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Medici fino a 10.000 euro al mese. Infermieri e Professioni Sanitarie fanno la fame con 1.500 euro.

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Stipendi dei medici in Europa: i camici bianchi italiani possono sorridere. Ma c’è troppa disparità di trattamento con gli altri professionisti sanitari. Gli Infermieri fanno la fame.

E’ polemica sul web sull’entità reale degli stipendi dei Medici Italiani che possono arrivare a prendere più di 10.000 euro al mese alla fine della loro carriera. Gli Infermieri, gli Infermieri Pediatrici, le Ostetriche e il resto dei Professionisti Sanitari al massimo arriva a 2000 euro (se dirigenti fino a 7000 euro). Accade in un Paese fortemente lacerato dal punto di vista del riconoscimento economico inter-professionale e che vede tante disparità tra chi ha una laurea medica e chi è un professionista della salute di altre discipline.

Tempo fa la Federazione Nazionale Ordine dei Medici e degli Odontoiatri (FNOMCEO) ha emanato il Report n. 41/2011, dove si evince quanto riferito.

Stipendi Medici tra i più alti d’Europa.

I medici dipendenti d’Italia secondo un rapporto della Fems non si possono affatto lamentare, anzi non possono che sorridere guardando le tasche degli altri colleghi d’Europa. I nostri carnici bianchi hanno, difatti, gli stipendi tra i più alti nel Vecchio Continente: siamo addirittura terzi dopo belgi e danesi nella classifica dei salari massimi. E quinti dopo olandesi, belgi (che però negli ospedali hanno un rapporto libero-professionale), danesi e francesi per quelli minimi.

A fare i conti in tasca, è proprio il caso di dirlo, ai dottori dipendenti in Europa è un’indagine curata dalla Fems, la “Federazione europea dei medici salariati”, che non senza qualche difficoltà e con le cautele del caso sulla precisione dei dati ha messo in fila tutte le buste paga. Un confronto con diverse sorprese, questo, che è stato presentato nei giorni scorsi a Catania durante l’incontro sulle condizioni di lavoro del medico in Europa, organizzato dall’Anaao Assomed insieme alla Fems, a cui il sindacato aderisce e che tiene a precisare come il taglio degli stipendi dei medici non è la giusta via per risparmiare, ma solo per abbassare la qualità delle cure.

Ebbene, come detto, i medici che lavorano nei nostri ospedali arrivano a guadagnare al massimo della loro carriera 10mila euro al mese lordi (9.425 se il dato si aggiusta con il potere d’acquisto), escludendo ovviamente altri introiti importanti come la libera professione. I valori riportati, precisa la Ferns nel suo documento, sono da intendersi prima delle imposte sul reddito e delle trattenute previdenziali, ma questa seconda voce, a causa di differenti regole nella struttura del salario, nei singoli Paesi, possono essere assenti.

Si guadagna di più indossando un camice (almeno ai livelli massimi) solo in Belgio (16.600 euro che diventano 15.901 in base al potere d’acquisto) e Danimarca (13.330 euro che diventano 9.491 in base al costo della vita). Guadagnano di meno, tra gli altri, i medici inglesi, olandesi, francesi, svedesi e spagnoli. Quest’ultimi per gli stipendi massimi possono contare su buste paga che sono la metà dei colleghi italiani.

Per quanto riguarda gli stipendi minimi i medici italiani sono al quinto posto con 4.569 euro lardi al mese (che diventano 4.241 in base al potere d’acquisto): si guadagna di più in Danimarca, Olanda, Belgio e Francia. Ma sono dietro di noi, tra gli altri, Germania, Finlandia, Spagna, Svezia e Inghilterra.

Il documento messo a punto dalla Federazione europea dei medici ha poi messo a confronto gli stipendi dei dottori con i salari medi nazionali guadagnati in ognuno dei Paesi preso in esame. E anche qui le sorprese non mancano. In alcuni casi (Finlandia, Francia, Germania, Polonia Slovenia), scrive il documento, il salario minimo dei medici è pari al salario medio nazionale; in Belgio, Danimarca, Italia, Olanda e Slovacchia il salario minimo dei medici è superiore al salario medio nazionale; in Austria, Irlanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito, il salario medio è collocato fra i valori minimo e massimo dei salari dei medici; in alcuni casi il salario massimo dei medici è uguale al salario medio nazionale (Grecia e Malta) o persino inferiore (Repubblica Ceca e Ungheria).

Dallo studio risulta anche che dove si spende di più per il Welfare si guadagna di più come medico: La protezione sociale, sottolinea la Fems, è maggiore nei Paesi membri dove anche i salari sono maggiori.

Nel mirino delle critiche della Fems c’è l’ipotesi a cui molti Governi stanno pensando, e cioè di tagliare gli stipendi dei medici per risparmiare: i salari, negli ospedali, incidono per il 60-65% dei costi totali, perciò il loro taglio rappresenterebbe un metodo immediato per risparmiare conseguente riduzione della qualità delle cure.

