbandonata. “La sala era completamente pulita e vuota, nessuno strumento si intravedeva, nessun dottore in giro”, scrive, descrivendo un’atmosfera surreale e dolorosa che rimarrà impressa nella sua mente.
Le domande senza risposte e la ricerca di giustizia.
Tatiana conclude il suo racconto con una serie di domande che restano senza risposta: perché non è stato organizzato un trasferimento d’urgenza? Perché i medici hanno proceduto con l’intervento sapendo di non avere le competenze necessarie? E soprattutto, chi pagherà per la morte di Natasha?
Tatiana promette di continuare a cercare la verità e di non perdonare mai coloro che ritiene responsabili della morte di sua sorella. Le sue parole sono un grido di dolore che mette in luce una tragedia familiare, chiedendo che venga fatta giustizia per Natasha e per tutti coloro che, come lei, hanno vissuto un calvario in ospedale.
Gravi interrogativi dopo la morte di Natasha.
La morte di Natasha Pugliese è un episodio che solleva gravi interrogativi sulla gestione sanitaria e sulle responsabilità degli operatori. Mentre le indagini proseguono, la famiglia continua a chiedere giustizia e chiarezza, affinché quanto accaduto a Natasha non si ripeta mai più.
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