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giovedì, Marzo 28, 2024
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Giovane Medico: Caro Governo preferiamo lavorare nel privato invece di specializzarci.

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Giovani Medici: Caro Governo Ecco come salvare il Servizio sanitario nazionale.

Servono 10.000 borse di specializzazione per la Fnomceo. Le verità nascoste di un neo-laureato in medicina.

Diecimila borse di specializzazione da chiedere subito al Governo per assorbire l’imbuto formativo. E dieci punti per mettere in sicurezza il Servizio Sanitario Nazionale. È questo il bilancio della prima giornata degli Stati Generali della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che, dedicata alle istanze dei giovani professionisti, si è tenuta il 27 marzo a Roma. Interviene Andrea, Giovane Medico, che spiazza tutti: “perché fare la fame nel pubblico, se nel privato ci pagano bene?”.

La presa di posizione di un Giovane Medico.

Uno dei nostri lettori più affezionati, Andrea, medico chirurgo laureatosi qualche anno fa, interpellato all’uopo ci ha riferito in maniera molto schietta: “in Italia non vi è carenza di Medici, il tema non è che mancano i Medici, il tema è che dopo 4 anni di specializzazione a 1.600 euro al mese, ed una sanità privata che offre 2.000 euro, per fare solo guardie più la libera professione, perché uno dovrebbe farsi assumere e fare a 1.400 euro le guardie al Pronto Soccorso, con l’aggiunta di tutta la burocrazia e la dittatura della Regione e dell’Amministrazione?”. 

Per lui in pratica la carenza sarebbe dovuta solo ad una questione di convenienza economica.

Il comunicato della Fnomceo.

Emblematico il titolo dell’incontro, promosso dall’Osservatorio giovani Medici e Odontoiatri della Federazione e aperto alle sigle sindacali e alle associazioni maggiormente rappresentative (ALS, Anaao Giovani, Chisicuradite, Cimo, FederSpecializzandi, Fimmg, Sigm, Smi, Snami): ”Stati Generali del Giovane Medico: la Fnomceo all’ascolto”. 

“Rinnoviamo l’appello lanciato ieri al Governo: ci dia, già da quest’anno, diecimila borse per specializzare i nostri giovani medici – ha ribadito il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Il Governo deve investire sui giovani medici, sull’incremento delle loro competenze. All’interno della nostra società i professionisti svolgono un ruolo fondamentale, che non può essere sottaciuto né limitato, non solo perché mettono al servizio della collettività le loro conoscenze, ma per la stessa stabilità democratica del sistema”.

Sono più di diecimila i medici intrappolati oggi nel cosiddetto ‘imbuto formativo’, dovuto al gap tra i medici che si laureano e quelli che possono accedere ai posti, del tutto insufficienti, nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina Generale. Tanto che duemila l’anno restano fuori, andando ad aumentare la schiera dei Medici inoccupati. Non ha senso dunque, per la Fnomceo, aumentare i medici laureati – come avverrebbe con l’abolizione del numero programmato alla facoltà o scuola di Medicina – se non si aumenta in maniera congrua il numero delle borse per la formazione post laurea. Così come non sarebbe efficace per la tenuta e la qualità del Servizio Sanitario nazionale, introdurvi medici non completamente formati.

Un coro di ‘no’ si è levato infatti dalla platea dei giovani medici in risposta alle dichiarazioni  rilasciate la mattina stessa al Gr dal Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha proposto di inserire, con mansioni magari inferiori, nel mondo del lavoro i tanti medici che rimangono bloccati tra la laurea e la scuola di specializzazione e si è scagliata invece contro gli specialisti ‘a gettone’.

“Anche solo immaginare la possibilità di creare delle figure professionali “di serie b”, con un nuovo inquadramento e con mansioni “magari inferiori”, è un’ipotesi che va contro la dignità della professione e la tutela della adeguata qualità del SSN per i cittadini – spiega Alessandro Bonsignore, Coordinatore dell’Osservatorio Giovani Professionisti della Fnomceo -. Tutti i colleghi presenti oggi hanno sottolineato la necessità di completare il corso di studi con la laurea e la formazione post laurea, in conformità con quanto avviene negli altri paesi europei. È questo è possibile solo con un numero adeguato di borse”.

“Le prestazioni fornite “a gettone”, invece, secondo l’Osservatorio sono caratterizzate da un’attività di tipo non continuativo, non congrua per una prestazione sanitaria, ma comunque caratterizzata da una adeguata attività professionale” continua Bonsignore.

Ma ecco i dieci punti proposti all’unanimità dai giovani medici:

  1. mantenere il numero programmato per l’accesso ai Corsi di laurea
  2. aumentare le borse per la formazione specialistica e specifica in Medicina Generale
  3. recuperare le borse perse per abbandono dei corsi di specializzazione
  4. potenziare il ruolo degli Osservatori regionali e nazionale per il controllo di qualità della Formazione specialistica
  5. vigilare affinché le Regioni provvedano a un reale calcolo dei fabbisogni per territorio e per specialità
  6. implementare la formazione su salute globale, cooperazione, universalismo, equità al fine di adeguare le competenze del medico alla nuova società
  7. riflettere sulle ricadute del regionalismo differenziato e dell’integrazione pubblico- privato
  8. migliorare la qualità della formazione e renderla omogenea; arricchirla con esperienze nell’ambito di una rete formativa ampia e non limitata alla sede di formazione; istituire il curriculum formativo nazionale
  9. no a sanatorie per l’ingresso nel mondo del lavoro di medici non completamente formati; sì a una revisione dei contratti per aumentare l’attrattivita del pubblico rispetto al privato
  10. ampliare la rappresentatività dei giovani professionisti a livello istituzionale.

Prossimo appuntamento degli Stati Generali della Fnomceo il 16 e 17 maggio, quando i Presidenti degli Ordini italiani si riuniranno per discutere la prima macroarea messa a fuoco dal sociologo Ivan Cavicchi, che ha aperto oggi l’incontro con una lectio magistralis sul ‘medico del terzo millennio’: la crisi del medico e della medicina. Appuntamento con i giovani invece già  fissato per la fine di novembre a Matera quando, promette Anelli, “dall’ascolto si passerà all’azione”.

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