Altro aspetto e non ultimo da considerare, è il grande problema rappresentato dalle differenze esistenti fra i salari dei diversi Stati membri: la libera circolazione dei professionisti, nel nostro particolare caso dei medici, può produrre forti spinte migratorie da Paesi con più basse condizioni di lavoro e di salari, verso Paesi con carenza di medici, dove le condizioni sono molto migliori.

Quanto guadagna un medico? La risposta può variare a seconda della figura considerata come medico di base, ospedaliero, primario e così via. Lo stipendio percepito può essere quindi molto vario.

I guadagni dei medici, se confrontati con quelli delle altre categorie di professionisti, non hanno risentito della crisi degli ultimi anni e, anzi, in molti casi sono stati interessati da aumenti considerevoli.

Per capire quanto guadagna un medico è tuttavia necessario fare alcune precisazioni. I medici possono lavorare alle dipendenze del pubblico o in strutture private e possono percepire uno stipendio mensile differente a seconda della specializzazione, del grado all’interno della struttura e degli anni di servizio a causa degli scatti di anzianità.

Tuttavia è possibile capire quanto guadagna un medico in media confrontando i dati del MEF relativi agli studi di settore e il rapporto AdEPP 2015 (associazione casse di previdenza private) che ha fornito i dati relativi ai medici iscritti all’ENPAM.

Per poter esercitare la professione di medico è necessario superare un lungo percorso di formazione che parte dal test di ammissione al corso di Medicina e Chirurgia.

È però vero che, dopo aver passato almeno 6 anni tra aule universitarie, tirocini e successivi corsi di specializzazione post-lauream, il traguardo finale può garantire uno stipendio finale sostanzioso.

Ecco di seguito quanto guadagna un medico facendo riferimento anche a quanto può essere percepito da un medico di base.

Quanto guadagna un medico? Lo stabilisce il portale Informazionefiscale.it

La risposta alla domanda su quanto guadagna un medico varia a seconda dell’anzianità, del grado e della disponibilità a compiere straordinari, turni notturni o durante giorni festivi.

Secondo le statistiche del MEF relative agli studi di settore sui redditi 2015, i medici sono tra i professionisti con stipendi più alti: in media un medico guadagna 64.900 euro all’anno e il dato interessante è che a dispetto della crisi generale che ha coinvolto anche i professionisti, per i professionisti della sanità si è registrato un aumento di reddito, rispetto al 2014, pari a oltre 1.000 euro.

Tuttavia, secondo il rapporto AdEPP 2015, la crisi per i medici, seppur calmierata da guadagni in crescita, si è registrata a partire dal 2010 al 2015. Se tra il 2005 e il 2010 i redditi dei medici sono aumentati del 43%, nei cinque anni successivi l’incremento è stato solo del 3%.

In ogni caso si può affermare che la categoria nel complesso non naviga in cattive acque. Dopo il percorso ad ostacoli per diventare medici tra Università e specializzazioni le retribuzioni percepite possono garantire buone entrate mensili.

Quanto guadagna un medico nelle varie fasi della carriera professionale

Lo stipendio comincia ad essere percepito già durante il periodo di specializzazione. Un medico in formazione infatti percepisce infatti circa 1.765 euro dal momento in cui accede alla posizione. Si tratta quindi di uno stipendio di tutto rispetto per una figura che di fatto sta ancora acquisendo le capacità relative alla propria professione.

Per quanto riguarda i medici a pieno titolo la retribuzione, come già detto, può variare a seconda della disponibilità al lavoro della persona e soprattutto al grado e all’anzianità di servizio. Il suo stipendio in ogni caso oscilla orientativamente tra 2.000 e poco meno di 3.000 euro mensili.

La somma ovviamente è più alta nel caso in cui si guardi a quanto guadagna un medico primario. In questo caso lo stipendio mensile è di almeno 4.500 euro. Un medico dirigente ospedaliero infatti percepisce circa 75 mila euro all’anno per l’esercizio della propria professione.

Quanto guadagna un medico di base

Questione diversa per i medici di base per i quali la retribuzione viene calibrata sulla base del numero di assistiti che possono rivolgervisi. Esiste un limite massimo di persone che possono afferire ad un unico medico di base che ad oggi è fissato a 1.500, mentre il numero di pazienti ottimale può variare a seconda del territorio.

Per sapere quanto guadagna un medico di base bisogna considerare che la retribuzione pro paziente varia a seconda del numero di persone totali che si rivolge allo specialista. Il vantaggio economico di cui può godere un medico di famiglia all’anno per ogni assistito varia dai circa 70 euro per chi ne ha meno di 500 fino orientativamente ai 35. A ciò vanno sommatieventualmente anche i guadagni per la reperibilità notturna, i contributi per assistiti oltre i 75 anni e le maggiorazioni per l’anzianità di laurea.

Una stima grossolana su quanto guadagna un medico di base potrebbe indicare circa 3.500 euro mensili, valore che può arrivare fino ai 6.000 euro al mese. Va considerato però che quest’ultima è una cifra massima orientativa e che quindi descrive la situazioni economiche più favorevoli della categoria.

Va detto inoltre che quello citato si tratta di uno stipendio mensile lordo dal quale devono essere sottratte tutte le spese che derivano dalla tassazione e dagli esborsi riconducibili alla gestione dell’attività.

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