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Sicurezza negli Ospedali: la politica trovi il modo per proteggere Medici, Infermieri, Professionisti Sanitari e OSS.

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Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, è chiaro: per la sicurezza negli Ospedali occorre che la politica trovi il modo per proteggere Medici, Infermieri, Professionisti Sanitari e OSS.

“Condivido la proposta lanciata dal presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, Antonio De Palma, di un osservatorio h24 all’interno delle strutture sanitarie, che può rientrare sicuramente nella revisione della Raccomandazione numero 8, che prevedeva in ogni Asl degli organismi per la gestione della violenza. Così come condivido totalmente l’idea di creare dei punti di pubblica sicurezza all’interno degli ospedali”. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, intervistato dall’agenzia Dire oggi a Roma in occasione del ‘Primo Symposium Nursing Up‘.

“Quest’ultima proposta era presente in uno dei disegni di legge presentati alla Camera – ha proseguito Anelli – poi non trasfuso nella proposta di legge in discussione al Parlamento per via dei costi che avrebbe determinato. Ma va recuperato, per questo ne parlerò con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese“.

Secondo Anelli, un’altra norma che “va sicuramente rispettata e’ la legge 81, contenente tutti i requisiti di sicurezza che non sono presenti oggi in maniera così precisa in tutti i presidi sanitari. Lo Stato – ha sottolineato – non può non applicare le leggi che si da’”.

Intanto, il presidente della Fnomceo fa sapere che qualche giorno fa “l’Agenas ci ha comunicato che 19 Regioni su 21 applicano la raccomandazione numero 8, cioè una serie di norme che le aziende devono seguire per ogni episodio di violenza, segnalando il caso come ‘caso sentinella’ e prendendo provvedimenti affinchè quel caso diventi l’emblema di un meccanismo che ha determinato la violenza, per andare ad individuare i meccanismi per risolvere il problema. Questa raccomandazione era stata fatta nel 2007 e noi abbiamo chiesto naturalmente una revisione, ma ad oggi non credo affatto che tutte le Regioni applichino tale raccomandazione in maniera puntuale, perchè dai colleghi del territorio non abbiamo questo ritorno”.

In merito al ddl Antiviolenza, infine, per Anelli rappresenta “solo un tassello in un quadro che non può fermarsi soltanto ad un problema di carattere legislativo- ha sottolineato ancora- con l’aumento delle pene e la procedibilità d’ufficio, ma deve inserirsi in un progetto complessivo che riguardi anche l’organizzazione del lavoro. Oggi una serie di situazioni sono determinate proprio da problemi organizzativi, come le lunghe liste d’attesa o la difficoltà di contatto con i cittadini, ma anche, come abbiamo visto oggi- ha concluso- da episodi di mobbing e di pressioni nei confronti degli operatori sanitari”.

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